Andante e Rondò ongarese in do minore - maggiore, op. 35, J. 158


Musica: Carl Maria von Weber (1786 - 1826)
  1. Andante (do minore)
  2. Rondò: Allegretto ungherese (do maggiore)
Organico: fagotto solista, 2 flauti, 2 oboi, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani, archi
Composizione: Praga, 16 - 18 febbraio 1813
Prima esecuzione: Praga, Ständetheater, 19 febbraio 1813
Edizione: Schlesinger, Berlino, 1816
Guida all'ascolto (nota 1)

Weber diede il meglio del suo ingegno nel teatro musicale e opere come il Freischutz, l'Euryanthe, e l'Oberon restano esempi altissimi in campo melodrammatico: per originalità di stile e genialità di orchestrazione, prefigurando la cosiddetta «opera d'arte totale» realizzata poi da Wagner e in cui sono strettamente connessi fra di loro la musica, il testo poetico, la scenografia e la regìa teatrale. Ciò non significa però che tutto Weber sia nel teatro e le sue composizioni sinfoniche, strumentali, da camera e pianistiche presentino scarso interesse sotto il profilo tecnico ed estetico. Al contrario. Autore di due sinfonie, varie sonate per pianoforte, di due concerti per pianoforte, di due concerti per clarinetto e orchestra, del brillante Konzertstück per pianoforte e orchestra, dei pezzi pianistici Grande Polonaise in mi bemolle op. 21, Rondò brillante in mi bemolle op. 61, Aufforderung zum Tanz, op. 65 (il famoso «Invito alla danza» orchestrato da Berlioz), la Polonaise brillante in mi op. 72, di numerose variazioni su temi propri e altrui, di varie sonate per violino e pianoforte e di altre composizioni per fagotto, corno, violoncello e per piccoli complessi, come il trio, il quartetto e il quintetto, Weber dimostra la sua schietta natura romantica (per i sentimenti che esprime e per il modo ardente e appassionato con cui li esprime) e il suo vivacissimo pensiero musicale aperto alle sollecitazioni e agli umori che derivano da una irrefrenabile gioia di vivere.

Certo, nelle composizioni sinfoniche e strumentali da camera weberiane il motivo di maggior richiamo è dato dal timbro e dal colore del suono, molto più personale rispetto alla struttura architettonica del pezzo. Ma sono proprio quelle qualità e quelle caratteristiche che preparano la strada all'affermazione e allo sviluppo dell'orchestra nella grande stagione romantica.

Un esempio eloquente della bravura di strumentatore di Weber si può ravvisare nell'Andante e Rondò ongarese in do minore op. 35 per fagotto e pianoforte, dove ad un movimento pensoso, punteggiato dalle squisitezze timbriche del solista, si alterna a mo' di conclusione un allegro vivace e scherzoso, dal ritmo leggero e spumeggiante. Il brano fu composto nel 1813, quando il musicista era direttore del teatro d'opera di Praga e aveva già esaltato le risorse tecniche dello stesso fagotto nel Concerto in fa maggiore scritto nel 1811 e pubblicato come op. 75.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 20 febbraio 1979


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Ultimo aggiornamento 8 novembre 2012