Quintetto per archi n. 46 in do maggiore, op. 28 n. 4, G 310


Musica: Luigi Boccherini (1743-1805)
  1. Allegro con moto (do maggiore)
  2. Minuetto con moto (sol maggiore) - Trio (si bemolle maggiore)
  3. Grave (sol maggiore)
  4. Rondeau: Allegro con moto (do maggiore)
Organico: 2 violini, viola, 2 violoncelli
Composizione: 1779
Edizione: Pleyel, Parigi, 1802 (come op. 37 n. 7)
Guida all'ascolto (nota 1)

L'anno 1779 vede la nascita di ben 18 quintetti per 2 violini, viola e 2 violoncelli, il genere preferito da Boccherini. L'autore li divide in 3 gruppi da sei ciascuno, di cui i primi sei quintettini (così denominati perchè formati da soli due movimenti) costituiscono l'op. 27, pubblicata nel 1782. L'op. 28 e l'op. 29 invece, formate di sei "opere grandi" ciascuna (di 4 movimenti), sono state pubblicate solamente a distanza di molti anni, l'op. 28 per giunta da editori diversi (Pleyel e Janet Cotelle) che, dando a loro volta dei numeri d'opus ai singoli quintetti pubblicati, hanno contribuito notevolmente ad aumentare la già considerevole confusione tra le varie raccolte boccheriniane, ormai però definitivamente sistemate da Yves Gérard nel suo catalogo (1969). Il Quintetto op. 28 n. 4 in do maggiore G.310 è stato pubblicato da Pleyel nel 1798/99 come op. 37 n. 7.

L'Allegro con moto si apre con una scaletta, discendente cosparsa di trilli del primo violoncello, mentre l'esposizione del tema, dolce e rococò, è affidata al primo violino. Dopo un ulteriore intervento del primo violoncello prende il via, già durante l'esposizione, il gioco delle varianti del tema, iniziato dalla viola: a un'incursione nella tonalità di sol minore segue un'idea esposta dal primo violoncello nel registro acuto dove ama esporsi anche nello sviluppo, reclamando il ruolo di protagonista, contestatogli tuttavia dal primo violino, specie nell'episodio in mi bemolle maggiore; ma dopo la ripresa gli animi si placano. Segue un Minuetto con moto in sol maggiore al cui inizio i violini procedono per parallele d'ottave relegando gli altri strumenti alla funzione d'accompagnamento. La prima parte del Trio è affidata al primo violoncello mentre nella seconda sono maggiormente esposti il primo violino e la viola. Il Grave, ancora in sol maggiore, è un dialogo soave tra il primo violino e il primo violoncello. Ambedue gli strumenti hanno parti fioritissime, di assoluto rilievo, sullo sfondo degli altri tre di cui solamente la viola, per alcune frasi, riesce ad assurgere al ruolo di valido interlocutore. Il tema del Rondò: Allegro con moto è enunciato dal primo violoncello, picchettato, a cui fanno eco i flautati del primo violino, della viola e dello stesso violoncello. Mantenendo il carattere virtuosistico del brano seguono gli interventi del primo violino, del primo violoncello ormai decisamente protagonista: ai vari ritorni del tema del rondò (se ne contano ancora quattro) si alternano gli 'assolo' della viola, del primo violino, del secondo violoncello (eco del primo), ancora i flautati, un crescendo e infine un'ultima ripresa del tema.

Johannes Streicher


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 4 ottobre 1989

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Ultimo aggiornamento 30 gennaio 2016