Die Brautwahl (La sposa sorteggiata), KV 258

Commedia musicale fantastica in tre atti e un epilogo

Testo del libretto

Il testo tedesco e quello italiano del libretto sono diversi per alcuni dettagli e quindi difficilmente abbinabili.
Per quetsi motivi abbiamo preferito proporre le due versioni in pagine separate.
ATTO PRIMO

PRIMO QUADRO

La scena rappresenta la «Zelte»di Berlino intorno al 1820. Il commendatore Voswinkel ed Edmondo si trovano per caso l'uno accanto all'altro al proscenio. Da un lato Albertina, seduta ad un tavolo. Molta gente, grande movimento. Un'orchestrina sulla scena attacca la marcia dal «Mosè», di Rossini.

(L'orchestrina sia collocata in fondo alla scena e i suoni risultino con l'effetto di lontananza.)
Il commendatore Voswinkel
(indispettito getta via il sigaro)
Via! Ne ho abbastanza!
Quanti danari e noie per avere da Amburgo
questi sigari costosi!
I pestiferi còsi mi fanno rabbia!
Che imbrogliata!
Scocciato così, non sono in grado di ammirar
neppure la natura, e neanche di parlarne.
(rivolto un po' verso il suo vicino Edmondo)
Che imbrogliata!

Il modo di esprimersi del commendatore è assolutamente convenzionale e spesso dozzinale: a volte borioso, a volte mostrandovi degnazione, egli non smentisce mai il villan rifatto.
Edmondo
(estraendo un portasigari)
Se volete gradir, prego, prendete;
se non d’Amburgo sono berlinesi,
ma almeno tirano...
Il commendatore Voswinkel
Vi sono molto grato!
(deliziato)
Oh!
Un grazie a voi, di tutto cuor!
Il dispetto vanì e il sigaro s’accese;
toh, quasi vorrei permettermi un’indiscrezione
- fumato che l'avrò -
di chiedervene umilmente un altro...
Edmondo
Oh sì, certo.
Scegliete dunque a vostro piacimento!
Il commendatore Voswinkel
Che nobiltà. Mi fate assai felice!
Sì, natura, amici e sigarizbr> sono sempre un bel trinomio;
e dai barbari dovremmo apprendere questo
che per secoli a noi mancò.
Quindi un pellirossa vale ben di più del sapientone;
anche il turco è più sensato e saggio.
Bravi sono pure i negri,
che sgobbando nelle aziende
cantano vivaci ed allegri.
(canterella melodia di negri)
La la la la la!
(gesticola corne se sonasse il banjo)
È una, musica che piace
forse un po' cannibalesca...
Hiawatha, Manahatta!
Appalacco e Tobacco!
(a Edmondo)
Caro il mio giovane,
quest’ora lieta la debbo a voi;
accostatevi, vicino a noi sedete...
Edmondo
(dapprima si schernisce)
Vi prego...
(scorgendo Albertina, si avvicina al tavolo come un automa)
Il commendatore Voswinkel
Mia figlia Albertina...
(convenevoli)
Un nobile straniero, cui mi sento molto obbligato!
Albertina
Sbaglio, o no?
Siete Edmondo Lehsen, pittore
(con sguardo estasiato)
i cui dipinti mi hanno assai conquisa?
Edmondo
(impacciato)
Sì, sono io... mi chiamo Edmondo Lehsen.
Il commendatore Voswinkel
Bene! Un pittore dunque, bravo!

(L'orchestrina attacca le “Danze tedesche” di Mozart)

(sottovoce)
...posso prendervene un altro?...
(prendendo il secondo sigaro, forte)
Pittore! Davvero pregiatissimo!
In tali cose esperta è Albertina,
esperta di quadri; ma amare quest'arte
anch'io so da intenditore,
intenditore valente di pitture
che amare so!
Abbiamo l'occhio,
io ed Albertina!
Dunque... pittore !
- il secondo è ancora più gustoso -
ah sì, squisitissimo!
Sono incantato, sono felicissimo, sì proprio!
(gli stringe la mano)

(L'orchestrina ha finito. I suonatori si allontanano coi loro istrumenti. Scende la sera.)
Edmondo
Grazie!

(Il commendatore attacca discorso con un passante)

(ad Albertina)
Di già in voi m'imbattei,
v’intesi allora elogiare i miei dipinti;
s'anche foste men vaga di così,
da quell'istante vivo amandovi.
Albertina
(un po' sostenuta)
Fantasticate d'artista!
Il commerdatore Voswinkel
(continuando il colloquio)
I carichi dall'India danno buon utile,
ma scende il grano nella quotazione;
conviene aspettare e premunirsi.
(allontanandosi)
Edmondo
(sognante)
Luce crepuscolare trascolora
stendendo l'ombra a sera.
Albertina
“Stornisce, fruscia, canta
il bosco nel dolce april”
Edmondo
(Albertina)!
Albertina
“Anima e spirto ammanta
l'incantator sottil.”
(Conoscete i versi di Fouqué?)
Edmondo
(continuando)
Se quelle voci arcane sapessi esprimere,
(sommesso, solenne)
vi splenderebbe il raggio eterno dell'amor!
Albertina e Edmondo
(con un soffio di voce)
Ah!
(Le loro mani si sono intrecciate)

(Le mani dei due giovani si staccano)
Il commendatore Voswinkel
(riaccostandosi)
Perbacco, sento freddo.
Perchè non ho portato il mio saprabito!
Su, cara, mettiti in fretta questo scialle.
(l'aiuta ad indossarlo)

(a Edmondo)
Vi piace?
Tessuto turco, costatomi cinquanta ducati,
(ad Albertina)
Copriti bene.
Ed ora andiamo.
Statemi ben, mio caro.
Edmondo
Un altro sigaro?
Il commendatore Voswinkel
Sì, molto obbligato.
Davvero, siete compiacente assai.
Però, però...
(sottovoce)
l'autorità vieta che qui
si passeggi fumando.
La tiratina, come il frutto proibito,
è più buona così.
Edmondo
(ad Albertina, sottovoce)
Non potrei accompagnarvi?
Albertina
(prontamente)
Babbo, il signore fa la stessa via!
Il commendatore Voswinkel
(con giovialità)
Bene! La precedenza a voi,
io marcio in coda.
(d'ottimo umore canterella la marcia rossiniana)
la, la, la, la, la, la,
pimpum, pimpum, pirnpum, pimpum.
(Edmondo, dando il braccio ad Albertina, e il padre dietro, esccono a loro agio)

(E' scesa la notte. La folla si è dispersa. L'orafo Leonardo è apparso improvvisamente al proscenio e segue con gli occhi. La sua apparizione ha qualche cosa di misterioso. La scena si oscura sempre più, sicchè da ultimo non si distinguono che i contorni.)
Leonardo
Ecco, così che amor l'ha preso al laccio
proprio sul buon sentier
di far pazzie!
(con tenerezza e calore)
Io voglio bene ad Edmondo.
Sin dalla culla lo vegliai con amore;
doti elette gli prodigò natura anzi che no.
Un grande artista sonnecchia in lui,
rischiando d'addormentarsi.
Appaghi pure subito i suoi grilli
e non impazzi per disperazione;
ad instradarlo bene penserò io poi,
schiudendogli la méta.
(con furbizia)
Egli non sa che Thusman, sotto sotto,
può fargliela.
Si sventerà però l'imbroglio
giocando il vecchio a dover.
Anzi, d'agir lesti è tempo.

Il modo di esprimersi di Leonardo è sempre insolito. Il tono, per lo più robusto, denota sincerità e autorità. Il suo fare, saggio e bonario, volge spesso allo scherzoso ma senza rimettere mai di nobiltà.

SECONDO QUADRO

Leonardo rimane fermo con la mano alzata.

La scena si trasforma al buio. Appare la Spandauerstrasse con il palazzo nulnicipale, cui è aggiunta una vecchia torre. A pianoterra della torre una bottega chiusa, una lanterna illumina la strada. Il grand'ufficiale Thusman giunge frettoloso, a passetti salticchianti, e consulta il suo orologio. Nel contempo si è avvicinato Leonardo, il quale bussa ripetutamente all'uscio della bottega a piè della torre e, sospirando, getta continui sguardi verso la finestra sovrastante.

L'eloquio di Thusman è ingenuo e pedante, amabile e ricercatamente antiquato. La voce tende a trasaltarglisi nel falsetto ed egli indugia compiaciuto nei ghirigori e nelle fermate.
Thusman
(fra sé)
Ve', come ho fatto tardi!
Mi rincresce!
A rincasare in punto a mezzanotte
non gliela faccio; cosa insolita!
Thusman, commendatore e grand'ufficiale,
davvero, un dissoluto di me hai fatto!
(rimane interdetto scorgendo Leonardo e i suoi armeggi).
Leonardo
(bussa tre volte, sospira).
Ah!... ah!...
Thusman
Toh! Costui che cosa cerca qui?
Bussare a quest'ora alle porte sprangate?
Leonardo
(sospirando):
Ah !... ah!...
Thusman
È un forestier.
Or informarlo debbo.
(a Leonardo, avvicinandosi con cortesia, a piccoli passi).
Signore, vi sbagliate.
Nella torre non abita nessuno,
salvo che alcuni ratti, sorci... qualche gufo...
Asserisco perciò: non v’è nessuno.
Se poi intendete fare qualche buon acquisto
di ferraglia vecchia,
vi piaccia ritornare qui di giorno.
Leonardo
Messere Thusman...
Thusman
...sono grand'ufficial e commendatore
di nomina antica.
Leonardo
(senza badare all'obiezione)
Messere Thusman, disconoscere le intenzioni altrui
vi diverte:
Ferri vecchi, io non racimolo;
(rimarcando)
oggi è l'equinozio d'autunno,
e mirare mi vo’ la sposa!
I sospiri miei ell'ha notati,
or deve apparire.
Thusman
Che? Chi?
Leonardo
(con voluta solennità)
La sposa a quella finestra!

(Batte lentamente le undici. Alla finestra appare in una luce fantastica una figura di donna con i tratti di Albertina)
Thusman
Santissima vergine,
angeli e arcangeli del paradiso!
Che cosa vedo mai?!
Thusman, all'erta,
ritorna in te stesso...
sventa la trama diabolica,
conserva la ragion!

(All'ultimo rintocco svaniscono e luce e apparizione)
Leonardo
Sembrate, caro Thusman, molto scosso
di ciò che avete visto or ora:
la sposa guardavo teso,
ma voi, invece, deve aver turbato chi sa quale arcan!
Thusman
Prego, ohibò, vogliate rispettare i titoli.
Commendatore sono e grand'ufficial,
e attualmente anche concitato:
anzi, fuori di senno!
Se d'intitolarvi io stesso mancai ...
Leonardo
(schernendosi)
Messere Thusman
Thusman
...gli è che voi siete un ignoto per me,
eppur vi chiamo «Signor consiglier».
Appellativo diffuso quanto mai,
e raramente sbaglia chi intende applicarlo:
quindi a voi, caro consiglier,
vogliate stenebrarmi:
(teso)
Chi è la sposa che a nntte tarda e tanto fonda
pensaste d'ammirare?
Leonardo
Signore, che eccentricità
e profusione d'intitolar!
Conosco più secreti, e molto consigliai:
gratuito quindi l'appellarmí consiglier segreto.
Ma un sapiente qual voi non mi va.
Un simile scienziato, decifrator d'antichi documenti,
che ancor non sa che quando un iniziato
s'annunzia in questa notte,
là, in alto, gli si rnostra la fanciulla
che al prossimo equinozio la più, felice sposa
di Berlino ínver sarà.
Thusman
(Prorompendo giulivamente.)
O Consigliere mio, egregio e degno,
è mai possibile?
Leonardo
Sicuramente!
Ma perchè conversiamo in istrada?
L'ora del sonno è persa oramai;
andiamo a bere!
Thusman
No!
Leonardo
Andiamo!
Thusman
No, no!
Leonardo
(con intenzione)
Sul conto delle spose parlerò
onde il pensier vi torni sereno.
Su, Thusman, andiam!

(Leonardo conduce seco Thusman recalcitrante)

Cala un siparietto

L’interno di una bottiglieria, debolmente illuminata. A un tavolo siede Manasse, solo, con un bicchiere di vino innanzi a sè. Manasse alza la testa e si fa attento udendo dei passi che si avvicinano.
Entrano in fretta Thusman e Leonardo.
Leonardo
(con un cenno confidenziale del capo a Manasse)
Guarda chi vedo a distanza d'anni!
Sempre in salute così?
Manasse
Come vedete, sono vegeto,
e al caso tanto in gamba
- ove occorra - da farmi anche valer
Leonardo
(ridendo):
Vedremo!
(rivolto verso l'interno dell'osteria)
Ehi, un fiaschetto di vino!

(L'oste mette due bicchieri sul tavoloed esce)
Thusman
(schermendosi)
Rispettabilissimo consiglier!
Leonardo
Non titolarmi, mio caro Thusman,
un orafo veggasi in me;
tratto il cesello su ori preziosi.
Mi chiamo Leonardo.
(si siede)

(l'oste ritorna con un fiasco)

(versando)
Ed ora siate schietto,
che cosa v'ha turbato
vedendo quell'apparizione?
Vi siete comportato in modo strano;
perchè?
Thusman
Egregio professore
(imbarazzato)
- vi spetta, quale artista. il titolo -
potrei non pronunziarmi su ciò che riempie il cor?
Sì sa che ...
Leonardo
(impazientito)
Lo so, sta ben, avanti!
Thusman
(intímorito)
Ecco... io sto - s'usa dire così - puntando su Imene!
Senza equivocar: Amor m'ha preso!
Sì, all'equinozio a marzo,
intendo prendermi la mogliettina.
Potevo forse non rimanere impressionato
allorchè una sposa felice a me presentaste?
Manasse
(burbero e maligno)
Che? sposarvi? Accoppiarvi?
Siete già vecchio ormai,
e brutto con quel muso da scimmione!
(Thusrnan sbigottisce)
Leonardo
(pacificando)
Ritenete quanto dite
diffalcandone metà.
Anche a me sembra tardiva
questa vostra decisione.
(con apprensione)
Siete sui cinquanta e più...
Thusman
(risentiito)
No, il diciannove ottobre
- a San Dionigi -
compio quarantotto e non di più!
Quarantotto, veh!
Leonardo
Non è già l'età che conta.
Sempre solo, ignorate
femminili bizze e voglie,
novellino, molle, vizzo ...
Manasse
...Vizzo. - -
Leonardo
Quale comica figura al cospetto di madame ...
novellino, molle, vizzo,
quale misera figura ...
che figuraccìa ìnnanzi a lei!
Thusman
Io molle! Io vizzo!
Leonardo
Novellino, molle, vizzo ...
Manasse
(ridendo)
ah, ah, ah!
Thusman
Figuraccia da novellino?
(come andando a tastoni nel buio)
Ritenete che da cieco,
senza alcuna riflessione,
imboccassi tale strada?
Leonardo e Manasse:
Uhm, Uhm!
Thusman
Accorto, prudente, allorchè restai ferito
dalla freccia di Cupido, accuratamente
esaminai la nuova situazione, e m'assistette
questo raro libro qui.
(fruga nelle tasche, indi sporge il libro)
Leonardo
(ne legge sorridendo il titolo)
«Breve abbozzo sul politico acume, di Ser Tomaso»
del Millesettecento e sei.
A che cosa serve?
Thusman
Notate il modo in cui l'inclito autore
(sfogliando con compiacenza)
- paragrafo sesto - s'esprime a proposito
del sacro vincolo coi seguenti termini:
«La via di mezzo è la più sicura;
Nè troppo bella o brutta sia la sposa,
nè ricca, nè sbricia, nè plebea,
superba nemmen, nè cìtta, ohibò, nè lunga»
Leonardo
superba nemmen, nè cìtta, ohibò, nè lunga
vi siete ben ferrato;
ad ogni obiezione la replica imbroccate:
(imitandolo)
«Nè lunga o cìtta, nè ricca o sbricia...»
Thusman
(senza afferrare l'ironia)
Pel rimanente sì dica altrettanto.
(sfogliando ancora)
Esauriente è poi Tomaso quando insegna
a conversar consigliando nel discorso
pepe e sale in buon dosaggìo.
Manasse
(strepitando si alza a metà)
Jattura sopra di voi!
Incessante sbavate stupidità dal grugno,
guastando col vostro squittìo
l'ora cheta della mia pace.
Leonardo
Ehi, zitto, vecchione,
tollerato a mala pena,
zoticon, villan!
«L'ora cheta della mia pace»
Ve' il gentiluom!
Manasse
(si tira indietro brontolando)
Che? Vietarmela si vuoi?
Leonardo
Va là, fin troppo della pace tua ne so!
(a Thusman in tono più leggero)
A voi, lettor d'antichissime storie,
mi rivolgo:
V'è noto il fatto del falso monetario,
l'ebreo Lippold?
ch'è avvenuto nel secolo decimosesto
a Köln sulla Sprea? Lo conoscete?
(Thusman fa un cenno di diniego)
Per grave frode ed altri crimini
comparve innanzi al Tribunal penale!.
Ma, scaltro, ben si seppe districar!
Manasse
(a disagio, ma sprezzante)
Son tutte vecchie storie;
dice perfin la Bibbia:
«I morti lascia dormire in pace!»
Leonardo
(irritato)
Lascia ch'ei muoia!
(seguitando)
Indí una voce propagò
che lui da un libro di magìa
apprese i colpi suoi.
Manasse
(quasi fra sè):
Favole!
Leonardo
Si seppe poi che lo tradì la moglie.
Manasse
Non scordar: «Dormano i morti»!
Scienza infernal!
Leonardo
(irosamente)
Il libro magico, donde egli apprese
l'occulto impero perfin sul sovrano, si confiscò,
e Lippold venne arso, e così finì pure il libro
stesso.
Manasse
(gemebondo):
Uhm, uhm!
Leonardo
Ma pare che Satànno lo involasse,
Sembra anche a me d'aver veduto tutto ciò.
Thusman
(che ha ascoltato distrattamente)
Ora ditemi un po', chiarissimo professore,
(esitando)
l'apparizion gentil
è realmente lei stessa, proprio lei?
Leonardo
Chi?
Thusman
(delicato)
L'egregia damigella Albertina Voswinkel?
Leonardo
(scattando impetuoso)
Che c'entrate voi con Albertina Voswinkel?
Thusman
(molto impacciato)
C'entro, poichè appunto è quella giovane
soave e dolce che ho deciso ormai di impalmare.
Leonardo
Che? Ehi! Siete ammattito in pieno?
Vi possiede il dernonio?
Thusman
Che dite?
Leonardo
Ehì, vorreste aver quel fior di ragazza,
voi, pedantone, vizzo barbon!
Che! Non vedete più in dà del naso
di Ser Tomaso, quel sacco di virtù
e di politico acume e saper?
(minacciando sul serio)
Ritiratevi dal gioco,
onde non v'arrechi danno
questa notte equinoziale!
Thusman
Son di stucco!
Poichè voi stesso
la damigella vagheggereste,
voi, temerario, usaste
una lanterna magica
per proiettarne l'mmagine;
questi trucchi che conosco,
escogitati a intimorirmi,
sono azioni sconvenienti
che, falliscono lo scopo!
Leonardo
(alzandosi, quasi solenne)
Guardatevi, Thusman!
Badate a voi;
in mezzo a tipi assai bizzarri
siete qui!

(Il viso di Leonardo si trasforma in un muso di volpe. Thusman arretra spaventato)
Manasse
(divertito)
Toh! oh, oh! Ch'è bellissimo questo gioco, si sa;
tuttavia non nutre affatto.
So dí meglio, alta scuola massima,
per un orafo il colmo!
Leonardo
(appare di nuovo normale e si siede tranquillamente al tavolo)
Manasse
Vediamo che cosa sai!
(ridacchiando, fra sè)
Bello, si, ma non ti nutre,
so di meglio, alta scuola,
per un orafo il colmo!
(ha levato dalla tasca un enorme ravanello e lo taglia a fette rotonde e sottili)
Ravanello;
nero e bello,
te affettando,
(getta in aria un tondello trasformato in ducato d'oro)
dei ducati
sto coniando!
(nella mano di Leonardo esso si dissolve in scintilla)
Vola e sona
coniatura,
(secondo getto)
senz'usura!
Leonardo
Ciarlatano,
vani trucchi,
tutto falso
come ducatí.
Manasse
Ravanello nero,
bianco e bello,
dà i ducati!
Leonardo
Ciurmatore!
Fiamma, fondi
quell'orpello,
poi il vento
lo disperda
e nell'aer
faccia vanir!
Manasse
Tondi belli,
via, presto,
tondi neri,
tondi belli,
presto via,
tondi belli,
lisci d'orlo!
Leonardo
Fiamma, fondi,
vento, sperdi,
fiamma, brilla,
fondi questi tondi!
Arte vana,
arte falsa, oro falso!
Trucchi stupidi!
Manasse
Schiappino, ve'!
Leonardo
Decrepito!
Manasse
Non ce la fai!
Leonardo
Ah, ah, ah!
Miseri trucchi da saltimbanco.
Non reggi più, grottesco imbroglione!
Bada a te, vecchio!
Manasse
Ben affettato ravanello,
suvvia, trasformati in bei ducati!
Oh, oh, oh!
Eh, eh, eh!

(Il gioco di prestigio si fa sempre più vivo. Nell'aria è una pioggia di scintille. Manasse è sempre più furioso. Leonardo ride soddisfatto),
Leonardo
Bada a te! Bada!
Manasse
Uh, uh, uh!
Prima o poi ti colgo in fallo!
Uh, uh, uh!
Leonardo
Vecchio, vecchio, sei perdutol
Ah, ah, ah!
Thusman
(raccapricciato con gli occhi fuori dell'orbita, prende cappello e bastone e riesce a fare a malapena un inchino)
(inghiottendo)
Qui conviene lasciare i pregiati
e stimati signori col dovuto rispetto.
(esce di corsa)
Leonardo e Manasse
Ah, ah, ah!

FINE DELL'ATTO PRIMO

ATTO SECONDO

PARTE PRIMA

Una stanza in casa del commendatore Voswinkel. Appeso alla parete, il suo recente ritratto lo raffigura sorridente e con in mano una lettera la cui busta aperta giace sul tavolino accanto. Il comendatore stesso, da solo, ammira il quadro con manifesti segni di soddisfazione.
Il commendatore Voswinkel
Un'opera di pregio!
Pinto dal vero, mi somiglia in tutto.
Fu un'idea d'Albertina,
ell'ha davvero dell'intuizione.
(rievocando il passato)
Fu il più felice attimo che ho vissuto
quand'ebbi da Amburgo l'ambasciata
ch'io ero il vincitore del gran premio!
Che nobile artìsta;
non accettò un solo Luigi d'oro,
nè ciò che spese in tela e colori.
Sigari prima, e poi anche il quadro!
Di similari pregi in Alemagna
lessi finora solo nelle fiabe.
Che opera! Un bel...

(Thusman, pallido e sconvolto entra precipitosamente e si getta esausto in una poltrona)
Il commendatore Voswinkel
(stupito e sconcertato)
Grand'ufficial! M'arrivi a quest'ora?
Che c'è? Che faccia fai!
Dimmi, che c'è?
Thusman
Commendatore, qui vengo a te,
con l'acutezza di Tomaso in tasca,
dopo una corsa dal Largo del Mercato ...
Mi vi affannai su e giù l'intera notte,
non vidi ancora il letto
nè chiusi occhio!
Il commendatore Voswinkel
(scotendo il capo, biasimando)
Grand'ufficiale! ...
Di già per la seconda volta
ti colgo su tortuose vie.
Vuoi che deplori il mio impegno paterno?
Continua pur su questa via,
persevera ognor così!
Thusman
(lamentoso)
Commendatore, caro!
Non insultarmi con i tuoi sospetti
(sullo stesso tono)
Senti dapprima l'infausta storia
M'odi, longanime.
Il commendatore Voswinkel
(seccato)
Sii breve, t'ascolto.
Thusman
(cominciando calmo)
Nel rincasare di notte
passo sempre innanzi al Comune
che, in quelle ore, silente
si erge nell'oscurità.
Oggi no: dalle finestre s'espandeva
sulla piazza un gran chiaror!
Una banda assordava
col sonar ballabili.
Cin bum, cin bum!
Toh, d'un tratto, dietro le vetrate,
che cosa vedo? ...
Il commendatore Voswinkel
(sprezzanie)
Bah!
Thusman
(torcendosi le mani)
Tua figlia; pensa, damigella Albertina,
nel suo abito nuziale ...
Il commendatore Voswinkel
Che? Mia figlia? Farnetichi?
Thusman
(piagnucoloso, ostinato)
Sì, tua figlia, lei, che al braccio d'un pivello
ballava un valzer frivolo.
Il commendatore Voswinkel
Ehi, Thusman, per Giove, vaneggí?
Thusman
(imperterrito)
Io
dal di fuori, busso, grido:
«Nobile madamigella,
a quest'ora ancora qui?
Non sta bene ballare,
e per di più con chiunque càpiti;
non per ciò conto di recedere!
No, a voi non potrei nè vorrei rinunziare!»
Finisco il mio dire,
e un inverosimile vortice,
ratto, rugliando m'afferra
e a spire rotanti, veloci,
involando mi va.
Un ballo pazzesco inizia violento
lanciandomi lungo la strada su e giù;
è un ballo da pazzi!
Mi libro, scagliato, costretto,
travolto, giù e su, su e giù!
Vedo a me d'intorno un mucchio di Thusman
che girano e rotano, che non stringoro
la dama ma una scopa per il manico.
(girando su se stesso)
(allucinato)
Dovunque sia: grand'ufficiali;
tutti Thusman, solo scope.
Tutto vola, guizza, cinge,
(infiacchendo)
gira, balla, rotea, salta...
poi, inconscio, vò bocconi.
Sul far del giorno mi ritrovo
(soffocato)
- è orribile, compagno mio -
sul monumento dell'Elettore,
ritto, in sua vece, in sella al destrier!

(Thusman e il commendatore si fissano a lungo. Il primo ingenuamente e senza sospetto, e il secondo fremente di rabbia a lungo accumulata e pronta a erompere).
Il commendatore Voswinkel
(esasperato)
Argomenti rancidi!
T'ha giocato l'aria fresca
dopo i ponce caldissimi
(sentenziosamente)
Fantasie, romanticherie,
non fan più per gli intelletti
chiari e pratici, aperti, equanimi.
Thusman
Asserisco che quell'orafo
è il diavolo in persona,
Belzebù o il dottor Faust!
Non mi fa che ammattir, torturar!...
Il commendatore Voswinkel
(meditabondo)
Baie! Fantasie!
I tuoi compagni all'osteria,
descrittimi da te,
ho individuato:
l'orafo Leonardo, Manasse, l'ebreo.
Sono entrambi brave persone.
Thusman
(sospirando)
Giudizio errato!
Il commendatore Voswinkel
Certo non son dei maghi,
poichè l'autorità
a questa professione
giammai darà via libera.
(scuotendo il capo)
Non sono negromanti! Affatto!
Bella trovata! Se con le frottole
le nozze a monte mandar volessi,
guai a te!
(montandosi)
Sgattaiolare farebbe comodo
al narrafavole. Infingitore!
Thusman
Con infondati dubbi tu m'insulti ...
Il commendatore Voswinkel
Scodellafavole ...
Thusman
... non devi screditarmi più a lungo!
Il commendatore Voswinkel
Infingitore!
Thusman
Sèntimi, senti ...
Il commendatore Vosivinkel
(accendendosi sempre più)
Per l'ennesima volta ti colgo
su tortuose vie.
Guai a te se fossero frottole . . .
Thusman
Senti ... senti ...

(S'ode bussare tre volte. La discussione s'interrompe di colpo. Thusman prende posizione dietro al commendatore. Manasse appare nel vano della porta, impressionando sinistramente i due).
Thusman
Santi numi! Lui, l'ebreo,
proprio l'un dei due messeri! ...
Certo anche l'altro seguirà.

(Manasse avanza)

(Thusman cerca di svignarsela, ma il commendatore lo ferma ghermendogli l'estremità dell'abito. Manasse, che da bel principio aveva puntato lo sguardo penetrante sul primo, distoglie ora gli occhi dallo stesso).
Manasse
(ben misurato)
Che vuole quel signore?
L'ho visto all'osteria
dove ristavo dal mio diuturno traffico;
al tocco, barcollando e fuor sé, n'usciva ...
Di lui non so altro.
(Thusman si lascia cadere gemendo su una sedia)
Il commendatore Voswinkel
(sprezzante)
Eccolo lì, lo smaltitor di sbornie!
(a Manasse, in tono d'affari)
Portate nuove a me, Manasse?
Manasse
Se porto nuove? e lo chiedete?
Una grandiosa improvvisata!
Il commendatore Voswinkel
M'incuriosisce ciò che avete escogitato...
Manasse
Vi stupirà! Voì solo avreste i frutti, voi!
Un'occasione che non è d'ogni dì...
Il commendatore Voswinkel
(con aspettazione)
Beh?
Manasse
(con la pervicacia dell'ebreo)
Vi stupirà . . . proprio così . . anzi che no!
Il commendatore Voswinkel e Manasse
(incuriositi)
Che mai sarà?
Manasse
Ho un nipote, il buon Benjamin,
aitante giovane ricchissimo,
barone d'Austria - gran nobiltà -
che s'invaghì della figliola vostra.
Fatale amor. Vorrebbe unirsi a lei.
Il commendatore Voswinkel
(da prima un po' sorpreso)
Caro Manasse,
ma dimenticate il credo religioso antico
del vostro Benjamin?
Manasse
Di grazia, commendatore,
che può far quel poco d'acqua in gocce?
Non cambierebbe nulla ...
Riflettete a vostro agio.
Ritornerò qui con mio nipote
e a lui risponderete.
Il commendatore Voswinkel
(cercando di tergiversare)
Però ... però ...
Manasse
... riflettete . . .
Il commendatore Voswinkel
...Manasse ...
Manasse
... arrivederci. Fra poco tornerò.
Salute a voi, commendatore.
(via)

(Il commendatore si rimette daíla sorpresa)
Il commendatore Voswinkel
(deciso, a Thusman)
Ora che hai sentito, deciditi, sta in te:
un sì, o un no.
Thusman
(innervosito)
Terrò la mia parola!
Il commendatore Voswinkel
Dunque quand'è così ...
Thusman
... ma sì, ma sì ...
Il commendatore Voswinkel
... è tutto come prima, grand'ufficiale!
Thusman
Commendatore!
Il commendatore Voswinkel
Vecchio amico!
Thusman
Suocero caro!
Il commendatore Voswinkel
Amicone!
Thusman
Camerata!
Il commendatore Voswinkel
Ti rispetto!
Thusman
Riverito!
Il commendatore Voswinkel
Sei fido!
Thusman
Onorato!
Il commendatore Voswinkel
Mio buon Thusrnan!
Thusman
Voswinkel!
Il commendatore Voswinkel e Thusman
(a due)
È tutto a posto.
Thusman
Manterrò la parola data.
Il commendatore Voswinkel
Quand'è così, è tutto a posto.
Il commendatore Voswinkel e Thusman
Sul mio cor!
(Si abbracciano)

FINE DELLA PRIMA PARTE DELL'ATTO SECONDO

PARTE SECONDA

(Altra stanza in casa Voswinkel. Sul cavalletto un ritratto feminile appena abbozzato. Albertina si cccompagna al clavicembalo).
Albertina
Stormisce, fruscia, canta il bosco nel dolce april
ed anima e spirto ammanta quell'incantator ...

(Edmondo appare sulla soglia con gli arnesi da pittore, e interviene, sommessamente, a sua volta, nel canto)
Edmondo
(delicato)
Se quelle voci arcane sapessi esprimere,
vi splenderebbe il raggio eterno dell'amor.
Albertina e Edmondo
Stormisce, fruscia, canta il bosco nel dolce april
ed anima e spirto ammanta quell'incantator sottil.
Edmondo
Albertina!
Albertina
Edmondo!

(si vanno incontro, con affettoi
Edmondo
(giulivo)
Non manca che la marcia di Rossini -
Albertina
(meno giuliva)
e il buon umor paterno -
Edmondo
Sei preoccupata?
Albertina
No; no, purchè tu m'ami -
Edmondo
Tu dubiti sempre!
Eppur - Dio lo sa -
la tua essenza stessa
pervade tutto in me!
(indispettito)
Non i tuoi tratti,
che non so pingere ...
Albertina
Lo so, ti stancano queste sedute.
Edmondo
Su, da bravi!
(gaio)
All'opera con lena!
Albertina
(innamorata)
Ma prima dammi un bacio!

(In prosieguo Edmondo si affaccenda intorno ai suoi arnesi e prepara il lavoro)
Edmondo
Una dozzina è meglio!
(si baciano)
Albertina
Non basta -
Edmondo
- sprecona -
Albertina
- tirchio -
lo sai che in ciò ì grandi pittori
erano più magnanimi?
Edmondo
Questa poi se la digerisca un altro!
Ai tuoi occhi diverrò un gran pittore.
Albertina
(stuzzicando)
Intanto ti conviene intascare!
Incerta ...
Edmondo
... di che?
Albertina
... dell'arte tua ...
Edmondo
- dell'arte mia! Osa!
Albertina
Vo' prove,
(abbandonandosi)
su, baciami! Caro, sempre voglio amarti.
A due:
di perenne amore!
(si abbracciano stretti)
Thusman
(entrando in quel momento rimane dapprima senza parole in mezzo alla stanza. Esterrefatto, con uno schiocco a mani alte, dà in un grido che gli si volge in falsetto)

Come?!!

(I due amanti sussultano e si sciolgono dall'abbraccio. Edmondo balza al cavalletto, e Albertina in una poltrona, in posizione di posa. Pausa penosa).

Come, come, damigella Albertina,
che stranezze sono queste?
Prima il valzer col pivello,
nel Comune, a mezzanotte...
e adesso, in pieno giorno,
questo subdolo contegno?
Giovin sposa, degradarvi volete voi?
Albertina
Sposa, chi?
A chi vi riferite, grand'ufficial?
Thusman
Adorabile damina, a voi stessa!
Albertina
E lo sposo chi sarebbe?
Thusman
Ignorate forse che promessa
vostro padre v'ha da più d'un anno
proprio a me?
Albertina
(inquieta, indìgnata)
Mio padre?
Thusman
Sì, vostro padre -
Albertina
S'impegnò?
Thusman
S'è impegnato.
Albertina
Assurdo! Frode! Trania! È inaudito!
Thusman
Fatto sta che il genitore m'ha concessa
quella mano piccola, baciabile,
da oltre un anno a questa parte.
Albertina
(mostrandogli la porta)
Via di qua!
Thusman
Che maniere, che modi ...
Albertina
Via!
Edmondo
(presso il cavalletto, a Thusman)
Bada ...
Thusman
... sospettato, senza colpa . -
Albertina
... su, via di qua!
Thusman
...no, non vado, non mi muovo
fino a tanto che non finiranno
certi equivoci.
Edmondo
Basta!
Albertina
Via! Lo vo!
Thusman
No, Se v'ascoltassi, le dottrine
di messer Tomaso tradirei. -
Edmondo
(non potendone più)
Dannazione a te, demonio, ecco, prendi!

(gli dà due o tre pennellate di verde sul viso e lo spinge verso la porta, mandandolo via a finire fra le braccia del commendatore - l'antico compagno di scuola - che, appunto, stava entrando)
Il commendatore Voswinkel
(spalancando gli occhi)
Oh, Thusman! Camerata!
Spiegami questa eccentricità.
Thusman
(ancora salla soglia e piagnucoloso)
In modo indegno m'ha ripudiato
la tua figliuola ...
Il commendatore Voswinkel
Eh?
Thusman
... attribuendomi azioni indecorose,
indebite...
Il commendatore Voswìnkel
Eh?
Thusman
Poi, quel pittore, un ragazzotto imberbe,
che s'arrabbia e mi spennella il viso
arabescandomi...
Il commendatore Voswinkel
Che cosa sento? Questa è grossa!
Un fidanzato così bistrattato?
Albertina
(soffocando un grido)
Fidanzato?
Il commendatore Voswinkel
Sì. È cosa stabilita e sanzionata. Tu sposerai il grand'ufficìale Thusman.
Albertina
Scherzate?
Il commendatore Voswinkel
Non scherzo,
(giovialmente)
fra pochi giorni festeggeremo il fidanzamento!
Albertina
(fuori di sè)
Ohimè, vi preme di tradire
il vostro stesso sangue?
Ebben, lo dico in faccia a voi:
mai; giammai sarò sua moglie;
non posso sopportarlo.
M'è veramente odioso il vecchio sdolcinato
grottesco e rabescato;
di cuore lo detesto, quel «grand'ufficial»!
(cadendo fra le braccia di Edmondo)
Il commendatore Voswinkel
Che fate? Che vuol dire?
Thusman
Già, la damigella figlia
sembra fortemènte attratta
verso l'arte dei colori ...
Il commendatore Voswinkel
(alla coppia)
Ehi, dico, vi sciorgliete?
Ve lo impongo!
Edmondo
(teatralmente)
Anche a costo della vita
non desisto dall'abbraccíarla!
Il commendatore Voswinkel
Che?
(schernendo)
Ve', quale cavallena!
(volgarmente)
Dunque un volgare amorazzo
all'ínsaputa del padre ...
Munífico, perciò, in sigari.
e ritratti il genio con me!
Intrufolarsi in casa,
turbarmi la figliuola,
questo bramava lui!
Ah, bella pretesa:
sposar mia figlia ad un pinturicchio
di questo genere? ... morto di fame? ...
mai e poi mai!
Edmondo
(lasciandosi andare)
Scontate, su due piedi!

(con un ampio movìmento s'appresta a menargli una botta con la mazza da pittore)
Leonardo
(apparso improvvisamente nel vano della porta)
Alt, Lehsen, alt!
(Edmondo obbedisce inconsciamente)
Conviene moderarsi!
Voswinkel, l'impeto in voi chetate
e giudizio!
Il commendatore Voswinkel
(a Leonardo)
Beh, quel tono non mi va, non mi va giù.
Thusman
(bisbiglia al commendatore, stando al sicuro dietro al canapè)
All'erta commendator,
tieni il fiato
Edmondo
(trattenendo a stento il riso, si rivolge a Thusman)
Quanto a voi,
non temete nulla;
qualcun altro vi punì
inverdendovi per sempre.
Thusman
O ciel, la tinta incancellabile
per me significa: pensionamento. Oh!
Leonardo
Via, Thusrnan, non vi lamentate;
se recedete da questo connubio,
si cercherà e si troverà
la via di scampo per voi.
Albertina
Arrendersi costui
dovrà!
Mai e poi mai
sarò sua moglie;
non posso sopportarlo,
per nulla al mondo,
talmente m'è indigesto.
Giammai sarò sua moglie!
Mai, giammai!
Edmondo
Arrendersi costui dovrà!
Voglio ad ogni costo,
dovessi dare pur la vita,
ch'ella da me non sia separata mai, giammai!
Thusman E' illecito, capitemi! Non vorrei, ne potrei mai,
giammai recedere,
si creda a me!
Ho data la parola.
Questo valga sempre!!
Leonardo
Prima o poi cederà,
s'arrenderà.
Arrendersi dovrà da sè;
all'evidenza non resisterà.
Sono certo!!
Il commendatore Voswinkel
Non lo farà,
non cederà.
Guai a lui!
Non lo può,
guai a lui!
Se lo fa,
saranno guai!
Vedrete voi:
non lo farà;
fede terrà con lealtà;
ho la certezza che non lo farà.
Sono certo!!

(A questo punto, nel vano della porta appare Manasse seguito dal nipote, il barone Bensch. Silenzio improvviso).
Il commendatore Voswinkel
Portate nuove a me, Manasse?
Manasse
Se porto nuove? e lo chiedete?
Una grandiosa improvvisata!
Il commendatore Voswinkel
M’incuriosisce ciò che avete escogitato...
Manasse
Vi stupirà! Voì solo avreste i frutti, voi!
Un’occasione che non è d’ogni dì...
Il commendatore Voswinkel
(con aspettazione)
Beh?
Manasse
(con la pervicacia dell’ebreo)
Vi stupirà . . . proprio così . . anzi che no!
Barone Bensch
(osserva uno per uno con l'occhialìno: indi con sussiego e con la voce nel naso si rivolge ad Albertina)
Ehm, eh, eh, cara pulzella,
io medesimo giungo apposta
per prostrarmi davanti a voi.
L'intendo solo verbalmente,
questo si sa.
Un mio pari non deve inchinarsi mai,
nemmeno a Mosè stesso
o ad altro sire!
Idealmente, beninteso...
Per contro adesso bramo darvi
un vero bacio; voi, se credete,
ricambiatemelo...
Edmondo, Thusman, Leonardo e il Commendatore Voswinkel
Che ímpudente, che sfrontato;
inurban, incivil, grossolan,
sbandierator d'arroganza e albagìa
e d'altre vacuità!
Barone Bensch
(tenta di abbracciarla)
...io t'amo, t'arrendi bambola simpatica!
(Bensch insegue la giovine impaurita che corre per la stanza)
Leonardo
(accoglie Albertina e respinge Bensch)
Ah no! Barone mio,
questo non va e non si fa,
e, inoltre, a nulla approda;
siete pur uomo di mondo
(fingendo cordialità)
Siamo amici!
(volgendosi a Manasse)
Abbracciate Voswinkel, Manasse,
(a mo' di scongiuro, ma in tono sereno)
Thusman, a voi Bensch stringa la mano.
(piuttosto con gravità)
E siate tutti concordi, ilari e lieti!

(Egli batte tre volte le mani - sincronicamente coi piatti dell'orchestra - e Thusman e Bensch cominciano a librarsi su e giù per la scena. I due amanti si riuniscono).

Manasse
Quest'è uno dei tuoi trucchi,
tu, prestigiator dannato!
(al commendatore)
Commendatore, senz'indugio
l'orafo prendete al laccio;
(esibisce una corda e gliela passa)
eccovi la cànapa.
Tutto sta in voi, agite con lestezza.
Commendatore, fate presto.
(accennando a Leonardo)
e lo renderete innocuo.
Tutto poi s'aggiusterà!

(Il commendatore prende il laccio e due volte tenta invano di accalappiare Leonardo. Al terzo tentativo prende invece Thusman e Bensch che si fermano immediatamente. Ma, in compenso, cominciono a ballare il Commendatore e Manasse).
Thusman
(ridendo nervosainente)
Guarda! un ballo a improvvisazione!
L'arcigno giudeo costretto alla ridda
come un tondello di rapa.
Perfino il degno Commendatore
s'accorda il ruzzo dei salti,
danzati ai suoni che il mago, maestro di ballo,
allegramente ritma col basso.
Divertentissimo! Ah, che trovata! Ah ah ah!

(d'improvviso s'interrompe la danza. Voswinkel cade sfinito in una poltrona)
Manasse
(volgendosi imbestialito verso il Commendatore ma non senza una certa maestosità)
Ascolta, Melchiorre Voswinkel,
hai congiurato contro dì me
allenandotì con Satana.
Maledetto sii perciò.
Senti:
Tu e il tuo ceppo estinguetevi
qual vile còva di strìgidi;
possa gramigna l'uscio tuo sbarrar;
entri l'inedia nella tua dimora
fino all'osso spolpandoti.
La maledizione su te!
Odimi ancor,
(alquanto solenne)
Che tu vada a mendicar cencioso e lògoro;
sii scansato dal popolo come un cane idrofobo
finchè non cadrai quale un frutto fracido,
e guai a te!
(fanaticamente)
Oh! Guai a te!

(Manasse si allontana di corsa insieme con Bensch. Tutti in scena rimangono allibiti)
Coro interno
Maledetto sii,
maledizione per sempre su te!
Oh!

(Voswinkel e Thusman svengono)
Leonardo
(alla coppia)
Questa farsa non conturbi il vostro cor.
Confidate, farò per voi ciò che potrò:
Nel frattempo, tuttavia, vi consiglio di lasciarvi.
(a Edmondo)
Ora, tu verrai con me.
(gli amanti si accomiatano con uno sguardo)
Animo, animo!
(esce)

FINE DEL SECONDO ATTO

ATTO TERZO

PARTE PRIMA

(Lo stagno dei ranocchi al Tiergarten di Berlino. Chiaro di luna e a tratti nuvole anche minacciose. In lontananza si è udita la cornetta del posfiglione. Thusman, tuttora coi viso verde, giace ai piedi d'un albero. È visibilmente agitato)
Thusman
(In tono di lamento)
Oh, tu mio povero, compassionevole Thusman,
commendatore e grand'ufficiale!
Tomaso non ti serve più,
mèntore, nell'infelicità, manchevole!
Oh, damigella AIbertina, che cosa mai
vi fa la mia distinta personalità?
Sorte davvero crudele, proprio me volle collegare
con certi negromantìci maghi, giudei,
pittorucoli senza tatto, spennellatori goffi,
ruvidi: peggior genìa non v'è al mondo!
Tentò la chimica di togliermi
questo verdognolo inalterabile,
ma solo con voi stagioni, sverdirò per gradi,
passate presto perciò.
Te niveo Inverno, te vorrei solo te!
Se non t'affretterai morirò annegato
fra le rane nello stagno.
(abbrividisce)
Morte! Verde anche tu!
(le rane gracidano)
Caro Thusman, è la fine.
(scaglia il libro nello stagno)
Vattene, va a insegnare il contegno
ai ranocchi,
(conficca il bastone nel suolo)
Vivete felice, crudele damigella
Albertina Voswinkel ...
(vi appende il suo mantello)
Non vedrete più per molto il vostro sposo...
(vi preme sopra il cappello)
che si appresta a tenere dietro
al libro di ser Tomaso
(prende delle brevi rincorse)
Leonardo
(apparso improvvisamente, l'abbranca)
Thusman, che fate mai!
Di grazia, desistete da queste asinate!
Thusman
(respirando affannosamente)
Professore, l'è finita:
anche con l'ossequiosità.
Sì, non v'impermalite quindi
se un pubblico ufficiale,
finalmente, senz'ambagi può far nota
la voglia d'inviarvi tutti dritti al diavolo!
Voi e i vostri sortilegi!-
E quel maledetto «voi», quel «voi», «voi»,
(scimmiottando con suono cupo)
«voi Thusman»!
Leonardo
Morìte!

(Leonardo dà una spinta a Thusman, facendolo cadere nell'erba ove rimane disteso, duro stecchito. Leonardo ne osserva divertito l'effetto)
Thusman
(credendosi dentro allo stagno)
Oh freddo avel! Oh verd'acqua tu!
O verde mondo addio!
Addio mio buon commendatore!
La rana loda il Signor d'estate.
(tira tiri sospiro profondo)
Ah!
Leonardo
(rude)
(obbliga il restio Thusman ad alzarsi)
Basta con queste chiacchiere interminabili.
Su, presto!
Thusman
(ancora semiinginocchiato)
Pei mille santi in cielo!
Vi debbo anche seguir?
Mica in città, oppure in un salotto?
Che scandalo se mi vedessero!
Leonardo
Davvero non mi spìego tale antropofobia, davvero.
Thusman
(rialzato)
Non in città? Neppure fra la gente?
Leonardo
Siete bensì inzaccherato, fradicio d'acqua;
or vi rimetto un poco in sesto.

(gli passa il fazzoletto sulla faccia e gli tiene uno specchio a mano davanti al viso; il color verde è sparito. Chiaro di luna)
Thusman
(che vi si specchia, prorompe con trasporto infantile)
Giusti numi! Che mai vedo!
Colendissimo maestro,
questo beneficio io lo debbo a voi,
solo a voi!
Leonardo
Sarà... sarà ...
Thusman
Quella pezzuola bianca,
tanto delicata al tatto, operò il miracolo!
Non m'attiran più le rane
poichè adesso la damina...
Leonardo
(l'ammonisce, alzando l'indice)
Thusman
- certamente tutta presa -
per marito mi vorrà.
Leonardo
(pacato)
V'avverto Thusman,
del ruzzo tardivo capir dovete
l'incompatibilità alfin da voi!
Thusman
No, cotanto beneficio,
colendissimo maestro,
l'ho per vostro merito.
Non m'attiran più le rane
poichè adesso la damina
- certamente tutta presa -
me per sposo sceglierà!
Leonardo
(più severo)
Ripeto, Thusman...
Thusman
...non m'attiran più le rane,
no, no, no!
Leonardo
...bandite il tardivo ruzzo!
Insidie celano
simili fregole
anche a voi
Thusman
No, no, no, no!
Leonardo
Ai tardi appetiti vostri, serbo, veh,
qualche magica fattucchieria!
Manasse
(con sfrenata allegria)
La la la! Tatata!
Leonardo
V'avverto, Thusman,
ruzzi tardivi,
senili fregole,
insidie celano
anche a voi.
Capìtelo. anche a voi!
Thusman
(intimidito)
Eh?!
Leonardo
State, perciò, tranquillo,
cheto e muto
e lunge da Albertina
fin quando non v'avvertirò;
(rincalzando)
voglio portare il gioco
a lieto termine.
Prendetevi a cuore il mònito
o vi trasformo in rana gracidante
sino al calar dell'ultimo velario.
Adesso vo', ma presto tornerò!
(via in fretta)

(Thusman, intimidito al massimo, indossa il mantello e si mette il cappello).

FINE DELLA PRIMA PARTE

PARTE SECONDA

(La stessa stanza del secondo atto. Vi manca il ritratto. È sera. Lampade oppure candele. Il commendatore è solo e di pessimo umore)
Il commendatore Voswinkel
Nulla di strano se un travaso di bile
m'annerisce la faccia che, semmai.
con Thusman vis-a-vis -, potrei anche esibir!
Ah, prima l'anatema di quel vecchione ebreo,
poi il gioielliere che m'inscena una ridda
con costui m'accoppia ne' salti aerei!
Non stuzzicherò più quei due tipi!
L'inverditore; quello me lo tolsi dai piè
proprio a dover!
(battendo il pugno sul lavolo)
Basta con queste storie'
Leonardo
(entra in fretta)
Buona sera...
Il commendatore Voswinkel
(sdegnato)
Voi! ... Che! Ascolto a quest'ora non vi dò!
Fuori di qui! Non voglio seccature! Ebbè?!
Leonardo
(scotendo il capo, tranquillo)
Già! Tutti arcigni, ma i commendatoroni
in modo speciale, col filantropo,
Delle difficoltà vi attendono,
accorro per allontanarle in tempo...
Il commendatore Voswinkel
Ciel! Sicuro un fallimento a Londra o Amburgo...
oh, misero me!
Leonardo
(leggero)
No, non di questo trattasi, ma d'altro...
Negate a Edmondo ancor la figlia voi?
Il commendatore Voswinkel
(sdegnandosi ancora)
Non mi scocciate più!
Ad un commendatore siffatto genero?
Ch'io debba dar la figlia per una tela?!
Niente! No!
(sprezzante)
I quadri se li tenga.
Me non ritrae più.
Leonardo
Mah... sarà...
dissento in proposito,
commendatore bello...
(dolciastro)
presentemente Edmondo ritocca
quel ritratto...
Il commendatore Voswinkel
E poi??
Leonardo
con gran benignità...
Il commendatore Voswinkel
(inquieto)
E che volete dir?

PRIMO PERICOLO

Leonardo
Sparito il sorrisetto, intorbidito l'occhio,
rugoso il volto, bigiognolo il crin
dai buchi delle tasche cadono assegni e scudi
- metafora palese -
e sul foglio ben srotolato in mano,
(confidenzialmente)
la leggenda del vostro «crak» alquanto inaspettato...
(con una punta di gioia maligna)
Tale ritratto esposto in vetrina
o nella sede della banca al centro
Il commendatore Voswinkel
Demonio, demonio ... no, no ...
lo voglio denunciar!
Leonardo
(con un gesto dissenziente della mano)
D'un capannello il maligno spasso,
dilagherebbe in un balen ...
Quanti commenti, subdolamente escogitato
per porvi in gogna;
e tosto, pronta la plebe a ledervi,
ingrandirebbe in bocca d'ognun
il fallimento per la città'.
Il commendatore Voswinkel
Basta così. Di corsa da quel tomo:
Gli offro cinquanta,
gli offro cento scudi.
Leonardo
(incrocia le braccia, simulando gravità)
Ah ah ... non è questione di danaro, a parte il làscito a Lehsen
di ben ottantamila talleri ...
Il commendatore Voswinkel
Che? Tanti soldi?
Vi dirò, Leonardo,
ch'io so che Albertina
è innamorata pazza -
- il cor, si sa, sragiona a quell'età -
padre affettuoso sempre,
ai piagnistei contrario,
oltre a ciò notorio fautore e mecenate delle arti
e, d'altro canto, il giovanotto
dotato anch'esso
beh, vi dirò che solo per buon core
(deciso)
dò a costui -- al Lehsen - mia figlia!
Leonardo
(fingendosi dubbioso)
Uhm...

SECONDO PERICOLO

(ben ponderato)
D'un fatterello vi parlo ancora,
esso è ben buffo,
(spiando l'effetto)
Il vostro amico Tbusman, grand'ufficiale,
(sprezzante)
lui suicida per amor mancato
tentava poco fa di annegarsi.
A stento mi riuscì di trattenerlo
citando i patti e la vostra fedeltà.
Non lo tradite, o si dirà che siete
un uccisore dell'amicizia. un fedifrago...
(sottovoce, penetrante)
Se la fiducia posta in voi è scossa...
Il commendatore Voswinkel
Basta! Non continuar!
Potevo forse supporre
Thusman un mandrillo cotto?!
Rispetterò, comunque sia,
il patto concluso.
Leonardo
(interrompendo come in precedenza)
Uhm...

TERZO PERICOLO

Ricordate l'ebreo pretendente
e Manasse e il suo maledir!
Nel vecchio avrete il più tenace nemico
scartandone il postero Bensch;
vorrà guastarvi le operazioni
e insidiarvi sul credito.
Insomma, pronto a rovinarvi,
facendovi per sempre saggiar le secche!
(riassumendo)
Quand'anche voi deste la figlia
a uno di quella triade
- chiunque egli sia -
da un malanno cadreste in altri due.
Il commendatore Voswinkel
Ah, se sbranarli Cerbero volesse tutti:
il Bensch, il Lehsen e anche il Thusman
Leonardo
Fate così:
Tre scrigni chiusi date loro in scelta.
L'impalmerà chi scelto il giusto avrà
Il commendatore Voswinkel
(scattando)
Proposta d'un avventuriero è questa
e di plagio dal «Mercante di Venezia»!
Anche se acconsentissi, quale utile potrei cavare
dal rancore che i due perlenti mi serberebbero di certo?!
Leonardo
Il punto è proprio qui.
Se incaricate me di questo affare,
garantir vi posso col più solenne giuramento
un felice successo e la riconoscenza dei due altri in più.
Il commendatore Voswinkel
Questo m'andrebbe...
Leonardo
... già...
Il commendatore Voswinkel
...ma temo!.
Leonardo
No, l'esito è certo.
Il commendatore Voswinkel
(tra sè)
Strano...
(a voce alta)
ebben sia.
Leonardo
Domani porterò gli scrigni a voi.
Il commendatore Voswinkel
Va bene!
Leonardo
Servo vostro!
(via in fretta)

(Il Commendatore esce pensieroso da un'altra porta verso l'interno. La scena rimane vuota per un po, indi, da una terza porta, entra precipitosamente Albertina, agitata e disperata).
Albertina
Che cosa ho udito?
La mia vita è rimessa al caso!
Il padre, trepidando per se soltanto,
non a paterna autorità ma a un gioco
la sorte mia affida!
E vivo Edmondo non si fa¨...
Perchè? Presto quest'incertezza
diventerà certezza
ch'ei non m'ama ormai più.
Ah! Come sviar l'avversità?
Debbo fuggire?
V'ha forse un altro scampo?
Ma quand'io da lui corressi
respinger me dovesse?
(siede affranta)
Una speranza vien sorgendo in me:
l'orefice occulto potrebbe molto...
mi sembra benigno...
S'ei fosse qui, a lui affidarmi vorrei.
(cade in uno stato ipnotico)
Leonardo
(apparendo dietro la dormiente Albertina, con dolcezza)
Cessa d'addolorarti, cara giovine,
chi a tuo padre il sorteggio ispirò,
farà sì che riesca a te propizio
(con tenerezza)
Mi sta a cuore il bene di Edmondo,
(rimarcando)
e dipende da me stabilirlo.
Albertina
(nel sonno)
Chi sei tu, provvido, enimmatico?
Leonardo
(la cui voce risona ora più sommessa e distaccata)
Si vuol che un dì Leonardo Thurnháuser,
un orafo di Berna senza pari,
del Dürer celebre coetaneo,
di morte minacciato da rivali,
sparisse in maniera misteriosa.
Il suo decesso non fu mai datato!
(la sua voce ritorna aperta e spigliata)
Sia pur in noi l'identica entità,
ammetterlo potrebbe mai qualcuno?
Quindi sarò chi vuole il prossimo
Però la mia esistenza,
per la vicenda in corso,
è necessità!
(ancora in tono sostenuto)
In quanto a Edmondo, ve' là dentro,
ve' la sua carriera!

(Nel fondo appare l'interno di una chiesa in Italia. Edmondo è intento a dipingere una grande pala. In lontananza sommessi suoni d'organo e canti liturgici. La visione, dapprima imprecisa, si ravviva sempre più. per poi svanire man mano).

Così devi amarlo,
pure così sognarlo!
Coro
(invisibile)
Deus et ars et natura
vera sunt trinitas.
Nulla religio superior.
Vita omnia comprehendit.

(La massima luce nei prossimi versi)
Leonardo
(di cui voce domina su tutto il resto)
Non volerlo tener
allorchè il genio
l'allontana verso ognor più libere vette.
Ritornerà sempre a te, e sempre integro l'avrai.
(La visione svanisce)
Tu, domani mi rivedrai.
Addio!
(sparisce)
Albertina
(destandosi)
Oh dolce riposar!
Oh sogni d'or!
Ho fede, ora,
che Edmondo mio sarà.
(singhiozzando si lascia cadere sul divano)

FINE DEL TERZO ATTO

EPILOGO

(La mattina dopo. Una sala tutta infiorata in casa Voswinkel. Arredamento Biedermayer. Nel fondo, un velario divide la sala in due parti. Voswinkel è in attesa da solo.)
Un servitore
(annuncia quasi parlando)
Il nobile signore, grand'ufficiale Thusman.
Thusman
(entrando premuroso, con un mazzo di fiori in mano. Veste una marsina verde)
Accorro sull'ali dell'amor,
sperando che mi segua
su un cocchio di cristallo,
la capricciosa dea
dei fausti doni.
Il commendatore Voswinkel
(stringendogli la mano)
Lo spero anch'io con te, grand'ufficiale!
Il servitore
(come sopra)
Messer Manasse e il barone Bensch.
Barone Bensch
(affabile, al commendatore)
Suocero mio in spe...
Il commendatore Voswinkel
I benvenuti siate qui, Signori.
Manasse
(fra sè, senza rispondere al saluto)
Nei lacci miei cadrete, tutti quanti.
Preda sarete di Assuero!
(sottovoce, fregandosi le mani)
Un affaretto che frutterà...
Il servitore
(c.s.)
Gli artisti Leonardo e Lehsen.
(entrano Edmondo. in abito da vìaggio, e Leonardo, che lo segue)
Il commendatore Voswinkel
Che? Il caro artista è pronto per partire?
Si può saper qual è la vostra meta?
Edmondo
(con calore)
Deluso amore, verso un ideal di opere,
mi spinge a Roma eterna.
Il commendatore Voswinkel
(tra sè)
Oh, questa poi m'è nuova, arcinuova
Edmondo
Qui convocato fui?
Il commendatore Voswinkel
Sì sì.
Edmondo
E perché mai?
Il commendatore Voswinkel
Lo saprete allorchè ognuno mi avrà ascoltato.

(con un cenno ad accomodarsi sulle seggiole che i servi stanno, appunto, recando. Viene offerto anche del vino che Thusman e Manasse declinano. I pretendenti hanno preso posto. Leonardo e Manasse dietro a loro)
Il commendatore Voswinkel
(schiarendosi la voce)
Signori pretendenti; cari amici.
mi sento triplicato dentro il cor,
e tripartita s'è per voi la stima!
(a Thusman)
Tu sei l'amico, grand'ufficiale, probo
e tutto virtù, di cuore puro
(Thusman gli stringe commosso la mano)

(a Bensch)

Barone, voi, eccellentìssimo spirito
(Bensch annuisce)
eclettico, intellettuale e altresì colmato
di ricchezze e fastosità, provetto dilettante
di viola da gamba e d'altro ancora
che neanche si sa...

(a Lehsen)

Edmondo Lehsen, l'artista che commuove
e che va elevandosi ognor
a eccelse altitudini!...
Ognuno di voi tre m'ha scosso e altamente
onorato aspirando a fare felice e prospera
mia figlia.
Ohimè, perchè non ne ho tre di figlie?!
Se trigemina fosse venuta al mondo
la creatura, allora ognuno di voi,
- da codesta trigeminatura - si vedrebbe
un'Albertina a fianco.
Basta!
Ho perciò deciso, mio malgrado,
che arbitra imparziale sia la sorte
I tre pretendenti
(interrompendo, allarmati)
... cioè?...
Il commendatore Voswinkel
... tre scrigni sigillati sono qui. Eccoli!
I tre pretendenti
Tre scrigni?
Il commendatore Voswinkel
Chi sceglierà lo scrigno contenente
i tratti di Albertina...
Leonardo
(sottovoce)
... ben detto...
Manasse
(sottovoce)
... quest'orafo insidioso...
Il commendatore Voswinkel
... otterrà la mano sua.
I tre pretendenti
Sta ben.
Il commendatore Voswinkel
È chiaro, o no?
(guardando in giro)
Siamo intesi?
Il commendatore Voswinkel
Chi detta legge qui: sei tu.
Edmondo
Confido nell'amore. M'assista amor!
Barone Bensch
Rispetto la maggiorità.
Decida maggioranza allor!
Il commendatore Voswinkel
(soddisfatto, con importanza)
Allora abbia inizio questa gara.
(ai pretendenti)
Vi discostate.
I tre pretendenti
Lei vien...

(Si apre il velario nel fondo. Ne esce Alberina in abito da sposa. Si scorge un tavolino, fastosamente ornato, e sullo stesso i tre scrigni. I pretendenti si entusiasmano alla vista di Albertina)

... quale beltà!
Edmondo
Oh, venustà!
Thusman
Una peschina rosea...
Barone Bensch
... gradevole...
Thusman e Bensch
... rosee gote, vita sottil ...
Edmondo
Amor!
Tutti e tre
Ell'è la perla nella conca.
Albertina!
Quale beltà e giovanil freschezza!
Conquistatrice angelica, irresistibile.
Edmondo
Che venusà e quanta grazia!
Radiosa aurora! Da sempre la sognai così...
Thusman
Danzava in questo abito...
Barone Bensch
Ve l'ideate quando ella sarà baronessa, nobile...
Albertina
(titubante)
Signori miei, vi do il benvenuto.
Giovare possa a voi come a me la sorte,
Edmondo
Oh, speme!
Thusman
Obbligato!
Barone Bensch
Senza dubbio!
Albertina
(fra sè)
Vinca colui che amor
ha fatto ardere nel mio cor.
Thusman e Bensch
Cara, dolce, fresca, bella,
vago fiore, gemma d'oro...
Il commendatore Voswinkel
Successo pieno.
Sono molto lieto.
Edmondo
Negli occhi i rai sfavillano!...
Thusman
... e le manine piccole...
Barone Bensch
Ve l'ideate quando ella sarà nobile, sposata a me?

(i pretendenti si muovono intorno ad Albertina. Soddisfatto il commendatore va dall'uno all'altro)
I tre pretendenti
Albertina, in Berlino sei tu
la più soave giovane!
Il commendatore Voswinkel
(avanza e riprende il tono ufficioso)
Il primo aspirante è il grand'ufficiale;
poi tosto voi, barone Bensch, per censo,
il Lehsen, più giovane, s'adatti.
Quest'ordine mi sembra il pìù acconcio

(Bensch e Lehsen, a un cenno del commendatore, si ritirano in una stanza attigua)
Thusman
(incamminandosi ancora titubante)
Nel pitico santuario dunque si entri:
Eros, Fortuna, celesti dèi, mi affido a voi!
(egli varca la soglìa della retrostanza. Silenzio, ansietà)

(la scena sì oscura lentamente)
Thusman
(ritornando con uno scrigno)
Che originalità:br> arabìci segni accoppiansi con quelli gotici!
(leggendo)
«Chi sceglie me, avrà ciò che giammai sperò.»
Forse speravo io quando andavo struggendomi
l'animo ferito?
Commendatore! Il balsamo lo trovo qui:
scelto ho gìà!
(si procede all'apertura dello scrigno)
Coro interno
Nei tuoi volontari guai
d'ora in poi non ricadrai.
Ciò che trovi è ben più.
Thusman
(sgomento, si mette le mani alla testa)
Che è ciò? Un libro, no...
Dei fogli in bianco!
Sconfitto, vinto sei!
Speranze vane!
Coro interno
L'ignoranza vincerai,
la sapienza acquisirai.
Thusman
Tutto finì. Via! Vo' ai ranocchi!
Leonardo
Non vi fischiano gli orecchi?
Thusman
Queste incoerenti solfe?
Leonardo
(avanzando)
Ascoltate:
(con fermezza)
In mano avete una rarità!
Intascate pure il libro.
Thusman
(obbedendo)
Poi?
Leonardo
Il libro più prezioso, qual è per voi?
Thusman
(lamentevole)
Eh sì! Quanto sognai Giovanni Beer
e le sue teorie sul dualismo
che esiste fra il canto e l'armonia!
Leonardo
Frugate in tasca!
Thusman
(attuando)
Che?
(n'estrae un enorme libro in folio)
Beer, Beer! «Musica militans»!
Leonardo
Un codice che abbraccia l'intero scibile,
ognora alla mano!!
Thusman
(fanciullescamente fuor di sè dalla gioia)
Il Beer! Il grande Beer!
(si allontana dì corsa, definitivamente)
Il commendatore Voswinkel
(avanzando)
Barone Bensch, orsù, tocca a voi.
Barone Bensch
(entrando dalla stanza attigua, gira lo sguardo intorno astutamente)
Ser Thusman tombolò! A me il sentiero d'oro!
(va nella retrostanza e ritorna con uno scrigno fra le mani)
È un aureo scrigno, ornato tutto
di smaglianti scudi!
(legge a mezza voce)
«Chi sceglie me; lietò ne sia quanto può.»
(commentando)
Eh già, gli scudi sono il mio ideal...
lo è però Albertina altresì.
Perchè indugio? Scelgo questo qui!
(riesamina ancora lo scrigno e poi lo consegna)

(si procede all'apertura del secondo scrigno)
Coro Interno
Guadagnasti tutto ciò
che in te brama e duol formò;
gioco è il resto e ingannator subdolo.
Barone Bensch
(stomacato)
Che? Una borsa vuota? Si scherza?
Di borse vuote non mi occupo.
Coro interno
Spingere, spingere, mai fermarsi
onde i commerci fioriscano!
Barone Bensch
(ad Albertina, con voce nasale)
Ecco a voi, cara,
la nuziale spòrtula...
Manasse
(d'un tratto riconosce l'oggetto, fuori daì gangheri)
Dio dei miei padri!
Dammi la borsa!
Per ottenerla ho venduto l'anima -
(alzando le mani tremanti)
trecento anni, trecent'anni fa!!
(stende la mai afferrare la borsa)
Barone Bensch
Via! Vecchio cenciaioul!
Ora è mia proprietà!! Va là, Sàtan!
Manasse
Serpe! Scorpione! Arpia!
Figlio d'una biscia!
Barone Bensch
Strozzino!
Manasse
Tu, frutto bacato del mio ceppo!

(disperati, lottano muti e tentano di strozzarsi a vicenda; voltandosi spariscono dalla porta. Tutti rimangono interdetti sotto l'impressione della scena grottesca.)
Leonardo
(rompendo il silenzio)
Lo sgomentevole
vecchio istrione giudeo,
in ultimo se ne partì!
Il commendatore Voswinkel
(ricordandosi del proprio ruolo)
Edmondo Lehsen, adesso a voi.
Edmondo
(si avvicina)
Ancora tutto è dubbio,
ma non dispero più. Sperare vale!
Si triplica in me ogni speranza.
Felicità afferri la mia mano.
(egli si precipita all'impensata sul terzo scrigno e vi legge, esaltandosi, la scritta):
«Chi seglie me, la sospirata gioia avrà.»
Coro Interno
Sì hai vinto!
Lègger puoi
il suo amor negi occhi suoi.
(nel frattempo lo scrigno viene aperto)
Ciò che fu non torna più.
Così vuole il destino
Edmondo e Albertina
(si abbracciano)
Voglio sempre amarti di perenne amor!
Coro Interno
Alla mèta, sognator,
fedele ti desti amor!
Sì, hai vinto! Ve' l'amor!
Edmondo e Albertina
Sempre, sempre amor vivrà!
Il commendatore Voswinkel
(soddisfatto va incontro a Leonardo)
Tutto bene si compì.
Lealmente si agì.
Grazie!
Leonardo
Ogni singolo gioì,
chè 'l suo sogno s'adempì!
Il commendatore Voswinkel
(con esagerato entusiasmo)
Giusto! Giusto, sì!
Edmondo e Albertina
Amor puro vinse qui!
Leonardo
(afferrando Edmondo per il braccio e traendolo seco: forte e deciso)
Si va a Roma!
(escono)
Coro interno
Si va a Roma!

(il commendatore e Alberlina corrono alla finestra e agitano i fazzoletti).

FINE DELL'OPERA


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Ultimo aggiornamento 15 novembre 2020