La virtù trionfante dell'amore e dell'odio overo Il Tigrane, RV 740

Dramma musicale in tre atti


Testo del libretto


ATTO PRIMO

Scena prima

Porto di Mare con Vascelli, e Triremi adornate di Fanali accesi, e Bandiere festive.
Piazza in terra illuminata, ed apparata di Drappi con Archi, Statue, e Trofei.

Mitridate con Guardie da una parte, dall'altra Apamia, e Tigrane sotto nome di Farnace con Clearte, che sbarcano da una Trireme con il loro seguito di Soldati, che portano Bandiere, ed altre spoglie nemiche
Choro di Soldati, e Popoli in Terra.
Coro e Apamia
Vivi, e regna invitto Rè,
Apamia
E felici gli anni, e i dì
Volga il Ciel sempre per tè.
Coro
Vivi, e regna invitto Rè.
Tigrane e Clearte
La fortuna, ed il valore
Stanno sudditi al tuo piè.
Coro
Vivi, e regna invitto Rè,
E felici gl'anni, e i dì
Volga il Ciel sempre per tè,
Vivi, e regna invitto Rè.
Tigrane
Gran Rè vincesti,
Delle Ostili spogiie
Il fasto puoi calcar col Regio piede,
E di Bitinia il Trono
Nicomede sconfitto a tè già cede.
Mitridate
Da quel chiaro valor, che in tè riluce
Ben lo sperai: tè Duce
Sò, ch'il trionfo è certo, e che là dove
Cosi prode Guerrier combatte armato
Non hà poter sù la Battaglia il fato.
Clearte
Senza l'usate prove
Di sua virtude, io già scorgea da presso
O servitude, ò morte,
Onde la vita, e libertade io devo
Ad un' Eroe si forte.
Mitridate
Et io, che ad ambedue
Debbo le mie vittorie,
Alla Reggia or mi rendo:
E a cotanta virtude
Per dar giusta mercè, colà vi attendo.

Invitti Guerrieri
Al vostro valore
Eguale l'onore
Or vò à preparar.
Ognun di voi speri
Ben degna mercede
All'alta sua fede
Da chi sà regnar.

Invitti ecc.

Scena seconda

Tigrane, Apamia, e Clearte.
Tigrane
Più non si tardi à ripartir le Schiere
Ne' destinati alberghi.
Clearco
A darne io vado
L'ordine, che si deve.
(parte.)
Apamia
A me pur lice
Concorrer negli applausi alle tue glorie,
Se à renderti felice
Già concorsi ne' voti.
Tigrane
A voi Signora
Dunque son debbitore
Delle mie palme.
Apamia
Nel più fier cimento
Pugnò teco sovente anche il mio core,
Né tu il sapesti.
Tigrane
E' vero:
Occulta forza il tuo favor mi diede.
Apamia
Mà né men' or, che il sai
Lo vuoi gradir; dimmi, ti giunse mai
Là fra le trombe il suon d'alcun sospiro?
Tigrane
Degli Oricalchi il fremito guerriero
Tutto occupò l'orecchio.
Apamia
Et or, che cingi
E d'alloro, e d'olivo il crin fastoso
Non può piagarti amore?
Tigrane
Un sen cinto d'usbergo
Lo stral d'amor non punge.
Apamia
Languì pur Marte ancora
Al volto di Ciprigna.
Tigrane
Il mio cor trionfante
Segue Marte guerrier, non Marte amante.
Apamia
E di chi per tè langue
Moverti non potrà né meno il pianto?
Tigrane
Alle stragj, ed al sangue
Un'Alma sempre avvezza
Le lagrime non prezza.
Clearte
(in disparte)
Apamia con Tigrane
Strettamente ragiona!
Voglio ascoltar.
Apamia
Hai di macigno il petto,
Se ad un tenero affetto
Resister puoi.
Tigrane
D'amor contro ogni assalto
Dure più che di smalto
Vanta il mio cor le tempre.
Apamia
Mà forse poi cosi non sarà sempre.

Voglio sperar sì sì
Udirti dire un dì
Io per tè peno, ed ardo:
Odi le mie querele,
Non mi negar, crudele,
Almen pietoso un guardo.

Voglio ecc.

Scena terza

Tigrane, e Clearte.
Clearte
Signor, ò ch'io m'inganno, ò che Costei
Di tè si scopre accesa.
Tigrane
Anch'io lo vedo,
Ma non curo il suo foco, e tu ben sai,
Che di più bella fiamma arde il mio seno:
Ben sai, che Cleopatra
Di Mitridate la vezzosa prole
E' dell'Anima mia l'unico Sole.
Cleart
Lo sò, sò che di lei Tigrane amante
Lasciò d'Armenia il Soglio, e venne occulto,
Col nome di Farnace,
A militare in Ponto;
Sò che di lei l'amore
L'astrinse ad inaffiar col proprio sangue
Le palme al Genitore,
E ad un nemico Ré dar più d'un Regno;
Mà dalla Figlia d'un tuo fìer Nemico
Non sò, se aspettar devi amore, ò sdegno.
Tigrane
Non lascierò d'amarla,
Benché mi sia crudel, né per lei temo,
Che un' ingiusto comando
Del Padre mi condanni al fato e estremo.
Clearte
Io sol di Mitridate
Confederato son, mà non Vassallo.
Teco in più stretto nodo
D'obligo, e d'amistà pur sono avvinto
Onde à seguir tua sorte ò buona, ó rea
Sarò ancor sempre accinto.

Scena quarta

Arrbante, e li medesimi.
Arbante
Anch' io, bravo Farnace,
Mi rallegro con voi delie Vittorie,
E vi dò il ben tornato,
Perché il vostro valore
Mi ricorda, che quando ero Soldato
Del Tebro in su la riva, ove son nato,
Ancor'io, come voi, mi feci onore.
Tigrane
Arbante io ti ringrazio, e ben mi é noto
Il tuo sforzo, ed ardir, di cui non tace
La fama, che ti ha reso un Marte in guerra.
Arrbante
Et or son tutta pace.
Tigrane
Or dimmi amico, da che noi partimmo
Ha mai cangiato aspetto il Ciel di Corte?
Arrbante
Il suo Giove regnante
Sempre di Apamia bella
Si dimostra più amante;
E Oronte col favor della Sorella
Di Cleopatra all'alte nozze aspira.
Tigrane
Ahi che ascolto!
Clearte
Ahimè, non far, che ti palesi il volto.
Tigrane
Mà resìster non posso.
Clearte
Scostati dunque. Arbante, nella Reggia
Rivederti desio.
Arrbante
Colà mi trovarete
Pronto à servirvi in quel che posso: addio.

Scena quinta

Tigrane, e Clearte.
Tigrane
Clearte amico, un colpo sì improviso
M'ha di piaga mortal trafitto il seno.
Clearte
Il tuo cor non paventa
Mille schiere incontrar; ed or vien meno?
Saprà ben Cleopatra
Distinguer' il tuo merto,
E vedrà, che la face,
Onde amore per lei l'alma t'accende,
Quanto arde più, tanto più chiara splende.
Tigrane
L'ardor mio non l'è noto,
Che nel mio cor sepolta
Premo la fiamma, e non appar la vampa.
Clearte
Perché à lei non la scopri
Pria che t'incenerisca, e ti consumi?
Tigrane
Temo veder sdegnati i suoi bei lumi.
Clearte
Ardisci, che se ben mostra fierezza,
Di sentirsi adorata
Dispiacer mai non ebbe la bellezza.

A quella beltà,
Che l'alma t'impiaga,
La cruda tua piaga
Non devi celar.
Se brami pietà
Del grave martire
Ti senta languire,
Ti veda penar.

A quella ecc.

Scena sesta

Tigrane solo.
Tigrane
Che ti sembra Tigrane
Dell'Amore di Oronte?
Farnace, che ti sembra
Dell'amor di Tigrane?
Ei sol di Cleopatra
Hà nemici i natali;
Mà in lei per me l'odio nutrissi in culla;
E da poppa inumana
Fin dalla prima età succhiò vendette:
Mà ò codardo Tigrane, ò vil Farnace
Avrà coraggio Oronte, e tu paventi?
Sì, si ardisca, si speri, e ti palesa;
Poi s'ella ti vuol morto, allor si mora,
Bel trofeo caderò de' sdegni suoi,
Se portando al sepolcro i fidi amori
Avrò in sorte morendo,
Che il bell'Idolo mio mi dica: mori.

Occhi belli del mio Nume,
Se morirò
V'adorerò morendo.
Meglio il morir mi sia,
Che debba l'alma mia
Per non sdegnarvi sospirar tacendo.

Occhi belli ecc.

Scena settima

Stanze di Cleopatra nel Palazzo Reale.

Mitridate, Apamia, ed Oronte.
Mitridate
In così lieto giorno
Con più serena luce,
Perche il tuo ciglio, a me bella non splende?
Apasia
Perche m'avvedo ben, che nel tuo petto
Le fiamme, che solea, più non accende.
Mitridate
T'inganni: più che mai
Arde il mio seno ai tuoi vezzosi rai.
Apasia
Mal lo dimostri.
Mitridate
Ah, che con tal'accenti
In lacci assai più crudi ognor mi leghi,
Apasia
Mà quella grazia, che da te richiedo,
Poi crudel tu mi nieghi;
Cleopatra à Farnace
Fu da te destinata,
Egli è sol degno
Della sua mano; io della tua nol sono.
Mitridate
Lo sarai del mio letto, e del mio Trono,
Ti vedrà sua Regina oggi il mio Regno.
Apasia
Nò, Sire, un tanto onore
Riserba à chi di mè con meglior sorte
Regnerà nel tuo core.
Voi mie luci ingannate ,
Che credeste talvolta
Di piacere ad un Rè; se vi mirate
Da speranza sì bella oggi deluse,
Sì sì datevi pace:
Cedete pur cedete
Al merto di Farnace:
Ei goda: Oronte pianga, e voi piangete.
Mitridate
Deh tergi il pianto ò bella.
Oronte
Apamia deh non più: Condona ò Sire
All'amor di Sorella
Quest'importuno ardire.
Apasia
La mia grave sciagura
Lasciate almen ch'io pianga.
Mitridate
Vinceste alfine. Alma non ho sì dura,
Che il dolce umor degli occhi tuoi non franga;
Cleopatra qui venga.
Oronte
Io non pretendo
Contro tua voglia . . . .
Mitridate
Apamia oggi al mio Regno,
E al mio voler dà legge.

Scena ottava

Cleopatra, e li medesimi.
Cleopatra
Alle tue piante
Eccomi obediente.
Mitridate
Principessa,
La tua mano ad Oronte
Hò destinato: Egli è di sangue illustre,
E Fratello d'Apamia,
Che sarà tua Regina, e mia Consorte,
Onde ch' ei ti sia Sposo è pur tua sorte.
Cleopatra
Che sento ohimè!
Oronte
Cor mio, che mai più brami!
Mitridate
Sei contenta mio bene?
Apamia
Hor sò che m'ami.
Cleopatra
Deh Genitor richiama
Nel core affascinato
Le magnanime idee
Di Monarca sublime:
Non te le sveni in petto
Lusinghiera malìa d'un vago aspetto.
Strappar vuoi da una Figlia,
E dal seno, e dal crine
Un cor, e una Corona
Per darli ad un Vassallo?
Mitridate
Ah troppo è vero:
Dove trascorro? ov'é ragion.
Apamia
Ragione
(Lo vedo ben) vuol ch'io mi strugga in pianto.
Mitridate
Non pianger nò cor mio.
Cleopatra
Caro Padre.
Mitridate
Non più. Cosi vogl'io.

Penza, che Padre io sono;
Penza, che Figlia sei;
E che temer tu dei
L'ira del Genitor,
Del tuo Regnante;
Non irritarmi a sdegno,
Perché il paterno amore
Cangiandosi in furore
Per punirti averà
Forza bastante.

Penza ecc.

Scena nona

Cleopatra, Apamia, ed Oronte.
Apamia
Cleopatra.
Oronte
Principessa.
Apamia
Ascolta.
Oronte
Senti.
Apamia
D'un'amica le voci.
Oronte
Di chi t'ama gl'accenti.
Cleopatra
Superbi, se il favore
Del Rè mio Genitore
Inalza il vostro orgoglio,
Sò ben'io qual distanza
E' dal vostro vil fasto al Regio Soglio.

Forse un di Scettro sovrano
Questa mano stringerà.
In un fulmine cangiato
Vendicar saprà ben l'onte
E l'altiera vostra fronte
Il mio piede abbatterà.

Forse ecc.

Scena decima

Apamia, ed Oronte.
Apamia
Minaccie così vane
Non mi danno timore.
Oronte
Più assai dell'ira sua, temo il suo amore.
Apamia
Mà quale amor?
Oronte
Quello, che ha per Farnace.
Apamia
Per Farnace! Onde il sai?
Oronte
Non è fallace
L'ombra del mio pensiero.
Apamia
E chi l'accerta?
Oronte
Gl'occhi sono dell'alma
Testimonio sincero.
Apamia
Dunque vedesti?
Oronte
I loro accesi sguardi
D'un reciproco affetto
Diedero à me sovente indizio certo,
E forse ancora à Mitridate: Avvisto
Forse del loro amor, le nozze loro
Già destinato avea, come à tè disse.
Apamia
Nè men ciò dei temer; che Cleopatra
Sposi Farnace, nol faranno i Dei
Finche averan qualche forza
Nel Cor del Rè suo Padre gl'occhi miei.
Oronte
Germana in te confido,
Usa ogn'arte, ogni vezzo,
Fingi, prega, lusinga,
Perchè del Rè costante
Sia nell'amarti il petto,
Né prevalga l'affetto
Di Padre à quel d'Amante.
Apamia
In me non speri in vano:
Se al mio talamo aspira Mitridate,
Di Cleopatra sarà tua la mano.

Vezzi, lusinghe, e sguardi
Saranno solo i dardi,
Che mi darà l'amor.
Per te nel Regio petto
Guerra saran quest'armi,
Mà più per vendicarmi
Di quell'ingrato Cor.

Vezzi ecc.

Scena undicesima

Oronte solo.
Oronte
Se sia, ch'un giorno io stringa
La destra di Colei, che regnar deve,
Poco mi cal, che m'ami,
Poiché amante son io
Più che del volto suo, de' suoi Reami.

Se vede una stella
Smarrito Naviglio,
A lui sembra bella,
Che spera dell'onde
Opprimer l'orgoglio.
Così à questo core
Colei sembra vaga,
Ed ei se n'appaga,
Che spera per quella
Di giungere al Soglio

Se vede ecc.

Scena dodicesima

Cleopatra sola.
Cleopatra
Cleopatra ove sei, che fai, che pensi?
Tu d'Apamia, e da Oronte
Oltraggiata cosi? dal Genitore
D'un tuo Suddito astretta à farsi Serva?
Ah Farnace! Ah Farnace! Vincitore
Tu torni ben, ed io sperai, che al fìne
Il glorioso lume
Del tuo valor toglier dovesse ogn'ombra
All'amor mio, mà un nuovo orror l'ingombra.
Se per fugarlo, à tè volgo il pensiero:
Il tuo natale ignoto
Forse lo può avvilir! mà le grand'opre
Fanno il torto emendar della fortuna,
Fà gl'Eroi la virtude, e non la cuna:
Mà oh Cieli! ei vien, sovvengati alma mia
Di quella, che tu sei.

Scena tredicesima

Tigrane, e Cleopatra.
Tigrane
Real Donzella,
La cui leggiadra, e maestosa fronte
E de' Cori, e de' Regni agita il fato,
Farnace à tè s'inchina.
Cleopatra
Al vostro brando
Ancor' io devo un Regno
Sedete.
Tigrane
Al Nume avanti
Prostrar si deve un Servo.
Cleopatra
Servo non è chi cinge
Spada fatale al fianco.
Tigrane
Vi obedisco.
Cleopatra
Quando, da che partiste,
Incontraste il Nemico?
Tigrane
Due sole stanze cangiò appena il Sole.
Cleopatra
Ove pugnaste?
Tigrane
Appo l'Eusino.
Cleopatra
E quante, eran le truppe ostili?
Tigrane
Coprian' immenso piano.
Cleopatra
Quanto durò la pugna?
Tigrane
Dal più sublime raggio
Del Sol fin' all'occaso.
Cleopatra
Et in battaglia
Chi si distinse più?
Tigrane
(Porgimi aita,
Oh amor) Guerriero ignoto,
E solo a me palese,
Ma d'alto Sangue nato.
Cleopatra
E dove nacque?
Nella Regia d'Armenia, e di Tigrane
E' il nome suo.
Cleopatra
Tigrane à Mitridate
Già nemico sì fiero?
Tigrane
Appunto quello.
Cleopatra
E chi mosse il suo core
A militar per noi.
Tigrane
Fù il vostro amore.
Cleopatra
L'amor mio? Come noto
Fù a te ciò?
Tigrane
Ben più volte
Aprì meco i suoi sensi.
Cleopatra
Ove mi vidde?
Tigrane
Sconosciuto qui venne.
Cleopatra
Ma già mai
Non scoprì l'amor suo.
Tigrane
Quando svelato
Egli l'avesse, che sperar potea?
Cleopatra
Ciò che d'un suo Nemico
Dovea la Figlia.
Tigrane
Vanta anch' esso un Trono.
Cleopatra
Il vantar Scettri della sorte è dono.
Tigrane
Nutre spirti guerrieri.
Cleopatra
Obligo è del suo sangue.
Tigrane
Pugnò per tè.
Cleopatra
Nol chiesi.
Tigrane
Incontrò mille strali.
Cleopatra
E' dover d'ogni prode.
Tigrane
E premio non avrà?
Cleopatra
Premio è la lode.
Tigrane
Almen dell'infelice,
Che per tè giace estinto,
Sopra il cenere freddo
Spargi un solo sospiro.
Cleopatra
Morì?
Tigrane
Morì, e morendo
Lacero di ferite
Semivivo, e spirante
Con l'alma in tè, ma con la morte in volto
Tutto cor, tutto amore, e tutto fede
Volea dir per tè moro, ò Cleopatra;
Mà gli mancò lo spirto.
Cleopatra
E questi furo
Gl' ultimi accenti suoi? (m'intenerisce.)
Tigrane
Più non parlò.
Cleopatra
Ne' lumi
Quasi palpita il pianto.
Tigrane
Ma nelle tue pupille
Pur con umide stille
Qualche pietà
Del suo destin traluce.
Cleopatra
Nol sò negar; nel core
La morte d'un' Eroe,
Cui tanto devo,
Mi desta la pietà.
Tigrane
Coraggio amore:
Tergi, tergi i begl'occhi,
Eccoti quel Tigrane,
Per cui pietà ti move,
Vivo se tu l'apprezzi,
Morto se lo disprezzi.
Cleopatra
Tù Farnace non sei? tu sei Tigrane?
Onde apprendesti mai
A dileggiar così Regie Donzelle?
Tigrane
Ah Ciel!
Cleopatra
Sul labro affrena
Le mensognere voci.
Tigrane
I natali?
Cleopatra
Gli sprezzo.
Tigrane
I servigj?
Cleopatra
Oltraggiosi.
Tigrane
Il sangue?
Cleopatra
Indarno sparso.
Tigrane
Nulla ti move?
Cleopatra
All'ire.
Tigrane
Dunque?
Cleopatra
Parti.
Tigrane
Deh . . . .
Cleopatra
Và.
Tigrane
Dove?
Cleopatra
A morire.
Tigrane
Se vuoi, che a morir vada
Con la mia stessa spada
Il sen mi passerò.
Se fu per tè sì vile
Tinta di sangue ostile,
Perche ti sìa gradita,
Togliendomi la vita,
Del mio la tingerò.

Se vuoi ecc.
Cleopatra
Oh Tigrane! oh Farnace!
L'un del mio Regio Sangue
Sitibondo Nemico,
L'altro di Cleopatra amato Amante,
Perche mi dividete
In parti eguali il core.
Perche non fate, (oh Cieli!)
Che vinca l'Odio, ò che non pugni Amore.
Ben vorrebbe ragione,
Ch'io Tigrane abborisca,
E disprezzi Farnace;
Ma l'uno odiar non posso,
L'altro sprezzar non devo,
Et odiato, e sprezzato
Fà l'uno, e l'altro, che il mìo cor sospire,
E Famace, e Tigrane all'alma mia
Rendono egual la pena, ed il martire.

Nemico adorato,
Amante, ma odiato,
Che brami da me?
Che dite, ò pensieri?
Mio cor, che ne speri?
Nè sdegno l'affetto,
Nè accetto la fè.

Nemico ecc.

Fine dell'Atto Primo.

ATTO SECONDO

Scena prima

Giardino de' Fiori con Pergolate, e Fontane.

Cleopatra sola.
Cleopatra
Lasciatemi in riposo
Qualche momento almeno
Tormentosi pensieri,
E date al mesto seno
Tregua almen, se non pace.
Ah Tigrane! Ah Farnace!
Perche in continua guerra
L'Anima mia struggete?
A me d'odio, ò d'amore unico oggetto,
O perche non può almen l'uno dall'altre
Divider col pensiero oggi il mio petto?
Fuggir tento di voi la rimembranza;
Mà se la fuggo poi
M'incontro in quella dell'odiato Oronte,
Che m'offende assai più: già con la mente,
Agitata da un mar si tempestoso,
Vacillano le piante,
E mi fanno cercar qualche riposo.

Qui mentre mormorando
Corron l'onde
M'invitano à sopir il mio tormento;
E dall'aure scherzando
Con le fronde
In gran parte addolcir' il duol mi sento.

Qui mentre ecc.

Scena seconda

Tigrane da una parte, dall'altra Apamia, ed Oronte. Cleopatra, che dorme.
Tigrane
Misero, io vivo ancora, e pur di morte
Pronunziò la sentenza
Contro di me quel labro,
Che se ben mi vuol morto io pur l'adoro;
Mi vuol morto Colei, ch'é la mia vita,
E non m'uccido ancora? ancor non moro?
Mà qui giace sopita,
Se non erra il mio ciglio;
Pria di morir' almen del suo bel volto
Godano i sguardi miei senza periglio.
Oronte
Apamia, osserva.
Apamia
Ben lo vedo, Oronte,
Appreso quella Fonte
Cleopatra nel sonno immersa giace
Resa attrattivo oggetto
De i sguardi innamorati di Farnace.
Cleopatra
Farnace.
Tigrane
Meco in sogno (oh Dei!) favella.
Oronte
Non odi, ancor sognando
Il suo Farnace appella.
Apamia
Pur troppo (ohimè) l'ascolto.
Cleopatra
Soccorrimi.
Apamia
Così forse vaneggia.
Cleopatra
Mà se Tigrane sei . . .
Tigrane
Sì, Tigrane son'io.
Oronte
Che sento, oh Dei!
Tigrane
Mà non più tuo nemico,
Amante sì.
Apamia
Che temerario ardire!
Cleopatra
D'Armenia l'odio antico?
Tigrane
Contro il foco d'amor non posson l'ire.
Cleopatra
Il Genitor.
Tigrane
Ho per lui sparso il sangue.
Cleopatra
Mi vuol d'Oronte.
Tigrane
Ei non è di tè degno.
Oronte
Menti.
Apamia
Fermati, e lascia
A me la cura di punir l'indegno.
Cleopatra
Ah Cieli! ahi Padre!
Tigrane
Ah mio bel Nume!
Apamia
Ah iniquo!
Cleopatra
Ah Farnace! ah Tigrane!
Tigrane
Qual mi vuoi, tal' io son.
Cleopatra
Deh vieni.
Tigrane
Eccomi, ò Bella.
Apamia
Oronte, soffri.
Oronte
Lasciami, ò Sorella,
Lasciami vendicar.
Apamia
Prima si senta
Quel più, che forse il temerario tenta.
Cleopatra
Vieni, che in tè confido.
Tigrane
Quel sangue, che mi resta
Ancora nelle vene,
Tutto à sparger per tè, mio caro bene,
Pronto son'io.
Oronte
(esce)
Sì sì lo spargerai,
Sì, traditor; qui di mia man morrai.
Tigrane
Punirà questo brando
Si folle ardir.
Cleopatra
Qual strepito mi desta!
Che miro!
Apamia
Ah Cieli!

Scena terza

Mitridate con Guardie, ed i medesimi,
Mitridate
Olà fermate l'armi:
Al mio Scettro sovrano
S'inchini il guardo ancor, non ché la mano.
Tigrane
Signor . . . .
Mitridate
Ami in Oronte
Farnace il genio mio.
Oronte
Monarca . . . .
Mitridate
Ami in Farnace
Oronte il difensor di questo Soglio.
Apamia
Che sdegno!
Cleopatra
Che cordoglio!
Oronte
Signor, nel finto nome di Farnace
Riconosci un nemico dei tuo Scettro,
E nell'amor di Cleopatra ancora.
Nemico all'onor tuo,
Egli è . . . .
Tigrane
Frena la lingua, il nome mio
Proferir non ardisca un labro vile,
Tigrane io sono, e con l'istessa destra,
Con cui d'Armenia il Trono
Reggo, portai sovente
A te danno, e terror: ma quell'io sono,
Che il mio sangue . . . .
Mitridate
Non più: quello tu sei,
Che vittima dovuta al giusto sdegno
Offrono del mio petto ora gli Dei;
Si custodisca, e dia
La meritata pena
Al suo grave fallir poi l'ira mia.
Tigrane
Potrai darmi la morte;
Ma se l'hò per Colei, ch'è la mia vita,
Tè non condannerò ne la mia sorte.

(a Mitridate)
Mi vedrai con lieta fronte
Incontrar l'ultimo fato

(a Cleopatra)
Sì per tè volto adorato
Io contento morirò;

(a Oronte)
E non mi lagnerò
D'un indegno Traditor.
Cederò vile trofeo

(verso Mitridate)
D'odio,

(verso Oronte)
Invidia,

(a Cleopatra)
E crudeltà;
Pur caro a me sarà
Il morir, se'l aangue mio
Farà pago il tuo desìo,

(a Mitridate)
Il tuo sdegno,

(a Oronte)
Il tuo livor.

Mi vedrai ecc.
(Parte accompagnato con Guardie.)

Scena quarta

Mitridate, Cleopatra, Apamia, ed Oronte,
Mitridate
E Cleopatra soffre
D'un' inimico il guardo.
Cleopatra
Il guardo di Tigrane
Onora Cleopatra, e non l'offende.
Apamia
Con la face d'Aletto
Sento, che il sen la gelosìa m'accende.
Mitridate
Discaccia omai dal petto
Figlia, mal nata Figlia, il rio sembiante,
Che se lo serbi in mezzo al cor sepolto,
In mezzo al cor ti squarcerò quel volto.
Cleopatra
Squarciami pure il seno,
Ecco te l'offro ignudo,
Senza riparo, ò scudo,
Eccoti ancora il cor.
Ferro, ò veleno
Mi ponno uccidere,
Ma non dividere
Dall'alma un giusto ardor.

Squarciami ecc.
Mitridate
Della sua morte il gelo
Smorzerà il tuo mal concepito ardore.
Apamia
(Non lo permetta il Cielo.)
Oronte
Giusto ben sia, Signore,
Che mora un tal nemico,
Poiché restando in vita
Mal sicuro é il tuo Scettro.
Mitridate
Mà ben sai,
Quant'egli è dalle Schiere,
E da' Popoli amato: il tuo consiglio
Eseguir mal sì può senza periglio.
Apamia
(Bel pensier mi si sveglia
Di serbarlo à me stessa)
Dona à mè il Prigioniero, e quella morte,
Che nel seno al superbo
Politica ragion d'Impero affretta,
Con men fasto si creda
Solo trofeo di feminil vendetta,
Oronte
Saggio è il pensier.
Mitridate
Anch' io l'approvo, ò Bella:
Il Prigionier sia tuo; tù ne disponi:
Arbitro di sua vita, ò di sua morte,
Io lascio il tuo desio,
E di ciò, che tù brami
Sarà mai sempre esecutore il mio.

Care pupille,
Tra mille, e mille
Degne voi sete,
Sol di regnar.
Voi m'accendete,
Voi mi placate,
Come vi piace,
Con egual face
D'amor', e sdegno
Vi fate amar.

Care ecc.
(parte.)
Oronte
Germana, in tuo poter'oggi é 'l mio fato:
Arbitra della vita, ò della morte
Di Tigrane tu sei; rende sìcura
Con la tua la mia sorte
Il suo morir.
Apamia
Lascìane à me la cura.
Oronte
Se lascio d'adorare
Il bel, che mi piagò,
Lasci d'andare al mare
Il ruscelletto;
Ma fin, che viverò
Lo strale bacierò,
Ch'il duolo del mio cor
Cangia in diletto.

Se lascio ecc.
Apamia
Ch'io dia morte à chi adoro?
A chi de' spirti miei
E' il caro unico oggetto,
Come farlo potrei?
Si volgeria lo stral contro il mio petto;
Ma pur convien, che le minaccie io finga
E per vincer quel core
Unisca col terrore la lusinga.

In quella solo, in quella
Bocca vezzosa, e bella
Hà posto la mia sorte Il Dio d'Amore.
Da quella il proprio fato
Sia misero, ò beato,
Sia di vita, ò di morte
Aspetta il Core.

In quella ecc.

Scena quinta

Stanze del Palazzo Reale, ov'é custodito Tigrane.

Tigrane solo.
Tigrane
Mura felici un tempo,
E glorioso mio dolce soggiorno;
Quanto da quel cangiato,
Che da voi già partii, faccio ritorno:
Torno, è ver, trionfante
A por di nuovo il piè su queste soglie;
Ma un barbaro Regnante
La libertà mi toglie.
Ah questa vita ancora,
Questa vita odiosa egli mi tolga,
E da fiera prigion morte mi sciolga.

Scena sesta

Clearte, e detto.
Clearte
Tigrane?
Tigrane
Amico.
Clearte
Per occulto ingresso,
Che Cleopatra m'additò, qui vengo
A dirti, che ben puoi
Per l'istesso sentiero
Tornar' in libertà: vieni.
Tigrane
Mà dove?
Clearte
Ove de' Messaggeti
Sudditi miei si accampano le squadre:
La lor fede, e'l valore
Ti renderan sicuro
Da Mitridate: ivi potrai schermire
Del tirannico Rè gli oltraggi, e l'ire.
Tigrane
Cleopatra ti manda
A dirmi ciò?
Clearte
Sì, che tener celato
Più l'amor, che ha per tè non può, nè vuole.
Tigrane
Oh adorata mia Diva! oh mio bel Sole!
Clearte
Orsù vieni al mio Campo;
Andiamo, che potrebbe ogni momento
Portare alla tua fuga un nuovo inciampo.
Tigrane
Nò, nò, fuggir non posso,
Nè con la fuga mia lasciare esposta
Cleopatra al periglio.
Clearte
La tua vita si salvi,
Che il tempo al resto poi darà consiglio.
Tigrane
E' vano ogni tuo dir: torna al mio Bene,
Dille, che mi son care
Per lei queste catene,
E romperle non voglio.
Clearte
N'andrò, ma troppo temo
Di portarle così nuovo cordoglio.

Oh quante lacrime
Le farai spargere
Dal vago ciglio;
Che ferma, e stabile
Per se non teme,
Ma solo geme
Inconsolabile
Al tuo periglio.

Oh quante ecc.

Scena settima

Tigrane, ed Apamia.
Tigrane
Oh perverso destino,
All'or, che mi consola
L'udir, che non mi sdegna l'Idol mio;
Il piacer poi m'invola
Col saper, che per me piangendo langue:
Ah che due sole stille del suo pianto
Compensar non poss'io con tutto il sangue.
Apamia
Signor, nella mia fronte
Leggi in torbide cifre
D'amor, e di pietà teneri affetti.
Tigrane
Leggo in fronte ai mio fato
Di sdegno, e d'empietà barbari effetti.
Apamia
T'amo, Tigrane, e il lampo
Della scure, che pende
A tè sul capo, à mè striscia sul core.
Tigrane
Nobil pietà.
Apamia
Risolvo
Renderne ottuso il taglio,
Spezzarti i ceppi, e libertà ridarti.
Tigrane
D'un' eroica virtù nobile impresa.
Apamia
E chiedo sol . . . .
Tigrane
Da mè, che si richiede?
Apamia
Solo da tè richiedo amore, e fede.
Tigrane
E' già d'altri il mio cor.
Apamia
Mà sono anch'io
Di Sangue illustre, e pure
Di mie pupille al lampo
Ardon più cori.
Tigrane
E l'avvamparne è giusto.
Apamia
M'adora un Re.
Tigrane
Chi non t'adora è stolto.
Apamia
Dunque ancora tu m'ami.
Tigrane
Venero il merto, ma non amo il volto.
Apamia
Perfido, e mi deridi?
Tigrane
Nò.
Apamia
Paventa
L'ira di questo petto;
Sei mio prigione, in mia balia riserbo
Il tuo destin: risolvi,
O viver meco, ò senza me morire;
Eccoti in questo seno
E morte, e vita: à tuo piacer la scegli.
Tigrane
Morte, morte vogl'io.
Apamia
E morte avrai.
Tigrane
L'incontrarò costante.
Apamia
Ti svellerò quel core.
Tigrane
Oprerai da tiranna.
Apamia
Arderò quelle membra.
Tigrane
Incendio à me più caro
Di quello del tuo amore.
Apamia
Così à Donna sublime
Di parlare è permesso?
Tigrane
Detesto il core, e non oltraggio il sesso.
Apamia
Ti lascio, ò core ingrato,
In braccio del tuo fato,
Per tè non hò più amor.
Per tè spira il mio seno
Degli Aspidi il veleno,
Di Cerbero il furor.

Ti lascio ecc.
(parte)
Tigrane
Il tuo furor non temo,
La morte non pavento,
E di costanza armato
Gli oltraggi sò schernir d'un' empio fato.
Mà tu de' pensier miei
Dolce, ed unico oggetto,
Cleopatra, ove sei?
Cleopatra mio ben.

Scena ottava

Cleopatra, e Tigrane.
Cleopatra
Tigrane amato.
Tigrane
Oh Dei, che miro!
Cleopatra
Fuggi l'empie minaccie
D'un rio destin; vanne, che già t'aspetta
Con una Schiera eletta
De' suoi feguaci il tuo fedel Clearte,
Per guidarti al suo Campo,
Che in questa, onde à tè venni,
A mè sol nota via t'apro lo scampo.
Tigrane
Non sarà mai, che dal tuo fianco io parta
E lasci té del mio periglio erede;
Tenti in van la mia fede,
In van pietosa affretti il mio fuggire,
Qui, se meco non fuggi, io vuò morire.
Cleopatra
Morire, ah tremo al sol pensarvi: io prego
Che al mio voler t'accheti,
E questa all'amor mio
Di porti in libertà, gloria non vieti;
Sì, te ne prego, e quando
Non abbian sul tuo cor possanza i preghi,
Se comandar te'l posso, io te'l comando.
Tigrane
Dunque dovrò . . . .
Cleopatra
Fatale
Esser puote ogni indugio.
Tigrane
E Cleopatra,
Quando per mè si espon del Padre all'ire,
La fuga à mè consiglia?
Cleopatra
Per tè, più che per me del Padre io temo,
Che tu sei suo nemico, io son sua figlia:
Or tronchisi, Tigrane,
Ogni dimora, e in questo,
Ch'esser forse potrà l'ultimo addio,
Prendi, se così vuoi, l'ultimo pegno.

Ahi partenza, ahi doglia amara;
Tigrane
Ahi partenza, ahi doglia amara;
Cleopatra
Ahi contento, ch'é il peggior d'ogni tormento.
Tigrane
Ahi gioire, ch'é il peggior d'ogni martire.
Cleopatra
Addio caro, addio mia vita;
Tigrane
Addio cara, addio mia vita;
Tigrane e Cleopatra
(a due)
Questo pegno, anima mia,
Dolce, e caro esser dovria;
Mà il dolore
Accresce al core,
E mi fà nuova ferita.

Ahi partenza ecc.

Scena nona

Cleopatra, e Oronte seguito da una Guardia, che porta il Veleno.
Cleopatra
Pure al fine respiro,
E' pur' il mio Tigrane,
Per opra mia, fuor di periglio il miro.
Oronte
Tigrane, il Rè per me t'invia la morte;
In quel tosco ella è chiusa: ah che vegg'io!
Dove dell'odio mio
La vittima dov'è?
Cleopatra
Vile, spietato,
Se una vittima brami,
E se cerchi un nemico, in me tu l'hai;
Porgi à me quel veleno: io se nol sai
Fui, ch' il mio ben campai dagl'odj tui,
E se t'aggrada io morirò per lui.
Oronte
Ah nò, ferma, pur troppo
Dal Genitor sdegnato
Gran rischio à tè sovrasta.
Cleopatra
Egli m'è grato,
Se può salvar dell'Idol mio la vita.

Scena decima

Mitridate, e li medesimi.
Mitridate
Oh tu, che tanto ardita
Mostri sprezzar la morte
Mia figlia nò, ma mia vergogna eterna
Ben d'un'animo forte
Ti sarà d'uopo: olà, del fuggitivo
Vadasi in traccia, e gran mercede aspetti
Chi lo ritorna, in mio poter cattivo.
Così vile, gli affetti,
Che negasti ad Oronte
In guiderdon d'un puro amor' antico,
Donare ardisci al mio più fier nemico?
Così tradisci, ingrata,
La tua gloria, il tuo sangue, il Genitore?
Parla infedel.
Cleopatra
Signore,
Io d'esser rea confesso,
Se il mio Padre, il mio Rè commossi all'ire;
Ma se Tigrane amai,
E se Oronte sprezzai
O' non è mio delitto,
O' è tale almen, che non mi so pentire;
Nacque à regnar Tigrane,
Oronte ad ubbidir: non trovo in questo
Pregio verun, tranne la sua fortuna;
Et in Tigrane, il pregio,
Che men risplende, è la Real sua Cuna.
Giudica or tù, se errai
Nell'amar . . . .
Mitridate
Taci indegna,
Giudice tu mi chiedi, e tal m'havrai;
Giuro agli Dei . . . .
Oronte
Se regna
In tè pietà, deh l'ira tua sospendì,
E dona à mè . . . . .
Cleopatra
Chi il tuo soccorso implora?
E chi sei tù, che intercessor ti rendi?
Io d'un Vassallo ai preghi
Il perdon del mio Rè dover non voglio.
Mitridate
Ah vuò punir sì contumace orgoglio:
Questo, che tu non merti, e che disprezzi
Sì fido, e generoso
Vassallo, altera, io vuò che sia tuo Sposo.
Io fin' al dì venturo
Arbitra lascio tè della tua sorte,
A tè di elegger tocca: Oronte, ò morte.

Sin che tronca non vedrassì
L'odiata iniqua testa,
Nell'orribile tempesta
Non sia pago il mio furor.
Se non spira esangue l'alma
Del crudel nemico indegno
Sarà vivo in me lo sdegno,
E la pena del mio cor.

Sin che, ecc.

Scena undicesima

Oronte, e Cleopatra.
Oronte
Principessa, già che pietade alcuna
Io dimandar non oso
Per quella piaga, ond' hò ferito il seno,
Per tè stessa à tè stessa
In tal periglio io la dimando almeno:
O' inevitabil morte,
O' me per tuo Consorte
Tu elegger devi: ah cessi
Quel rigore una volta.
Cleopatra
Oronte, elessi.
Dì pure à Mitridate,
Che portar nella Tomba intatto, e puro
Voglio l'onor del mio primiero affetto,
E che lieta, e costante
Pria, che à sì degno Amante
Mancar di fede, io di morire accetto.

Lascerà l'amata Salma
Lieta l'alma
Bel Trofeo d'amore, e fè,
Sentirà dirsi fastosa
Degl'Elisi più amorosa
Più costante alma non v'è.

Lascerà ecc.
Oronte
Deh che più far poss'io
Per destar qualche affetto
Di quest' ingrata in sen? ma l'amor mio
Arco non ha, ne strale,
Perchè l'ha disarmato,
Quello più fortunato d'un rivale.

Scena dodicesima

Arbante, ed Oronte.
Arbante
Signor, che fai? Farnace, ò sia Tigrane,
Clearte, i Messageti,
Il Castello è assalito:
Mitridate è fuggito:
Cleopatra, ed Àpamia restan sole,
E presto saran preda
Del Vincitor rubello,
Se tu non vi rimedii
Farà ancora di noi brutto macello.
Oronte
Che narri? in si poch'ore
Tanto ha potuto fare un traditore?
Arbante
Per me non vi sò dir come, ne quando
So ben, che in arme, e con ugual desìo
Pronto à seguirti sarò teco anch'io.
Oronte
L'arresterà il mio brando.

Farà la mia spada,
Ch' il perfido cada,
E smorzi col sangue
L'ardore, e l'ardir.
A giusta vendetta
Raggione m'alletta,
Mi desta il coraggio
L'oltraggio à punir.

Farà, ecc.

Scena tredicesima

Borghi della Città con Tende Militari, ed in prospetto le Mura del Castello, che cadono abbattute dagl'Arieti, e Machine Militari di Tigrane, e Clearte.

Tigrane, Clearte con Soldati accampati.
Clearte
Tigrane invitto, ecco di tue fortune
Cambiata già la scena;
Già di più schiere elette,
Torni al Comando, e de' sofferti oltraggi
In stato sei di far le tue vendette.
Tigrane
Io sol di Cleopatra
La vita, e libertà salvar pretendo,
E non di alcun l'offesa vendicarmi:
Questo solo oggi chiedo
All'usato valor delle vostr'armi.
Oronte
(Sopra il muro.)
Tanto dunque s'avanza
Contro il suo Rè del traditor Farnace
La perfida arroganza?
Tigrane
Più Farnace non sono: in Mitridate
Conosco sol di Cleopatra il Padre;
Ma quale io sia Farnace, ò pur Tigrane,
Se ardirà starmi à fronte
Lo scorgerà ben presto il vile Oronte.
Su dunque Amici: queste vecchie mura,
Che son debol riparo
Contro le vostre posse,
Cadano frante al suolo,
Delle belliche Travi à gl'urti, e scosse.

Qui si battono le Muraglie con l'Arieti, e cadendo, fanno una larga apertura, dalla quale si vede il Palazzo Regio con scalinata da salirvi.
Corrono all'apertura del Muro per difenderne l'ingresso Oronte con suoi Soldati, contro de' quali combattono quei dì Tigrane, mettendo i Defensori in fuga.
Clearte
Già il diroccato muro
N'apre varco bastante
Per portarvi à dispetto
De' Difensori suoi le nostre piante.
Tigrane
Chi di brama d'onor accende il petto
Gl'intrepidi miei passi
Segua, ch'io volo il primo
Sù l'erta di quei sassi,
E in quel sentiero orme di gloria imprimo
Oronte
Venite: all'ardir vostro
Argine più sicuro,
Se fù debole il muro, e'l petto nostro.
Clearte
Cadete ò vili: in vano
Col valor di Tigrane si contende.
Tigrane
Fuggon già vinti: Seguili: il mio piede
Del Cor seguace, a Cleopatra ascende.

Scena quattordicesima

Cleopatra, Tigrane, e suoi Seguaci.
Cleopatra
Ah Tigrane, ove vai, ferma; che tenti?
Così di Cleopatra
Si rispettan le Soglie? mà già leggo
Nella torva tua fronte
Di sdegno, di furor, d'odio, e vendetta
Caratteri funesti.
Tigrane
Mio Tesoro.
Cleopatra
Ah crudel veggo il tuo brando
Del sangue di mio Padre ancor fumante.
Tigrane
Nò, mia vita . . . .
Cleopatra
Perche dentro il mio seno
Tu non l'immergi ancor?
Tigrane
Bella deh senti . . . .
Cleopatra
Sento, che qui d'intorno
L'Ombra del mio gran Padre errado geme:
E a seguitarlo già chiama quell'alma:
Sento, che l'alma già lo segue: Oh Dei!
Sento, che l'alma spira.
Tigrane
Ah Cleopatra, mira
Ch'é falso il tuo timor: Svenuta langue:
Reggetela ò miei fidi: alla mia Tenda
Si porti; e con antidoti, e liquori
A i vitali suoi spirti ivi si renda;
Dall'espugnate mura
Ognun poi si ritiri, e torni al Campo;
Che toglier non pretendo
A Mitridate il Soglio.
Gl'oltraggi, che mi fè, più non attendo,
E se Cleopatra è mia sono contento.

Solca il Mar, e nel periglio
Contro il Ciel s'adira, e freme
Il Nocchiero;
Mà poi giunto al caro lido
Più non teme
Non rammenta l'urto fiero
D'Onda irata, ò vento infido,
Che lo spinse à naufragar:
Mira il lacero Naviglio
Pago appien di sua salvezza;
Più non cura la ricchezza,
Ch'acquistar forsè potea
Seguitando à navigar

Solca, ecc.

Fine dell'Atto Secondo.

ATTO TERZO

Scena prima

Stanze Reali di Mitridate.

Mitridate, e poi Apamia.
Mitridate
Cosi dunque schernito
Nella mia Regia istessa
Sarà il mio Scettro. Ma qual Scettro io dico?
Quello, che per mio scorno
Mi rende un fier Nemico?
Scettro sì vergognoso
Sdegna la destra mia: Sì lo detesto,
Lo rifiuto, lo getto, e lo calpesto.
Da mè, che più volete, oh stelle ingiuste?
Ecco un Ré senza Regno,
Un Padre senza Figlia.
Apamia
Ah Sire, ah Sire,
Nella torbida mente
Risplenda omai d'alta ragione un raggio,
Calma l'acerbo affanno,
Se non brami, ch'anch'io
Accompagni il tuo duol col pianto mio.
Mitridate
Soffrirò dunque in pace
Il mio torto, il mìo oltraggio?
Ma se crudo destin vuol pur, ch'il soffra,
No'l soffriranno ì Numi;
Non lo soffrite, ò Cieli,
E sù le tempie indegne
D'una Figlia rubella
Scagliate i vortri più tremendi Teli.
Apamia
Ma pur questa tua Figlia,
Che sì fiero condanni,
Mal grado all'ira tua, premerà un giorno
Il sublime tuo Soglio.
Mitridate
Mal grado all'ira mia, premerà un giorno
Il sublime mio Soglio?
Lo spera in van l'indegna:
Darò Prencipi al Ponto,
E Figli à Mitridate, a lei nemici:
Fin da questi momenti
La speranza del Soglio, io vuò, che perda.
A i Regali Imenei
Tè invito, ò Bella: In questo giorno istesso
Ti chiamo al Letto, e al Regno;
Così con un sol nodo
Darò pace al mio amor, esca allo sdegno.
Apamia
Io Reina, e tua Sposa?
Mitridate
Sì: nel tuo sen la mia vendetta è ascosa;
Non meno à vendicarmi,
Ch'all'amor mio, beila il tuo sen' prepara,
Ch'io vado, e là ti attendo,
A prevenire intanto il Tempio, e l'Ara.
Apamia
Se per tè, mio caro Sposo,
Trova l'Alma il suo riposo
Nel piacer della vendetta,
Più bramare il cor non sà.
E abbattuto à pie del Soglio
Vedrò lieta quell'orgoglio,
Che credea render soggetta
La mia bella fedeltà.

Se per tè ecc.
Mitridate
Vanne, mia Cara, sì, che dal tuo volto
Più bella splenderà del cor la pace;
E la Superba audace,
Ch'osò farsi bersagiio al mio furore,
Vedrà, stolta, qual sia
La forza dello sdegno, e dell'Amore.

Freme il mare, e la nave del Regno,
Se un' ingrata agitarla pretende,
Benché inalzi l'amor, che l'accende
Del mio petto il furor non atterra:
Mà se perdo con barbaro sdegno
Scettro, e Soglio più lieto è il cor mio,
Che à un nemico fatal non vogl'io
Far più grato il destin delia guerra.

Freme ecc.

Scena seconda

Accampamento de' Messaggeti seguaci di Clearte, e di Tigrane con gran Padiglione, del quale alzandosi la cortina, si scuopre Cleopatra svenuta.

Clearte, che conduce Oronte fatto prigioniero, e Tigrane.
Clearte
Obbediti i tuoi cenni,
Signor, già son: libera à Mitridate
Lassai la Regia: delle ostili spoglie
Oronte imprigionato à tè sol resta,
Che qui vien tratto.
Tigrane
E né men voglio questa:
Sciolgasi da i legami.
Oronte
Se ben vinto,
E priggionier mi vedo,
A té non già, mà alla tua sorte io cedo.
Tigrane
Tuo vincitor non sia
Il mio valor, né la fortuna mia:
Vincesti, sol pretendo
In generosa gara, e con la spada
L'intiera libertà perciò ti rendo;
Libero sei, ritorna à Mitridate,
Digli, che quella mano,
Che più Regni à Lui diede,
Non sà levargli il Trono;
E benché m'abbia offeso,
Odiar non posso il Padre,
Se la Figlia d'amor m'ha il seno acceso.
Oronte
Generoso tu sei,
Se libertà mi rendi,
Accetto il dono, e'l Donator vorrei
Poter amar, come raggion richiede;
Mà amor, l'istesso amore
Ch'hai tù, mel vieta, e del mio Rè la fede.

Amarti non devo,
Odiarti non sò:
Amico ti bramo,
Ti sdegno Rivale,
Perchè amo lo strale,
Che il sen ti piagò.

Amarti ecc.

Scena terza

Si apre il Padiglione, e si vede Cleopatra, che riviene in se dallo svenitnento.

Cleopatra rivenuta: Tigrane, Clearte, e Soldati.
Tigrane
Ma' dove è Cleopatra?
Clearte
In quella Tenda,
Signor, fu posta sovra molli piume
Per dar qualche ristoro
A suoi spirti languenti.
Tigrane
Mentre Io là vado; Vanne tu Clearte
In difesa à dispor le nostre Genti.
(Clearte parte)
Cleoptatra
Chi mi richiama à i sensi?
Tigrane
Cleopatra IdoI mio.
Cleopatra
Chi mi torna in me stessa? ove è mio Padre?
Tigrane
In Sinope sua Regia ei vive, e regna.
Cleopatra
Mà dove son? Son queste
Le Regali mie Soglie?
Tigrane
Le Regali tue Soglie
Eran Carceri orrende
Della tua libertà: qui sei Regina
Di te stessa, e di noi.
Cleopatra
Non più: già vedo,
Che qui Serva son io, ma le catene
Ove son ? Ecco il piede,
Che già presento à i lacci.
Tigrane
Tu Serva, ò mio tesoro?
Nò, lo Schiavo son'io
Tù mia Regina, e mia Signora sei.
Cleopatra
Dunque se tua Regina,
E tua Signora Io sono,
Se Amante pur tù sei, se Rè, se Grande;
Ascolta i miei comandi, ò le preghiere.
Tigrane
Che vuoi? che chiedi?
Cleopatra
Tosto,
Raccogli le bandiere
Lascia al mìo Genitor libero il Soglio.
Tigrane
Libero à lui già resta.
Cleopatra
Lascia, che à terger vada
Le lagrime del Padre, al Padre rendi
Della Figlia gli amplessi.
Tigrane
E il mio amor?
Cleopatra
Così il mostri.
Tigrane
Il tuo rischio?
Cleopatra
Nol curo.
Tigrane
Il Rivale?
Cleopatra
Che può?
Tigrane
Il Padre?
Cleopatra
Che farà?
Vorrà unirmi ad Oronte? Ei non potrà.
Tigrane
A che dunque partire?
Sol per render più fieri i miei tormenti.
Cleopatra
Che Cleopatra io sono,
Pur conviene, ò Signor, che ti rammenti.
Tigrane
Ma Oronte?
Cleopatra
E che far puote?
Tigrane
Userà le preghiere.
Cleopatra
Inefficaci.
Tigrane
Et Apamia gl'inganni.
Cleopatra
Ogn'or delusì.
Tigrane
II Padre le minaccie.
Cleopatra
E che farà?
Vorrà unirmi ad Oronte? ei non potrà.
Tigrane
Come, se à lui ti rendo,
Et ei d'Oronte agl'Imenei ti sforza,
Potrai serbarmi fé?
Cleopatra
Per tè morendo:
Si si, quando non basti
Il mio solo dolore à darmi morte:
Questa mia destra . . . .
Tigrane
Ah pria
Voglio soffrir di rimirati infida;
Sarebbe all' Alma mia
Troppo crudel martire,
Vederti estinta: Vivi pure, e serba
A' più felice Amante,
Mà non già più costante,
Il possesso d'un Cor, che già fu mio.
Cleopatra
Ingrato, e che hò fatt'io
Per sembrarti sì vil? dunque sì poco
Mi conosci, e sì poco in me confidi?
Tu a viver mi conforti, e tu mi uccidi:
Mà senza mia vergogna restar più non posso.
Tigrane
Andianne; In fronte
L'impazienze tue chiare già leggo:
Andianne, andianne à ritrovar Oronte;
Io di mia man . . . .
Cleopatra
T'mpongo,
Di qui restar: Nel ricondurmi al Padre
Più Rea mi renderebbe una tal scorta.
Tigrane
Oh barbaro comando!
Cleopatra
Oh Dei! son morta:

Mira il pianto, in cui mi struggo,
E crudel paventa poi,
Se tu puoi della mia fé:
T'amo, oh Dio, se ben ti fuggo,
T'amo oh Dio, più del cor mio;
Ma una fama illustre, e chiara
M'è più cara ancor di tè.

Mira ecc.
(Parte)
Tigrane
Seguitela, ed Idaspe
Fin dentro alla Città ne scorti il passo;
Ahi sventurato, ahi lasso,
E vivo ancora, e spiro,
Or che da me partita
Con la mia Cleopatra è la mia vita?
Ma che penso, che fò? dunque sia vero,
Che nell'Armenia io torni
A trar dolenti i giorni,
E che sicura in tanto, e facil preda,
Sì degna Amante al mio Rivale io ceda?
Ah nol sarà: voglio tentar l'estrema
Prova d'una gran fé, d' un grand'ardire
Per confonder lo sdegno
Di Mitridate, e se convien morire,
Di Cleopatra vuò morir più degno.

Più tiranna gelosia
Della mia
Chi mai vedrà?
Sdegno, e amore
Affligge il core,
E soffrendo un doppio male,
L'Alma mia viver non sa.

Più ecc.

Scena quarta

Clearte, e Tigrane.
Clearte
Dove così turbato
Movi, ò Tigrane, il passo?
Cleopatra arrestar può un sol tuo cenno.
Tigrane
Chi in libertà la pose
Ritenerla non sa.
Clearte
Dunque fur vani,
Signor, i prieghi tuoi?
E sdegna la crudel restar fra noi.
Tigrane
Clearte, indarno hò pianto, ed ho pregato
Per ammollir quel core,
Una virtude austera
Lo ha reso cieco, e sordo al mio dolore:
Ma troncarò ben io
Alle mie pene il corso,
Con far, che da me solo
Dipenda il mio soccorso.
Clearte
Mà che farai?
Tigrane
Dentro il nemico Muro
Per angusto sentiero à me sol noto
Condurrò le mie piante: à tè consegno
Le bellicose Squadre. E tu con esse,
Dal Monarca adirato otterrai pace,
Satollerà il tuo sdegno il morir mio,
Qui resta: Così voglio: Amico addio.

Ti basti di saper,
Che posto in mio poter
E' il mio conforto,
E che tra le procelle,
Ad onta delle stelle,
Io miro il porto.

Ti basti, ecc.
(Parte)
Clearte
Ferma, ferma Tigrane,
Ferma, Signore: Ei vola:
Ma qual furor gli svelle
Dal crine i Lauri, e il tragge
A' rapir della Parca il colpo estremo?
Ah, che a tutto il condanna
D' un disperato amor forza tiranna.

Alle seosse d'empia sorte,
Se resiste un petto forte,
Vinto poi cede all' amor:
Col suo fato, alma costante,
Sà lottar, ma resa amante
Perde al fine ogni vigor.

Alle ecc.

Scena quinta

Giardino d'Apamia.

Oronte, Apamia, e poi Arbante.
Oronte
Apamia.
Apamia
Oh giustdi Dei!
Che vedo? mio Germano;
Priggionier più non sei.
Oronte
Libero io son.
Apamia
Chi ti sciolse il piede?
Chi spezzo le inumane
Ritorte, che à mè l'Alma
Tennero pure avvinta?
Oronte
Fù Tigrane.
Apamia
Tigrane? E come?
Oronte
Egli non men cortese,
Che forte, pria mi vinse
Con l'Armi sue, poi libertà mi rese,
E l'odio in me quasi del tutto estinse.
Apamia
Il generoso dono
Contro il mio pur combatte: mà già sposa
Di Mitridate io sono,
Scostarsi dal suo core, il mio non osa;
Ei nel Tempio m'aspetta,
Ove al nostro Imeneo
Fà preparar le Vittime, e le Tede;
Colà n' andrò ben tosto, e tù ancor puoi
Portar colà sciolto da i lacci il piede.
Arbante
Principessa t'inchino:
Mitridate il mio Rè,
In cui fatta è Gigante
D'Amor la frenesia,
Messaggier supplicante à voi m'invia.
Apamia
Da me, che chiede?
Arbante
Se voi mi preparate
Il premio innante,
Ve lo dirò.
Di felici novelle è Nuncio Arbante.
Apamia
Dunque,
Spiega ciò, che tù devi.
Arbante
Vuole il Rè in questo punto,
Che al Tempio andiate in fretta,
Che per farvi Regina là vi aspetta.
Apamia
M'eran noti i suoi sensi;
Perciò: Al mio Prence, al mio Rè
Tù gli dirai,
Ch' ora mi porto a' suoi vezzosi rai.
Arbante
Ubidisco, e vi faccio riverenza,
Ma della mancia
Me ne vado senza.
Oronte
Germana, mentre il Cielo à tè destina
Dell'Asia il più bel Trono,
Io già per mia Regina
T'inchino, e ti consiglio,
Che la Ruota fissar di tua Fortuna
Sappi girando in dolci vezzi il ciglio.
Apamia
Uniforme a' tuoi sensi
Sono anche i miei: Grazia, Bellezza, ed Arte
Saran l'Armi, onde spero
D'un Reggio petto conservar l'Impero.

Se in un bel viso
Lampeggia il riso,
Co' i dolci sguardi
Fulmina ancor:
Le parolette
Di vaga bocca,
Son le saette,
Che all'Alme scocca
L'arco d'Amor.

Se in ecc.
(Parte.)
Oronte
Ecco d'Apamia in fronte
Il Diadema di Ponto, e tù sei solo
A non goder della sua sorte Oronte?
Ah, che all'altrui gioir cresce il tuo duolo;
Se in Colei, che ti toglie
Un Rival fortunato, perdi insieme,
E di regnare, e di goder la speme.

Se ogn'or di pena in pena
Ha l'Alma da passar,
Morendo al suo penar
Meglio é dar fine;
Ma se l'altrui virtute
Cagion delle cadute
La gloria hà da restar di mie ruine.

Se ogn'or ecc.

Scena sesta

Parte interiore del Tempio di Giove con l'Altare d'Imeneo, Vasi, Vittimari, ed Istromenti di Sacrificio.

Mitridate con accompagnamento di Guardie, Satrapi, e Sacerdoti, e poi Oronte.
Mitridate
Fidi Vassalli miei, già ben v'è noto,
Che una perfida Figlia
Toltasi à me, tolse per voi la speme
Di venerar su'l Trono
Gli avanzi del mio sangue:
Oggi al Talamo eccelso
Apamia ho desinato;
Ella i Prencipi à voi, darà à me figli
Di ereditar ben degni
Il mio Core, il mio Scettro, i miei consigli;
Or qui si chiami.
Oronte
Sire, alle tue piante . . . .
Mitridate
Oronte, à tempo giungi:
Ma come dal poter de'miei Nemici
Uscir ti fù permesso?
Oronte
Mi diede libertà Tigrane istesso.
Mitridate
Raddolcire il mio sdegno
Così fors'egli crede;
Mà con forza tiranna
La Figlia mi ritiene.
Oronte
Amor l'inganna.

Scena settima

Apamia, e li medesimi.
Apamia
A Tuoi sovrani cenni
Eccomi obbediente.
Mitridate
A regnar meco,
E non ad ubidir, Bella ti elessi:
Al Talamo, ed al Trono
Mio vanto sia l'averti per compagna,
Quando in amor, solo tuo Servo sono.

Vieni, ò Bella, che Regina
Già t'inchina
Il mio Regno, ed il mio Cor.
E il mio Cor, che fà Regnante,
Fatto Amante
Ora è Servo del tuo Amor.

Vieni ecc.

Scena ottava

Arbante, Cleopatra, e li medesimi.
Arbante
Allegrezza, allegrezza, allegrezza.
Mitridate
Di qual fausta novella
Apportator qui giungi?
Arbante
Cleopatra, Signor . . . .
Mitridate
Di chi tu parli?
Arbante
Tua figlia . . . .
Apamia
Che sarà?
Oronte
Nuova speranza
In mé risorge.
Arbante
Eccola, che qui viene.
Cleopatra
Padre, Signor, io torno . . . .
Mitridate
Torni, a pagar le meritate pene
Del tuo grave fallir?
Cleopatra
Da tè partita,
Mal grado mio; di mio voler qui torno,
Nè questa, che tù chiami
Colpevol fuga, à mè recar può scorno:
Spinto da cieco affetto
Errò solo Tigrane; ed é rigore
Volermi Rea, quando Innocente io sono.
Mitridate
La man porgi ad Oronte, è ti perdono.
Claeopatra
Sire, sia con tua pace,
Doppo tanti servigj, e doppo il grande,
Che in rimandarmi al Padre
Mi diè del tuo rispetto ultimo segno,
D'un' alto guiderdon Tigrane é degno.
Apamia
Quale ardir!
Oronte
Qual costanza!
Mitridate
Io non ti chiedo
Le sue discolpe, mà ubidir t'impongo
Del tuo Rè, del tuo Padre il giusto impero.
Cleopatra
Oh Rè crudele! oh Genitor severo!

Padre, ahi come
Sì bel nome
Nel tuo sen forza non hà?
Sei mio Rè, ma non Tiranno
E s'è giusto in mè l'affanno,
Deve in tè destar pietà.

Padre, ecc.
Mitridate
In van pietà mi chiedi,
In van Padre mi chiami;
Fammi scorger in tè prima la Figlia,
Se Padre aver mi brami;
Ubbidisci: ad Oronte
Porgi la mano.
Cleopatra
Uccidimi, ò dolore.
Mitridate
Se ad ubbidir più tardi,
Tù qui dell'ira mia . . . .

Scena nona

Tigrane, e li medesimi.
Tigrane
Ferma, ò Signore.
Oronte e Apamia
Oh Dei! che miro . . . .
Cleopatra
Ahi vista!
Già dolce, ed or penosa.
Mitridate
E tanto ardisci ancor?
Tigrane
La Fè di Sposa
Mi giurò Cleopatra, e tù non puoi
Stringerla ad altro Amante fin ch'io viva;
Da giuramenti suoi
Col mio morir vengo à disciorla: E' questa
Di porla in libertà l'unica strada:
A té la spiano io stesso,
Con levarti il timor della mia spada.
Mitridate
Sì sì morrai: ben giusta
Fors'è, che sia tua morte,
Se à cercarla tù stesso il Ciel ti giuda
Per pagar con la vita il tradimento,
Olà: mora costui.
Cleopatra
Solo non mora,
E se di sangue hai sete,
Ben poi versar quel della Figlia ancora.
Apamia
Che costanza!
Oronte
Che amor!
Tigrane
Traditore Tigrane?
Io, che per Cleopatra à te pur figlia,
Mi tolsi al Padre, e al Regno;
Io, che ignoto Guerriero
Cinsi per tè la spada, e in mezzo all'armi
Ti mietei mille palme;
Io, che gionto al comando
Delle tue Squadre,
Gettai fasci di lauro à pie del Trono?
Io, che vinta la Regia
Stringendo in mia balia tutto il tuo fato,
Ti resi il Soglio, e solo
Cleopatra mi tolsi;
Mà come à te la tolsi? à mé la tolsi;
E vinto da' suoi prieghi,
A tè la resi ad onta del mio amore.
Traditore Tigrane? Io Traditore?
Rileva si, ò Monarca,
Queste cifre, ch' hò in petto:
Son marche d'ignominia, ò pur d'onore?
Traditore Tigrane? Io Traditore?
(A Clepatra)
Nò, nò, mio Bene,
Lascia di aggionger pene alla mia morte:
Nel renderti compagna alla mia sorte,
Mi sarebbe il morir troppo tormento.
Mitridate
Qualche pietà nascermi in petto io sento.
Tigrane
Svena, ò Monarca,
Cleopatra
Svena
Tigrane e Cleopatra
Un'amor, che t'offende.
Oronte e Apamia
Ha ben di giaccio il cor chi non s'arrende.
Oronte
Sire, per mia cagione
Incrudelir non dei col proprio sangue,
Né con quel d'un'Eroe, che tante volte
Per té lo sparse, e t'inaffiò gl'allori:
Cleopatra io gli cedo,
Cede il mio affetto a i lor più giusti amori.
Apamia
Signor, di questo giorno,
Che, tua mercé, si lieto per mè splende,
Ombra funesta il bel seren non tolga,
E quel nodo, che stringe
Un così fido amor, tua man non sciolga;
Ma cada al suo bel foco ogn'odio estinto.
Mitridate
Bella, non più, son vinto:
Figlia, Prencipe, Amici,
Che parte aveste in tranquillar quest'alma,
Sù la tomba del pianto
Rinasca il riso, e splenda
Di Reale Imeneo la doppia face.
Apamia
E d'etereo fulgor le Tede accenda.
Cleopatra
Padre, lascia, che imprima
Baci d'ossequio alla tua man Reale.
Tigrane
Magnanimo Regnante,
Lascia, ch'umile, e chino
Baci su la tua destra il mio destino.
Mitridate
Gran Rè ti abbraccio, e tù mia Figlia impalma
Questa destra sublime.
Cleopatra e Tigrane
Per soverchio gioir languisce l'Alma.
Tigrane
Ma Clearte . . . .
Mitridate
Non più,
Si richiami alla Corte,
E torni del suo Rè grato all'aspetto.
Apamia
Prencipi à voi mia fede eterna impegno.
Oronte
Vostra eccelsa virtude
Dell'amor mio trionfa.
Apamia
E del mio sdegno:
Stringa amor, e la gloria il nostro laccio.
Mitridate e Apamia
Mio cor ti annodo.
Cleopatra e Tigrane
Idolo mio t'abbraccio.
Apamia e Cleopatra
Già che al sen ti stringo, ò caro,
Mitridate e Tigrane
Già che al sen Bella ti annodo
A quattro
Non hà il cor più che bramar.
Cleopatra eTigrane
Porti il Sol raggio più chiaro,
Mitridate e Apamia
Sparga il Ciel più lampi intorno,
A quattro
Sì bel giorno à serenar.

Mio cor ecc.

FlNE DEL DRAMA.



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Ultimo aggiornamento 7 marzo 2022