Euryanthe, op. 81
Grande opera eroico-romantica in tre atti
Musica: Carl Maria von Weber (1786 - 1826)
Libretto: Helmine von Chézy, dall'"Istoire de Gerard de Nevers
et de la belle et vertueuse Euryanthe de Savoie" (XIII sec.) e in
parte dal "Cymbeline" di William Shakespeare
Ruoli:
- Re Luigi VI (basso)
- Adolar, conte di Nevers e Rethel (tenore)
- Lysiart, conte di Forest e Beaujolais (baritono)
- Euryanthe di Savoia, moglie di Adolar (soprano)
- Eglantine di Puiset (mezzosoprano)
- Rudolf (tenore)
- Bertha (soprano)
- Dame, cavalieri, nobili, popolo
Organico: orchestra
Composizione: Klein Hosterwitz, 17 maggio 1822 - 29 agosto 1823
(ouverture: Vienna, 19 ottobre 1823)
Prima rappresentazione: Vienna, Karntnertor-Theater, 25 ottobre 1823
Edizione: Steiner, Vienna, 1824
Dedica: all'imperatore Francesco I d'Austria
Sinossi
Atto primo.
A Préméry, nel castello di re Louis, i festeggiamenti per la pace sono
rallegrati da una romanza di Adolar ("Unter blüh'nden Mandelbäumen"),
in cui il conte canta un elogio della moglie, esaltata anche dagli
altri convitati (coro "Heil Euryanth"). L'armonia è infranta a opera
del conte Lysiart, che scommette di poter provare l'infedeltà della
donna; il marito accetta la sfida, in cui entrambi i signori
rischieranno i loro possedimenti. Nel proprio castello, a Nevers,
Euryanthe esprime il suo amore per il marito assente (cavatina
"Glöcklein im Thale"); entra in quel mentre la falsa e infida
Eglantine, che tenta di scoprire particolari imbarazzanti nella vita di
Euryanthe, attraverso un'ipocrita professione di fede verso la contessa
(aria di Eglantine "O mein Leid"). Fidandosi di lei, Euryanthe le
rivela che durante la notte è solita pregare sulla tomba della sorella
di Adolar, Emma, che le è apparsa: la donna si era uccisa con del
veleno nascosto in un anello, poiché il suo amante era morto in
battaglia; il suo fantasma ha rivelato a Euryanthe che solo le lacrime
di disperazione di una ragazza innocente potranno restituire alla
defunta la pace eterna. Eglantine giura che manterrà il segreto
riguardo a queste notizie (duetto "Unter ist mein Stern gegangen"), ma
in verità ha già in mente di avvertire Adolar, di cui è segretamente
innamorata (scena e aria "Bethörte"). L'atto si conclude con l'arrivo
del conte Lysiart, che subito si innamora di Euryanthe.
Atto secondo.
È ormai notte. Lysiart, diviso tra il rimorso e la dedizione al male,
decide di perseguire il suo piano malvagio (scena e aria "Wo berg' ich
mich?"). In quel mentre Eglantine sta riemergendo dalla tomba di Emma,
dopo aver prelevato l'anello di cui le ha parlato Euryanthe. I due
malvagi si incontrano e decidono di stringere un patto di mutuo
sostegno, nonché di sposarsi (duetto "Komm denn"). Nel castello regale
di Préméry, Adolar rimane saldo nella sua fiducia in Euryanthe, di cui
si dichiara ancora innamorato (aria "Wehen mir Lüfte Ruh").
Sopraggiunge la donna, che corrisponde i suoi sentimenti d'amore
(duetto "Hin nimm die Seele mein"). L'arrivo di Lysiart getta però
tutti nello scompiglio: questi sostiene di avere vinto la scommessa e
di stringere in mano la prova del tradimento di Euryanthe. Esibisce
infatti l'anello di Emma e dichiara di conoscere il segreto che lo
circonda, infondendo nei presenti il vago sospetto della colpevolezza
di Euryanthe. Adolar ha dunque perso ogni suo possedimento e si dirige
con la moglie alla volta di territori desolati.
Atto terzo.
In una gola di montagna, Adolar considera turbato la sua condizione.
L'amore di un tempo si muta nella decisione di uccidere la moglie
infedele. Euryanthe riafferma però con forza la propria innocenza
(recitativo "Hier weilest du?"). Proprio durante il confronto tra i due
(duetto "Wie liebt' ich dich"), compare un serpente. Dapprima la donna
cerca di interporsi così da salvare il marito, ma poi quest'ultimo
decide di affrontare l'animale e l'uccide. Mentre Euryanthe teme per la
sorte di Adolar, questi ritorna, dopo aver ucciso la bestia, e le
annuncia che ha deciso di lasciarla. La donna esprime il suo desiderio
di morte (scena e cavatina "So bin ich nun verlassen"), ma viene
interrotta dall'avvicinarsi di un gruppo di cacciatori (coro "Die Thale
dampfen"), alla cui guida è re Louis in persona. Al sovrano, stupefatto
per l'accaduto, Euryanthe svela il tradimento di Eglantine (duetto con
coro "Lasst mich hier"). Convinto il re della sua innocenza, la donna
assapora nel suo cuore l'incontro con l'amato Adolar (aria con coro "Zu
ihm, zu ihm"). Ma, mentre stanno per partire, Euryanthe viene meno. A
Nevers il popolo sta festeggiando la primavera, quando sopraggiunge
Adolar. Gli vengono svelati l'innocenza di Euryanthe e il tradimento
della coppia malvagia. Tutti assicurano ad Adolar il loro sostegno se
questi vorrà riprendere in mano le redini del potere. Nel frattempo
giungono anche Lysiart ed Eglantine, accolti dalla furia popolare.
Arriva anche il re, che impedisce ogni combattimento e reca notizie di
Euryanthe. A quel punto l'armonia tra Eglantine e Lysiart si infrange e
l'uomo pugnala la sua alleata, che gli si è appena rivoltata contro.
Trascinato via Lysiart, sopraggiunge Euryanthe, rimessasi
dall'eccessiva emozione. Le sue lacrime hanno finalmente restituito la
pace al fantasma di Emma e i due sposi possono riconciliarsi nel
tripudio generale.
Nonostante la debolezza del suo impianto drammatico, l'opera
venne recepita come un modello fondamentale per alcuni dei maggiori
esponenti del Romanticismo tedesco, ovvero da compositori quali Wagner,
Marschner, Liszt e Schumann.
L'opera era stata commissionata da Domenico Barbaja, all'epoca
impresario del viennese Teatro di Porta Carinzia. Weber era reduce dal
successo clamoroso del Freischütze
gli veniva richiesta proprio un'opera che ricalcasse le orme di quel
capolavoro. Tuttavia la fantasia creativa del compositore era già
attratta da altre soluzioni formali: in particolare era sua intenzione
superare il modello del Singspiel,
sostituendo i dialoghi parlati tipici di questo genere e creando così
una struttura totalmente musicale che prevedesse anche il recitativo di
tradizione italiana. Dietro questa intenzione si celava il desiderio di
affrancare il proprio progetto di opera tedesca dalle accuse di facile
cedimento all'elemento popolare, nonché la volontà di competere con i
connazionali Spohr e Mosel. Euryanthe
venne dunque scritta tra il maggio 1822 e l'agosto 1823 (ouverture a
parte) su un debole libretto dell'inesperta Helmina von Chezy, che
all'inizio aveva cercato di rifiutare la commissione. Se la fortuna
dell'opera non fu grande, ciò è dovuto anche alla musica di Weber, che
rappresenta uno dei tentativi più avanzati, in quegli anni, di creare
un organismo musicale continuo, in grado di abolire le divisioni tra i
pezzi chiusi, di tipo lirico, e i dialoghi, durante i quali procede
l'azione. Un tentativo accompagnato dall'utilizzo esteso di motivi
ricorrenti, quasi dei Leitmotive (termine che indica una motivo, un
timbro particolare oppure una cellula ritmica utilizzati per
identificare un personaggio), aspetto che pone l'opera alle soglie
dell'esperienza del teatro di Wagner. I connotati di Euryanthe apparvero
poco tollerabili al pubblico dell'epoca: mentre i direttori iniziarono
a operare vasti tagli nella partitura, Schubert, da parte sua, criticò
il rapporto tra le voci e l'orchestra. Il valore della musica si
manifesta al meglio nella caratterizzazione delle singole situazioni,
affidata in misura rilevante al complesso tessuto orchestrale. Diverse
melodie presentate nell'ouverture ricompaiono, a guisa di Leitmotive,
per tutta l'opera, conferendole così una notevole compattezza tramite
mezzi puramente musicali. Ciò avviene, ad esempio, durante la scommessa
e la descrizione del fantasma di Emma nel primo atto e nell'aria di
Adolar nel secondo, mentre la coppia malvagia - che fungerà da modello
per i personaggi analoghi che appariranno in Lohengrin - viene
accompagnata costantemente da una musica cromatica, tortuosa e
armonicamente inquietante.
Raffaele Mellace
(1)
Dizionario dell'Opera 2008,
a cura di Piero Gelli, edito da Baldini Castoldi Dalai editore, Firenze
I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti
e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente
agli aventi diritto.
Ultimo aggiornamento 27 novembre 2016