Sonata in si bemolle maggiore per due violini e basso continuo, op. 1 n. 10, RV 78


Musica: Antonio Vivaldi (1678 - 1741)
  1. Preludio: Adagio (si bemolle maggiore)
  2. Allemanda: Allegro (si bemolle maggiore)
  3. Gavotta: Presto (si bemolle maggiore)
Organico: 2 violini, basso continuo
Composizione: 1705
Edizione: Giuseppe Sala, Venezia, 1705
Guida all'ascolto (nota 1)

È molto probabile che l'esemplare del 1705 delle Suonate da camera a tre, due violini o violone o cembalo op. I di Antonio Vivaldi sia una ristampa della prima edizione - oggi perduta - pubblicata nel 1703. In questa raccolta d'esordio, dedicata al conte di origine bresciana Annibale Gambara, si riscontra un equilibrio, talora inevitabilmente precario, tra il riferimento a modelli codificati e la definizione di un'originale voce espressiva. L'indicazione «da camera» designa la tipologia delle sonate (suite di tempi di danza nella stessa tonalità preceduta da un preludio) all'epoca ancora alternativa, nonostante i processi di convergenza in atto, a quella «da chiesa» (forma perlopiù in quattro movimenti lento-veloce-lento-veloce con cospicuo apporto di scrittura contrappuntistica).

Tra i modelli della tradizione che il "Prete rosso" aveva presenti c'erano senza dubbio le opp. II (1685) e IV (1694) di Corelli, ripubblicate a Venezia a ridosso delle prime edizioni romane, e poi le sonate a tre di autori veneziani come Caldara (op. II, 1699), Albinoni (op. IlI, 1701) e Gentili (op. II, 1703). D'altro canto, se percorre la raccolta una semplice condotta imitativa, più illusionistica che strutturale, l'originale cifra vivaldiana si coglie nell'assimilazione dello spirito e dello stile del concerto (brillantezza del trattamento strumentale, ruolo solistico del violino I), nei lampi dell'invenzione armonica, nella predilezione per l'ostinato e nell'espressione cantabile di ispirazione vocale. Per quanto riguarda l'organico, le sonate sono destinate a due violini cui s'aggiunge il «violone» (violoncello) o il cembalo per il continuo; secondo la prassi dell'epoca, tuttavia, il basso poteva essere realizzato di volta in volta con combinazioni diverse, facendo ricorso anche a strumenti non menzionati nel titolo della raccolta. Le sonate allineano per lo più quattro movimenti tranne la prima, la quarta e la decima (che ne contano rispettivamente cinque, sei e tre) e l'ultima, una serie di variazioni sul tema della "Follia" che segna l'esplicito confronto di Vivaldi con Corelli (op. V n. 12, 1700).

Il Preludio che apre la Sonata X ha la forma unitaria e la severa struttura contrappuntistica che tradiscono la convergenza con la sonata "da chiesa". Nella tipica forma in due parti che si ritrova poi in tutti i tempi di danza, l'Allemanda manifesta invece un vivace spirito concertante, mentre la Gavotta conclusiva trae spunto da motivi di fanfara.

Cesare Fertonani


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 256 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 1 febbraio 2017