Missa Sancta II in sol maggiore "Jubelmesse", op. 76, J. 251

per soli, coro e orchestra

Musica: Carl Maria von Weber (1786 - 1826)
  1. Kyrie - Moderato
  2. Gloria - Allegro vivace (re maggiore)
  3. Credo - Allegro (si bemolle maggiore)
  4. Sanctus - Andante maestoso (re maggiore)
  5. Benedictus - Andante (re maggiore)
  6. Agnus Dei - Andante con moto - Dona nobis - Andante quasi allegretto
Organico: soprano, contralto, tenore, basso, coro misto, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, timpani, archi
Composizione: Dresda, 16 ottobre 1818 - 4 gennaio 1819
Prima esecuzione: Dresda, Hofkirche, 17 gennaio 1819
Edizione: Haslinger, Vienna, 1835
Dedica: per le nozze d'oro di Federico Augusto I e Maria Amalia Augusta
Guida all'ascolto (nota 1)

Nel catalogo compilato dallo stesso Weber, questa Messa op. 76, compiuta nel 1818-19, figura come seconda, preceduta da quella in mi bemolle, dello stesso perìodo, avendo il musicista data per distrutta in un incendio una Jugendmesse del 1802. Senonché, nel corso di ricerche presso l'archivio del «Carolino Augusteum» di Salisburgo, Constantin Schneider scopri, nel 1925, il manoscritto di tale Jugendmesse, evidentemente non bruciato ma soltanto smarrito e chissà come finito in quel luogo. Perciò questa in programma è effettivamente la terza (e ultima) Messa di Weber.

Come la precedente, la Messa in sol è un'opera di circostanza, scritta su richiesta del Re di Sassonia. Un lavoro, cioè, composto per soddisfare una richiesta, non scaturito da una urgenza di espressione religiosa e tanto meno dall'ambizione di misurarsi, neppure stilisticamente, con i grandi modelli del genere sacro tradizionale. Ma entro tali limiti, Weber, profondamente attaccato alla religione cattolica, sa trovare degli accenti di una fede sincera, spontanea, anche se non intenzionata a porsi a base di un progetto monumentale specifico, come invece avviene nel suo contemporaneo Beethoven.

In tale prospettiva di una semplice e, diremmo, «ingenua» effusione di religiosità, si spiega il mancato ricorso ai modi tradizionali, contrappuntistici, del grande stile sacro. Ad eccezione di brevi tratti d'una elementare scrittura polifonica, le parti corali della Massa in sol sono, difatti, omofoniche: accordi di voci, appena mossi, a sostegno della melodia vocale, dove è concentrata la fascinosa inventività cantabile weberiana, colorita da un discreto ma esperto accompagnamento orchestrale. Cantabilità che, nelle parti solistiche, risulta, naturalmente, ancor più ricca e plastica. Non sono, come nella classica polifonia, le varie voci dei fedeli che si intrecciano, ciascuna con un proprio disegno sonoro, e convergono nella preghiera collettiva: ma è la voce di Weber che, sola, informa col suo individuale canto di lode il canto di tutti.

Siamo, del resto, nel Romanticismo, ossia nell'epoca dell'espressione individuale: così Weber adopera anche in una Messa, e giustamente, il linguaggio del suo tempo che egli stesso ha contribuito a creare. E, se, per ipotesi, si fosse lasciato condizionare dagli «obblighi» del genere, avrebbe fatto un'opera, oltre che insincera, accademica (come tante ne sono state scritte nell'Ottocento).

Sicché quella che, in base alla retorica, è stata vista, da certa pedante musicologia, come un difetto di sapienza compositiva, si rivela invece un pregio di autenticità: che trova conferma nello spirito, non già contemplativo, ma drammatico, teatrale, con cui l'Autore del «Freishütz» (a cui in quegli anni stava lavorando) affronta, in armonìa con la sua vocazione scenica, il tema della Messa.

Nicola Costarelli

Testo

KYRIE

Kyrie eleison;
Christe eleison;
Kyrie eleison.

GLORIA

Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus bonae voluntatis.
Laudamus te, benedicimus te, adoramus te, glorificamus te, Gratiam agimus tibì propter magnani gloriam tuam, Domine Deus, Rex coelestis, Deus Pater omnipotens, Domine, Fili Unigenite, Jesu Christe, Domine Deus, Àgnus Dei, Filius Patris. Qui tollis peccata mundi, miserere nobis, suscipe deprecationem nostram.
Qui sedes ad dexteram Patris, miserere nobis. Quoniam Tu solus sanctus, Tu solus Dominus, Tu solus altissimus, Jesu Christe, cum Sancto Spirito, in gloria Dei Patris. Amen.

CREDO

Credo in unum Deuin Patrem omnipotentem, factorem coeli et terrae, visibilium omnium et invisibilium; et in unum Dommum Jesum Christum, Filium Dei Unigenitum, et ex Patre natum ante omnia saecula, Deum de Deo, lumen de lumine, Deum verum de Deo vero, genitum, non factum, consubstantialem Patri, per quem omnia facta sunt; qui propter nos homines et propter nostram salutem descendit de coelis.
Et incarnatus est de Spiritu Sahcto, ex Maria Vergine, et homo factus est, crucifixus etiam pro nobis sub Pontio Pilato, passus et sepultus est. Et resurrexit tertia die, secundum scripturas. Et ascendit in coelum, sedet ad dexteram Patris et iterum venturus est, cum gloria, judicare vìvos et mortuos, cujus regni non erit finis.
Credo in Spiritum Sanctum Dominum et vivificantem, qui ex Patre Filioque procedit, qui cum Patre et Filio simul adoratur et conglorificatur, qui locutus est per Prophetas.
Et in unam sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam.
Confiteor unum baptisma, in remìssionem peccatorum.
Et expecto resurrectionem mortuorum, et vitam venturi saeculi.
Amen.

SANCTUS

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt coeli et terra gloria tua, Hosanna in excelsis.

BENBDICTUS

Benedictus Qui venit in nomine Domini. Hosanna in excelsis.

AGNUS DEI

Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem.

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 6 novembre 1968


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Ultimo aggiornamento 21 marzo 2013