Intorno al 1710, ovvero all'epoca dell'op. 2 (1709), Vivaldi intratteneva rapporti con la nobile famiglia Querini di Venezia. In una raccolta appartenuta alla famiglia e contenente una miscellanea di musica per flauto, si trova la Sonata in fa maggiore per flauto diritto e basso continuo RV 52, in tre movimenti, la sola pervenutaci per questo insieme di strumenti nel corpus vivaldiano e la più antica per uno strumento a fiato. La naturale propensione del compositore per il flauto (e più tardi, per il flauto traverso) è già di tutta evidenza. Particolare interessante: in una trasposizione per violino, la sonata è stata rinvenuta anche a Santa Cruz, in Bolivia, in quanto parte del repertorio delle missioni gesuitiche (reducciones), sotto due titoli di fantasia: Il Quixote e La gloria mundi.
Michael Talbot