Doktor Faust, KV 303

Opera in tre quadri

Testo del libretto
SINFONIA
Vespro di Pasqua, risveglio di primavera
CORO
Pax. Pax
(Il sipario principale si alza, rivelandone un secondo, di velo nero, davanti al quale si presenta il Poeta)
Indirizzo del Poeta agli spettatori
Von Kind auf hat ein Stück mich hingerissen, darin der Teufel was zu sagen hat, des Kindes Ahnung wird, im Mann, zum Wissen, doch hälfe Wissen nicht, würd’es nicht Tat; würde nicht Regung in Bewußtsein fließen, und in Anschauung dies, aus einer Saat: Es liegt im Kind, wie in des Keims Gewalten, der volle Trieb zum späteren Gestalten. Sempre, fin da bambino sono stato attratto irresistibilmente da ogni fiaba nella quale avesse parte il diavolo; ciò che nel fanciullo è presentimento, diviene sapere nell’adulto, ma a nulla varrebbe il sapere se non si mutasse in azione, se l’emozione non sfociasse nella conoscienza e questa, a sua volta, non divenisse convinzione. Esiste latente nel bambino, come le forze racchiuse nel giovane germoglio, tutto l’impulso alle future creazioni dell’uomo.
Die Bühne zeigt vom Leben die Gebärde, Unechtheit steht auf ihrer Stirn geprägt; auf daß sie nicht zum Spiegel-Zerrbild werde, als Zauberspiegel wirk’sie schön und echt; gebt zu, daß sie das Wahre nur entwerte, dem Unglaubhaften wird sie erst gerecht: und wenn ihr sie, als Wirklichkeit, belachtet, zwingt sie zum Ernst, als reines Spiel betrachtet. La scena ci mostra riflesso il volto della vita, ma l’artificio è impresso sulla sua fronte: non da specchio deformante, essa deve agire, ma da puro e terso specchio magico. Nel riprodurre il vero non riuscirebbe che ad avvilirlo, mentre si presta perfettamente all’inverosimile. E se, in quanto a realtà, può sembrare ridicola, finisce per affascinare sul serio se considerata puramente come finzione.
In dieser Form allein ruft sie nach Tönen, Musik steht dem Gemeinen abgewandt; ihr Körper ist die Luft, ihr Klingen Sehnen, sie schwebt… Das Wunder ist ihr Heimatland. Drum hielt ich Umschau unter allen jenen, die mit dem Wunder wirkten, Hand in Hand: Ob gut, ob böse, ob verdammt, ob selig, sie ziehn mich an mit Macht unwiderstehlich. Solo in questa forma lo spettacolo richiede l’ausilio dei suoni; la musica rifugge da tutto ciò che è volgare; la musica è fatta d’aria, il suo risuonare è ardore e anelito, esso si libra al di sopra di noi… e il meraviglioso è sua patria. Ecco perché, guardandomi attorno, ho posato lo sguardo solo su quelle immagini che erano strettamente connesse col mondo delle meraviglie: buone o malvagie, dannate o sante, tutte mi attirano con potere irresistibile.
Von dreien, die ich weiß, der Teufelsritter, ward einer von dem Bösen selbst gezeugt; die Jungfrau überfällt’s wie ein Gewitter, aus ihrem Schoß darauf Merlin entsteigt; den dunklen Nächten späterhin entglitt er, wenn er sich vor dem Höheren gebeugt: Allwissenheit, vom Vater mitgegeben, er nützt sie aus zu einem Segensleben. Dei tre personaggi diabolici che io conosco, uno è generato dal Maligno stesso che travolge la vergine come un turbine di tempesta; dal suo grembo sorge quindi Merlino; più tardi egli sfugge alle potenze infernali quando s’inchina dinanzi all’Altissimo; e l’onniscienza che ha ricevuto dal padre egli la usa per una vita di santità.
Beim zweiten miß ich ganz die Widersprüche, als Einheit steht er da, ein Mann und echt, sein Wagmut steigt ins Ungeheuerliche und tausend Künste weiht er – dem Geschlecht, wo ist der Zwang, dem Don Giovanni wiche? Ein solcher wär’als Held mir eben recht: doch Meister Wolfgang ist’s zu gut gelungen, für immer hat er diesen Sang gesungen. Nel secondo personaggio non esiste contraddizione; egli e là; è un uomo, e unico e solo il suo ardire si eleva fino al prodigioso e mille arti egli dedica al sesso. Dov’è la forza a cui cederebbe Don Giovanni? Questi mi sarebbe piaciuto come Eroe, ma a Maestro Wolfgang e troppo ben riuscito. Per sempre egli ha cantato questo canto.
Der dritte meiner Reih’ist nicht geringer, ein trotz’ger Geist, ein Einzelner, auch er: ein Tiefbelesener, ein Höllenzwinger, vieldeutiger zumal, und sonst auch mehr, ein schwacher Mensch und doch ein starker Ringer den Zweifel tragen hin und wieder her: Herr des Gedankens, Diener dem Instinkt, dem das Erscchöpfen keine Lösung bringt. Il terzo della mia serie non è inferiore agli altri. Spirito audace, singolare anch’egli: un profondo erudito, un violatore dei segreti infernali; ambiguo spesso, ma più spesso un debole uomo, che i dubbi trascinano qua e là; e ciò malgrado un forte lottatore, un signore del pensiero, servo dell’istinto, che nella profonda conoscenza delle cose non riesce a trovare alcuna soluzione.
Das End’ist Schrecken, doch sein Name steht, die Chronik hält ihn, artet in Legende, die Dischtung folgt. Unsterblichkeit umweht, un des Nachbilderns, Schmückens ist kein Ende: als lebensähnlich die Gestalt ersteht, täuschen bewegt durch unsichtbare Hände: das Puppenspiel vom Faust zieht durch die Zeiten, Engriffenheit und Staunen zu bereiten. La sua fine è terrore, ma il suo nome rimane, serbato dalla cronaca, trasformato dalla leggenda; la poesia l’accompagna, l’immortalità lo circonda. Senza fine si susseguono abbellimenti e imitazioni. Lo spettacolo di burattini di Faust seguita attraverso i tempi a destare stupore e commozione.
Zu Frankfurt war’s, am Tag und vor den Toren, unter dem Volk ein Zauber fand sich ein; der griff entschlossen nach des Spiels Figuren, da schwand die Schau, als wär’sie Dunst und Schein. Gemächlich erst, und in den alten Spuren, haucht er den Sinn des Lebens ihnen ein: sie wachsen fort, ins Mystische gelenkt, zu Höchst geschleudert und zu Tiefest versenkt. A Francoforte, un giorno, dinanzi alle porte della città, si trovò fra il popolo un mago che risolutamente afferrò le figure dello spettacolo e questo svanì come fosse nebbia o miraggio. Poco dopo, e seguendo da principio le antiche orme, egli inspirò a loro il senso della vita; ed esse crebbero in quell’atmosfera mistica, ora scagliate verso l’alto, ora sprofondate nell’abisso.
Und mit dem letzten Spruch von hinnen reist er. Der Rätselbau zeigt jegliche Gestalt; von allen Seiten zieht er an die Gesiter, er ist die Form für jeglichen Gehalt. Doch was vermöcht’, gen Zauberer, ein Meister! Des Menschen Lied am Göttlichen verschallt: also belehrt erkannt’ich meine Ziele und wandte mich zurück – zum Puppenspiele. E con le ultime parole, egli le lascia e si allontana. Questa magica costruzione che da ogni parte attira a sé gli spiriti, presenta ogni figura nel suo aspetto definitivo; ed è la forma perfetta per il suo contenuto. Che poteva dunque un maestro di musica in paragone di un Mago? Il canto umano svanisce di fronte a quello divino. In tal guisa ammonito, riconobbi qual era la mia mèta e mi rivolsi nuovamente… al teatro di burattini.
Besah mir nah die schlicht geformten Bilder, die waren schöner jetzt, durch höheres Alter; ich firnißte, hantierte als Vergülder – (es wirkt die Zeit nicht minder als Zerspalter) ich schärfte Eines, Andres srich ich milder und aus der Larve flog herauf ein Falter: ins Altgewerbte flocht ich neue Maschen, vergess’nes Muster wird euch überraschen. Osservai da presso le immagini rozzamente disegnate che apparivano più belle ora, a causa della grave età. Riverniciai, restaurai ciò che il tempo aveva guastato, ravvivando qualche colore, attenuandone qualche altro, finché dalla larva spiegò il volo una farfalla. Nell’antico tessuto ho intrecciato nuove maglie. La vecchia fiaba dimenticata vi sorprenderà?
So stellt mein Spiel sich wohl lebendig dar, doch bleibt sein Puppenurspring offenbar. Così la mia commedia si presenta ben viva, ma resta palese la sua origine dal teatro di marionette.”
PRIMO PROLOGO
A Wittemberg
Una mattina, in una stanza di studio. C’è un vano con alto soffitto in stile gotico fra la biblioteca e il laboratorio dell’alchimista, che si perde in lontananza, in profondità improbabili. L’insieme mostra i segni dell’assalto del tempo. Faust è presso il camino e sta seguendo con grande attenzione un processo chimico. Dopo qualche istante di questo quadro immobile entra Wagner.
WAGNER
Euerer Magnifizenz Verzeihung… Vostra Magnificenza, mi scusi…
(Poiché Faust non risponde, Wagner mantiene un atteggiamento di rispettosa attesa)
Euerer Magnifizenz Verzeihung: allein, es melden sich drei Studenten. Vostra Magnificenza mi scusi, ma ci sono tre studenti.
FAUST
Ihr Wunsch? Che cosa vogliono?
WAGNER
Sie wollen ein Buch überreichen. Vi vogliono presentare un libro.
FAUST
(irritato)
Wagner! Wagner, wahrhaftig! Ich mag so nicht weiter. Das Leben rollt rascher -und nicht mehr aufwärts. Nicht darf ich so breite Zeit an andre wenden. Und dem hilft doch kein Rat, der sich nicht selber besinnt! -Macht mich bei ihnen entschuldigt. Wagner! Wagner, no davvero! Non mi è possibile continuare così! La vita scorre veloce e non torna indietro; non posso donare ad altri il mio tempo e nemmeno chi non sa aiutare se stesso! Porgete loro le mie scuse.
WAGNER
Euerer Magnifizenz Verzeihung.Es ist keine Arbeit diesmal, die man von Ihnen heischt. Das Buch mag sein eine seltene Handschrift, denn es trägt einen sonderlichen Titel: Vostra Magnificenza, mi scusi. Questa volta, non si tratta di fare il benché minimo lavoro. Il libro deve essere un manoscritto molto raro, poiché porta un titolo ben strano:
(con importanza)
«Clavis Astartis Magica ». «Clavis Astartis Magica »
FAUST
Clavis Astartis! -Irrt Ihr Euch nicht? Wollt Ihr mich garnasführen! Fangt Ihr Grillen? Seht Ihr Geister? Clavis Astartis! Non v’ingannate? Mi prendete in giro, per caso? O avete delle allucinazioni? Avete visto un fantasma?
WAGNER
Nein, nein, ich kann Magnifizenz versichern. No, no, vostra Magnificenza, ve l’assicuro?
FAUST
(con decisione calma)
Also laßt die Studenten ein. Fate venire quegli studenti.
(Wagner esce)
Faust, Faust, nun erfüllt sich dein Augenblick! Die Zaubermacht in meine Hand gegeben, die ungeheueren Zeichen mir erschlossen, heimliche Gewalten mir geknechtet, und ich kann - ja, ich kann -o, ihr Menschen, die ihr mich gepeinigt, hütet euch vor Faust! In seine Hand die Macht gegeben, heimliche Gewalt ihm zu Gebot, er wird euch zwingen, euch bezwingen. Wehe, wehe über euch! Faust, Faust, il tuo momento è finalmente venuto! Il magico potere in queste mani! I segni prodigiosi sono a me rivelati! Le potenze segrete a me asservite! O voi uomini che mi avete tormentato, guardatevi da Faust! Il potere è nelle sue mani, le forze oscure gli ubbidiscono, egli saprà domarvi, farvi schiavi!
(rimane pensieroso a testa bassa)
…Wenn Wagner dennoch irrte … vielleicht zum Heile … Se Wagner si ingannasse … forse per la mia salvezza …?
(sospira profondamente)
WAGNER
(entrando)
Eure Magnifizenz, die Studenten sind hier. Vostra Magnificenza, ecco gli studenti.
FAUST
(riprendendosi)
Sie sollen kommen. Che si avvicinino.
FAUST
(Wagner fa un segno in direzione della porta, dietro di lui. Tre studenti, vestiti di nero, fanno il loro ingresso)
Wer seid ihr? Chi siete?
I TRE
Studenten aus Krakau. Studenti di Cracovia.
FAUST
O, mein altes, mein teueres Krakau! Eure Gestalten rufen die Jugend mir zurück. Träume! Pläne! Wieviel hatt ’ich gehofft -Seid willkommen. Cara, vecchia Cracovia! A vedervi, io rivedo la mia giovinezza. Sogni! Progetti! Quante speranze! Siate i benvenuti.
(Insieme, i tre studenti s’inchinano)
Und was führt euch zu mir? E quale destino vi ha condotto a me?
IL PRIMO
Dieses Buch leg ’ich in Eure Hand. Io consegno nelle vostre mani questo libro.
(Faust reprime un movimento impetuoso)
IL SECONDO
Von Mir erhaltet Ihr den Schlüssel. Da me ricevete questa chiave.
IL TERZO
Diese Briefschaft macht es zu Euerem Eigentum. Questi documenti ne attestano la vostra proprietà.
FAUST
Wie kommt ein solches Geschenk mir zu? Ma perché a me un tale regalo?
I TRE
Du bist der Meister. Tu sei il Maestro.
FAUST
Also darf ich es eignen? Posso dunque prenderli?
I TRE
Es ist deines. Sono tuoi.
FAUST
Und wie soll ich euch dieses vergelten? E come posso ripagarvi?
I TRE
Später. Leb wohl, Faust. Dopo. Addio, Faust.
FAUST
Verweilet, bleibet meine Gäste! Non andatevene, siate miei ospiti questa sera!
I TRE
Leb wohl, Faust. Addio, Faust.
FAUST
So saget, daß ich euch wiederseh! Almeno ditemi: vi rivedrò?
I TRE
Vielleicht. Leb wohl, Faust. Forse. Addio, Faust.
(escono)
FAUST
(li segue con gli occhi, girando la testa)
Sonderlinge! Che strani visitatori!
(Wagner rientra)
Habt Ihr den Studenten begegnet? Und wollt Ihr nicht sie geleiten? Non avete incrociato gli studenti? Perché non li riconducete?
WAGNER
Euere Magnifizenz, ich begegnete Keinem. Vostra Magnificenza, io non ho incrociato nessuno.
FAUST
Soeben gingen sie. Stavano uscendo.
WAGNER
Ich sah Niemanden. Non ho visto nessuno.
FAUST
Ihr habt sie versäumt. Ach! Nun weiß ich, WER sie gewesen. Li avete persi. Ah! Ma io so CHI erano!
(Sul camino, la miscela di metalli sul fornello trabocca sul fuoco con alto stridore. Wagner si affretta ad uscire)
SECONDO PROLOGO
Lo stesso gabinetto, pochi minuti dopo.
FAUST
(solo)
Die Sanduhr zeigt die Mitternacht: ich darf beginnen. Rätselvolles Geschenk, nun sollst du dich bewähren. La clessidra indica mezzanotte: io posso cominciare l’opera. Presenza enigmatica, fa le tue prove.
(Faust si decide e apre il libro)
So wäre dies die erste Handlung! Questa sarà dunque la prima azione!
(Si toglie la cintura e con essa forma un cerchio sul suolo; poi penetra nel cerchio, tenendo la chiave.)
Lucifer! Lucifer! Gefallner Engel, du, der Stolzeste, herbei! Lucifero! Lucifero! Angelo decaduto! Te, l’orgoglioso fra tutti, io chiamo!
(Brandisce la chiave che si mette a luccicare)/td>
Lucifer! Hierher! Zu mir! Lucifero, Vieni! Qui!
(Dei bagliori verdastri danzano nel vano. La chiave diventa sempre più scintillante. Una visibile eccitazione si impadronisce di Faust)
CORO
(sotto la scena, invisibile)
Dein Begehr? Che cosa desideri?
FAUST
Entsende mir deine Diener! Mandami i tuoi servitori!
CORO
Du willst? Li vuoi?
FAUST
Ich will. Li voglio!
CORO
Du beharrst? Insisti?
FAUST
Ja, ich will! Sì, li voglio!
CORO
Sie kommen! Sie kommen! Verranno! verranno!
(La lampada di lavoro e la chiave si spengono all’improvviso. Sei lingue di fuoco svolazzano nel vano.)
FAUST
Was tat ich! Che ho fatto?
(silenzio pesante)
Wie konn’t es alsobald gelingen? Darf ich mich weiter wagen? Ci sono riuscito così presto: com’è stato possibile? Devo osare ulteriormente?
(oppresso)
Ich sollte sie befragen, doch es ekelt mich davor, schon ihre Stimmen könnten mich töten! Dovrei interrogarli, ma l’idea mi ripugna, e le loro voci mi potrebbero uccidere!
CORO
(da lontano, come in precedenza)
Frage immerhin! Interroga senza timore.
FAUST
(riprendendosi)
Wohlan! So sprich, du Erster, du Tiefster: gib deinen Namen. Sia! Ebbene, parla, tu, il primo, il più profondo: dimmi il tuo nome.
PRIMA VOCE
(distintamente)
Gravis. Gravis.
FAUST
Sag an, wie sehr du geschwind bist. Dimmi, sei tu rapido, pronto?
PRIMA VOCE
Wie der Sand in dem Uhrglas. Come la sabbia della clessidra.
FAUST
(ghignando)
Wie der Sand in dem Uhrglas? Come la sabbia della clessidra?
(bruscamente)
Hinweg, kriechendes Wesen, verlösche! Indietro, spirito arrampicante, che la tua luce muoia!
(La prima fiamma scompare. Fra sé)
Sie gehorchen. Obbediscono.
(ad alta voce)
Der Zweite! Welcher bist du? Al successivo. Chi sei tu?
SECONDA VOCE
(a voce più alta)
Levis. Ich bin geschwind wie das fallende Laub. Levis. Levis. Più rapido del cadere di una foglia. Levis.
FAUST
Der Mensch fällt hurtiger als du: verschwinde. L’uomo cade più velocemente di te. Sparisci.
(La seconda fiamma svanisce. Con maggior sicurezza)
Gib Rede, Dritter, gleich den andren. A te, la terza, rispondi, come le due prime.
TERZA VOCE
Ich bin Asmodus. Ich eile, wie der Bach, der sich vom Felsen stürzt: über Bergeskämme, durch die Felder sprudelnd, hin bis zum Ozean! Io sono Asmodus. Io mi affretto come il ruscello che scende dai monti, zampillando sulle creste, rotolando nelle valli, per gettarsi poi nell’oceano!
FAUST
Ein Prahler bist du. Dich zieht es nur abwärts: fort mit dir! Sei un fanfarone. Tutta la tua corsa si precipita solo verso il basso: vattene!
(La terza fiamma scompare. A parte)
Mein Hoffen sinkt, ob auch mein Mut sich hebet Il mio coraggio aumenta, ma le mie speranze diminuiscono.
(ad alta voce)
Offenbare dich, Vierter! Rivelati, quarto spirito!
QUARTA VOCE
Ich bin Fürst Belzebuth. Io sono il principe Belzebù.
CORO
Belzebuth. Belzebù.
QUARTA VOCE
Ich schnelle wie die Kugel aus dem Rohre; genügt’s dir? Rapido come una pallottola che esce dal fucile. Ti basta?
CORO
Genügt’s dir? Ti basta?
FAUST
Nein. Ein Spottführst! Ist die Flinte nicht etwa Menschenwerk? Ist des Menschen Wunsch, ist denn nicht sein Traum höher zielend, weiter tragend? Wie könntest du mir, Faust, genügen? Entweiche! No. Principe beffardo! L’arma non è forse opera dell’uomo? E il desiderio umano, il suo sogno non tende a mete più alte e lontane? Come puoi bastare a me, Faust? Vattene via!
(la quarta fiamma si spegne)
Und du, und du, Zweitletzter, nenn dich, bezeichne dich, Fünfter! A te, a te, la penultima, presentati, descriviti, quinto spirito!
QUINTA VOCE
Schaute hier, Megäros, wie der Sturm behende. Vedi, io sono Megaros, rapido come il baleno.
CORO
Schaute hier, Megäros, als wie der Sturm behende. Vedi, Megaros, rapido come il baleno.
FAUST
Das klingt nach Etwas, doch es erschöpft nicht. Ich blase, Sturm, dich aus: verwehe! Meglio. Ma mi aspetto di più. Che il vento ti porti via: ti rifiuto.
(La quinta fiamma si spegne)
CORO
(dietro la scena, molto lontano, ironico)
Üh! Uh!
FAUST
Schweiget! Silenzio!
(esce dal cerchio)
Ein einzelner blieb. Ich zögre, die letzte Hoffnung zu zerstören: mir bangt vor der eklen Leere, die folgen muß. So wäre dies der ganze Höllenprunk! Wie steht doch eines Menschen Geist darüber! In ihm ist des Gottes Hauch. Wie ich euch verachte, die ihr hier gedämmert, und nun dunkelt, ihr Dünkelhaften! Ich kehre mich ab von euch. Welchem Wahn gab ich mich hin! Arbeit, heilende Welle, in dir bade ich mich rein! Non ne resta che uno solo. Non oso distruggere l’ultima speranza; temo il vuoto orribile che seguirà … E sarebbe solo questa la potenza infernale? Oh, quanto è ben più elevato lo spirito di un uomo. In lui vi è il soffio divino. Come vi disprezzo, o vane luci, splendenti ma poi subito spente! Io vi rifuggo. A quale delirio mi sono abbandonato! O lavoro, onda purificatrice, è in te che mi immergerò!
SESTA VOCE
Faust! Faust!
FAUST
(improvvisamente emozionato)
Wie hell flackert das Licht. Ist es von ihm aus, daß die Stimme ruft? Wie hoch züngelt es auf! Wirst auch nicht mehr vermögen als die andren, o du lichtere Flamme. Ich mag nichts erfahren von dir. Come danza quella fiamma, e com’è chiara! Questa voce, che m’ha chiamato, è la sua? Come agita la sua lingua, molto in alto! Ma tu non potrai fare meglio delle tue sorelle, o tu, fiamma chiara. Non mi aspetto nulla da te.
SESTA VOCE
Faust! Faust! Faust! Faust! Faust! Faust!
FAUST
Noch einmal, und dringender? So magst du reden! Ancora! E più insistente! Va bene, parla!
SESTA VOCE
Faust, ich bin geschwind als wie des Menschen Gedanke. Faust, io sono agile come il pensiero umano.
FAUST
Als wie des Menschen Gedanke? …Was will ich mehr! Konnt’ich so viel erhoffen? Was will ich mehr denn! Als daß Erfüllung schreite mit dem Wunsche, als daß die Tat zugleich ins Leben trete mit der Absicht! Dein name? Il pensiero umano? … Che cosa potrei augurarmi di meglio? Posso io stesso sperare tanto? E che cosa vorrei d’altro? Che un desiderio appena formulato, sia realizzato, che l’azione si compia nel momento stesso in cui nasce l’intenzione! Il tuo nome?
SESTA VOCE
Mephistopheles. Mefistofele.
FAUST
Mephistopheles? Mefistofele?
SESTA VOCE
Mephistopheles. Mefistofele.
CORO
Mephistopheles. Mefistofele.
FAUST
So zeige dich in greifbarer Gestalt. Allora, prendi una forma tangibile.
(Mefistofele entra con discrezione e adotta un atteggiamento servile. Porta un vestito nero aggiustato. Faust, che fissava ancora la fiamma, scopre questa presenza inattesa e reprime un movimento d’avversione.)
FAUST
(in tono aspro)
Willst du mir dienen? Accetti di servirmi?
MEFISTOFELE
Fragt sich in welcher Weise? Dipende dalla maniera.
FAUST
(cercando di riordinare le idee)
Beschaffe mit für meines Lebens Rest die unbedingte Erfüllung jeden Wunsches, laß mich die Welt umfassen, den Osten und den Süden, die mich rufen, o laß mich des Menschen Tun vollauf begreifen und ungeahnt erweitern; gib mir Genie, und gib mir auch sein Leiden, auf daß ich glücklich werde wie kein andrer. Promettimi per il resto dei miei giorni di esaudire incondizionatamente ogni mio desiderio; fammi abbracciare il mondo, l’oriente e l’occidente, fa’ che io comprenda tutte le azioni umane, fa’ che io ne accresca in modo finora impensabile la loro grandezza. Dammi il genio e tutto il suo tormento in modo che non sia mai esistito uomo più felice di me.
MEFISTOFELE
Weiter, nur weiter, falls Ihr etwa nicht zu Ende wärt. Continua, continua, non dimenticare nulla, va fino in fondo.
FAUST
O laß mich die Welt umfassen, der Menschen Tun vollauf begreifen und ungeahnt erweitern; gib mir Genie, gib mir auch sein Leiden. Oh, fa che io tenga fra le mie braccia il mondo. Fa che io possa comprendere pienamente l’agire umano, e che io possa spostare in avanti le frontiere della conoscenza. Accordami il genio e il dolore che l’accompagna.
MEFISTOFELE
Was noch mehr? E che cosa d’altro?
FAUST
Mache mich frei!
So dientest du mir recht, bis an die Erschöpfug, hernac … jetzt fordre du…
Fa di me un essere libero!
Così tu mi servirai bene, fino ad esaurire tutta l ’invidia. E poi … ora a te. Dì che cosa vuoi.
MEFISTOFELE
Hernach dienest du mir fortab. Dopo, tu mi servirai per sempre.
FAUST
Ich dir dienen? Dir? In aller Zeiten Ewigkeit? Ich kann nicht. Ich kann und will nicht. mache dich fort. Io? Servire te? Tu! per i secoli dei secoli? Non posso. Non posso e non voglio. Vattene.
MEFISTOFELE
(freddamente)
Höre, Faust. Draußen stehn die Gläubiger zuhauf, die du hast betrogen. Über dei Mädchen hast du Unglück gebracht: der Bruder trachtet dir nach dem Leben. Die Pfafen, sie sin hinter dir her: sie wittern, und nicht mit Unrecht: der Scheiterhaufen wartet deiner! Ascolta bene, Faust. Là fuori ti attende la folla dei creditori che tu hai ingannato. Quanto alla tua buona amica, dimentichi l’infelicità nella quale ti ha gettato? Suo fratello vuole la tua vita. I chierici ti sono alle calcagna: essi hanno fiutato la tua natura, e non a torto, mi sembra. È al rogo che ti vogliono mandare.
FAUST
Genug, genug! Ich weiß! Basta, basta. Tutto questo lo so.
MEFISTOFELE
Hehe! So seid ihr Menschen, die ihr unablässig einander aufreizt und jagt! Eh! Eh! Ecco come siete, voi altri umani! Vi date la caccia senza fine, vi ergete inesorabilmente gli uni contro gli altri!
FAUST
Laß den Gemeinplaz, spar deine Weisheit! Smettila con i luoghi comuni, fa economia della tua saggezza!
MEFISTOFELE
Kommt es einmal zum Letzten, dann sind meinegleichen, dann bin ich geringerer Teufel, als Retter gefällig zur Stelle. Höre, Faust: Ich gebe dir Reichtum und Macht, Freuden der Liebe, weitesten Ruhmesglanz, weltlichen Ruhm. Offen sind dir die Herrlichkeiten dieser Erde! E quando il momento fatale si avvicina, allora essi mi rassomigliano tutti, e io non sono che un povero diavolo in pena, bene obbligato a salvarli poiché io sono la per qua. Ascolta, Faust: io ti darò ricchezza e potenza, le gioie dell’amore, il tuo nome risplenderà, circondato dalla gloria più grande, universalmente. Tu attingerai liberamente a tutti gli splendori della terra.
FAUST
Ende! Basta!
MEFISTOFELE
Und draußen drängen die Gläubger, lauert der Bruder, wittern die Pfaffen, sie fordern, sie morden, sie brennen! Là fuori, si presentano i tuoi creditori. Il fratello è in agguato, i chierici sono sulle tue tracce; ti si presenteranno dei conti, ti si ammazzerà, ti si brucerà!
(ride silenziosamente)
FAUST
Ich weiß, ich weiß! Ende! Lo so, lo so! Finiscila!
MEFISTOFELE
So stehn die Dinge. Wähle! È così che si presentano le cose. Scegli!
(si inchina ironicamente)
FAUST
(con calma)
Schlau wußtest du die Schlingen zu legen. Tu hai saputo tendere la trappola con abilità.
MEFISTOFELE
Schlag ein. Colpito!
FAUST
Niemals! Mai!
(Viene bussato alla porta)
MEFISTOFELE
Deine Schergen stehn dahinter. Ein Wort von dir, und sie sind nicht mehr! I tuoi guai sono dietro quella porta. Una tua parola ed essi non sono più nulla.
(Viene bussato ancora più forte)
FAUST
(sordamente)
Töte sie. Uccidili.
MEFISTOFELE
Es ist geschehn. Fatto.
(Faust si lascia cadere su una poltrona)
Möchtet Ihr das Übrige abwarten? E gli altri, li aspettate?
FAUST
(vinto)
Kaum, ich geb mich dir, aber jetzt verlaß mich. No. Mi do a te. Ma ora lasciami.
MEFISTOFELE
(immobile, dall’angolo dell’occhio, a voce bassa)
Nur noch ein Geringes. Ancora una piccola cosa.
FAUST
(violentemente)
Fort, fort, fort! Ich kann dich nicht ertragen! Vattene! vattene! vattene! Non ti sopporto più.
MEFISTOFELE
(incrociando le braccia, pazientemente)
Du mußt es lernen. Dovrai apprenderle, in ogni caso.
CORO
(dietro la scena, con effetto di lontananza, ma che questa volta sembra provenire dall’alto.)
Credo in unum Deum
Patrem omnipotentem
Creatorem coeli et terrae visibilium omnium
Et invisibilium.
Credo in unum Deum
Patrem Omnipotentem
Creatorem coeli et terrae visibilium omnium
Et invisibilium.
FAUST
(la cui tensione confina con il dolore)
Was verlangst du noch? Che cosa vuoi ancora?
MEFISTOFELE
Ein kurzes Schreiben, mit deinem Blut gezeichnet, rot auf weiß. Un breve documento, sottoscritto dal tuo sangue, rosso su bianco.
FAUST
So gib her. E sia. dammelo.
MEFISTOFELE
Brav. Bene!
FAUST
Wo ist mein Wille, wo mein Stolz geblieben! Unseliger Faust, das Höllenwerk begann. Dove sono finite la mia volontà, la mia fierezza! Ah, sventurato Faust, l’opera infernale è cominciata.
(si avvicina alla finestra)
Wie wird mir! Che ne sarà di me?
(sorge il giorno)
CORO
Et resurrexit tertia die
Secundum scripturam et ascendit in coelum,
Sedet ad dexteram Patris.
Et resurrexit tertia die
Secundum scripturam et ascendit in coelum,
Sedet ad dexteram Patris.
FAUST
Ostertag! Da ziehen die Guten zum Münster. Tag meiner Kindheit! Pasqua! I buoni si recano in chiesa. O giorno della mia infanzia!
MEFISTOFELE
Kehr dich nicht an das Gesäusel. Togliti da questi pensieri.
CORO DI VOCI MASCHILI
Et iterum venturus est
Cum gloria judicare vivos et mortuos.
Credo, credo, credo!
Et iterum venturus est
Cum gloria judicare vivos et mortuos.
Credo, credo, credo!
FAUST
Du, Faust, bist nun ein Toter. Ich werde gerichtet! Wer hilft mir? Faust, tu ormai sei morto! sarò chiamato al giudizio! Chi mi potrà ancora aiutare?
(Un corvo entra volando, con una piuma nel becco, che Mefistofele afferra.)
MEFISTOFELE
Ein Mann, Faust, du hast dein Wort zu halten: vollziehe! Faust, mantieni la tua parola come un uomo: fino alla fine.
FAUST
(respingendolo)
Noch hat es Zeit. Fauch mich nicht an. Nessuna fretta. È inutile sputare su di me come un gatto;
(disperato)
Es gibt kein Erbarmen, es gibt keine Seligkeit, keine Vergeltung, den Himmel nicht und nicht die Höllenschrecken: dem Jenseits trotz’ich! Non c’è pietà, non c’è beatitudine, non c’è redenzione; né cielo, né gli orrori dell’inferno! Io li sfido!
MEFISTOFELE
Tüchtig, tüchtig! Das nenn’ich fortgeschritten: nun seid Ihr eben auf der rechten Fährte! Perfetto, perfetto! In fede mia, facciamo progressi. Siete sulla buona strada!
FAUST
(tremando, tende a Mefistofele il documento che ha firmato)
Hier – nach Schwinden meiner Frist – es wird sich zeigen – vielleicht unterliegst noch du – bin ich – nicht dein Herr. Tieni … allo scadere della mia dilazione … vedremo bene … può darsi che sia tu a stare sotto … io non sono il tuo padrone.
(Si accascia al suolo privo di sensi)
CORO
Gloria in excelsis Deo et in terra Pax! Gloria in excelsis Deo et in terra Pax!
(Mefistofele si pasce qualche istante dello spettacolo della sua vittima, poi afferra il foglietto.)
MEFISTOFELE
Gefangen! È preso!
(sparisce)
(La scena progressivamente si rischiara. Penetrando dalle finestre, infiltrandosi in tutti gli interstizi, i raggi del sole inondano le volte di una luce mattutina.)
CORO
Alleluja! Alleluja!
(Sipario)
INTERMEZZO SCENICO
Un’antichissima cappella romana nella cattedrale. Muri grigi e freddi. Banchi di legno, un crocefisso. Si sentono, venendo dalla navata principale, le armonie di un organo. Il fratello della ragazza, rivestito della sua armatura, è inginocchiato in preghiera, con la schiena rivolta al pubblico.
IL SOLDATO
Du, der du nicht allein der Gott der Milde und der Gnade bist; zu Zeiten auch des Zornes und der Rache und der Schlachten, als der du mir bist vertrauter: erhöre mein Gebet! Ich hatte nichts auf der Welt, als mein Geschwistet, nicht Eltern, noch Weib, und nichts, das mir’s ersetze. Man hat es mir genommen, hat es verdorben: Laß du den Mann mich finden und laß ihm Recht geschehn. Herr, der du nicht allein der Gott der Milde und der Gnade, erhöre mein Gebet! O tu, che non sei soltanto il Dio della Grazia, ma, quando è necessario, anche quello della collera, della vendetta e della battaglia, tu che mi hai sempre sostenuto: ascolta la mia preghiera! Io non possiedo null’altro in questo mondo che mia sorella. Non ho genitori, non ho una sposa, e nulla che possa compensare la sua perdita. Un uomo me l’ha portata via, e l’ha avvilita: fa che quest’uomo incroci la mia strada, e che sia fatta giustizia. Signore, Tu che sei il Dio della Grazia e della Bontà, ascolta la mia preghiera!
(S’immerge nella preghiera)
(Faust e Mefistofele, sulla soglia)
MEFISTOFELE
Der Mann sinnt auf deinen Tod. Quest’uomo medita la morte./td>
FAUST
Räum ihn aus dem Wege. Toglilo dal mio cammino.
MEFISTOFELE
Auf deine Rechnung. Lo segno sul tuo conto.
FAUST
Nein, ich will meine Hände rein wahren. Such ein andres. No, non voglio sporcarmi le mani. Trova un altro mezzo.
MEFISTOFELE
Wenn er dich jetzt erkennt, kein andrer Ausweg, als daß du selbst ihn tötest. Se ti riconosce, non avrà altra scappatoia che ucciderti.
FAUST
Find einen endren. Trovane un altro.
(Il soldato fa un movimento)
MEFISTOFELE
Aufgepaßt! Attenzione!
FAUST
(tormentandosi)
Nicht ich, nicht ich – Non io! Non io!
MEFISTOFELE
Er oder du. O lui, o te.
FAUST
Er schleppt sein Leben in eitler Qual, ich bin ein Mann der Tat – Egli trascina la sua vita in vani tormenti, io sono l’azione fatta uomo.
MEFISTOFELE
Einverstanden. D’accordo.
(Faust e Mefistofele si eclissano rapidamente)
IL SOLDATO
(con un gemito)
Den Mann, den Mann, den ich suche! Erbarmen! L’uomo! L’uomo che cerco! Per carità!
(S’immerge nella preghiera)
(Mefistofele, travestito da monaco grigio s’inginocchia accanto al soldato)
MEFISTOFELE
Möchtest du mir nicht beichten? Non hai nulla da confessare?
IL SOLDATO
Ich habe nicht an Bösem was getan. Non ho commesso alcun peccato.
MEFISTOFELE
Aber du hast welches vor. Ma hai intenzione di farne.
IL SOLDATO
Ich habe vor, was Rechtens idt. Weißt du’s, brauch’ich zu beichten um so wen’ger. Quello che voglio fare è un atto di giustizia. E se tu lo sai, io ho ancor meno bisogno di confessarmi.
MEFISTOFELE
Vielleicht wär’s doch an der rechten Zeit. Pertanto, forse questo è il momento.
IL SOLDATO
Gott ist bei mir. Du bist mir lästig. Dio è al mio fianco. Tu mi stai importunando.
MEFISTOFELE
Wer weiß, deine Stunde ist nicht weit. Chi lo sa? Può essere che sia giunta la tua ora.
IL SOLDATO
Teufelsmönch, zeig deine Fratze! Ich bin ein offener Mann. Monaco del diavolo, fa dunque vedere la tua sporca gola! Io vedo un viso coperto.
MEFISTOFELE
Du wirst sie bald sehen. La vedrai ben presto.
IL SOLDATO
Hervor damit! Andiamo, finiscila! Mostrala!
MEFISTOFELE
Geduld, sieh lieber nach der Tür! Hurtig! Wehr dich! Pazienta. Dà piuttosto un’occhiata a quella porta. Affrettati! In guardia!
(Egli balza in piedi)
(In lontananza, tamburi e trombe)
MEFISTOFELE
(con aria di trionfo)
Man rückt heran. Es sind ihrer sechs gegen Einen. Sticht dich nicht deine Rauflust! Meine Fratze? Da! Vengono. Sei contro uno. Hai di che sfogare il tuo ardore battagliero. Quanto alla mia gola … Tieni!
(Gli tira fuori la lingua. Mefistofele s’insinua in un confessionale. Il soldato, spaventato, impugna la spada e prende posizione con la schiena al muro. Si fa un’oscurità profonda. Alla porta appare un tenente che comanda una pattuglia.)
IL TENENTE
Dort, seht ihn! Verkrochen in der Kirche, der unsren Hauptmann niederschlug von hinten: Gleiches mit Gleichem, haut den Mann zu Boden! der Obberst wird’s uns danken. Là, guardate! Rifugiato nella chiesa il cane che ha ferito alla schiena il nostro capitano. Occhio per occhio, dente per dente: fategli mordere la polvere. Il nostro colonnello vi ricompenserà!
(Si battono. In breve il soldato cade a terra ferito a morte.)
MEFISTOFELE
(esce dal confessionale levando le braccia)
Hier – am heiligen Ort! Ihr seid des Teufels!
Mürbe für die Hölle! Im übrigen gut gemacht, und meinen Segen.
Qui! In un luogo santo! Seguaci di Satana!
Pronti per andare all’inferno! Nel frattempo, avete bene agito e io vi do la mia benedizione.
IL TENENTE
Der Mönch ist toll. Laßt ihn laufen. Questo monaco è matto. Lasciate correre.
(I soldati si ritirano. )
MEFISTOFELE
Möcht’euch wohl nicht anders raten. Ziehn wir die Rechnung: vorerst, Kirchenschändung; Bruder Soldat mit einem Mordplan, ab; der weise Faust ladet’s auf sein Gewissen: drei Ratten in einer Falle. È proprio il consiglio che ti ho dato. Allora, facciamo i nostri conti: prima di tutto, sacrilegio; premeditazione di morte nella persona del fratello soldato, uccisione; il tutto sulla coscienza del nostro saggio Faust. Totale: tre topi in una sola trappola.
(Un raggio di luna illumina il cadavere steso al suolo. Il sipario scende lentamente.)
AZIONE PRINCIPALE
PRIMO QUADRO
A Parma, nei giardini del duca;
Dame e signori della corte. Campagnoli in abiti di festa, preceduti da suonatori di zampogna. Cacciatori - con i loro corni, e mute di cani. Paggi. Dame d’onore che portano corone di fiori. Il maestro di cerimonia, seguito da una scorta di guardie del corpo, accompagnato da tamburi, fa il suo ingresso, tutto indaffarato. Mette ordine fra i gruppi, si dà importanza, cerca di farsi rispettare. Respinge i campagnoli, indica i loro posti ai paggi e alle dame d’onore, le dispone secondo il loro rango. Scompare e riappare tutto eccitato e autoritario.
CORO
Sie nahn! Der Fürst! Die Fürstin! O schauet! O Pracht!
Hoch das Paar! heil dem Fürsten!
Eccoli! Il principe! La principessa! Guardate! Che splendore!
Onore alla nobile coppia! Gloria ai nostri sovrani!
(La coppia ducale fa il suo ingresso a cavallo)
IL MAESTRO DI CERIMONIA
(si avanza, facendo una riverenza, per un indirizzo)
Nach dieser Feste rauschend bunter Reihe, wagt’ich noch kaum auf Größeres zu hoffen, der Abend kündet sich besonders an. Dopo feste così splendide e ricche, io oso appena a promettere godimenti ancora maggiori, e pertanto questa notte vi dovrà riempire di gaudio.
IL DUCA
Was ist denn Seltenes eingetroffen? Che cosa dunque hai in mente di così eccezionale
IL MAESTRO DI CERIMONIA
Ein höchst gewandter Mann.
Kein andrer als der Doktor Faust.
Un uomo dal sapere immenso.
Il Dottor Faust in persona.
CORO
Doktor Faust! Il dottor Faust!
IL MAESTRO DI CERIMONIA
(alla duchessa)
Wenn Euch nicht etwa vor diesem graust. Almeno se questo non vi fa paura.
LA DUCHESSA
Und weshalb grausen? E perché dovrei avere paura?
IL MAESTRO DI CERIMONIA
Hohe Frau,
der weise Doktor ist nicht recht geheuer, er brenzelt gleichsam von unheiligem Feuer, ich fürchte fast, daß ich mir viel getrau.
Wenn ihr befehlt, so will ich ihn präsentieren, introduzieren, doch jede Verantwortung refüsieren.
Gentile signora,
questo dottore erudito, per parlare con proprietà, è un po’ inquietante. Si direbbe consumato da un fuoco equivoco, fatale, e ho paura di avere fatto una prova di temerarietà.
Se voi lo ordinate, io ve lo presenterò, la introdurrò, ma declino tutte le responsabilità.
LA DUCHESSA
(Con leggerezza)
Wir wollen’s wagen. – Osiamo, volete?
(Il maestro di cerimonie s’inchina e si ritira).
MEFISTOFELE
(vestito da araldo, appare improvvisamente)
Wagen – und dabei gewinnen...
Schönheit gefällt sich im Gefahrenspiel.
Drum, schönste Frau, Ihr waget nicht zuviel, erlaub Ihr meinem Herrn sich einzufinden.
Hier ist er selbst, Euch zu dienen.
Osare ... e alla fine vincere...
La bellezza si compiace di giochi pericolosi.
Ora dunque, bella fra tutte le dame, non avete osato troppo accordando al mio signore di presentarsi davanti a voi.
Eccolo in persona, per servirvi.
(Faust si avanza, provenendo dal fondo della scena, e scende a passi lenti. Deve essere accompagnato da un seguito incredibile: piccoli mori che tengono il suo strascico, delle scimmie … e ad ogni modo la sua apparizione ha qualche cosa di stravagante, ma non di ciarlatanesco. Il maestro di cerimonia, a sua volta, guidandolo e accogliendolo, precede il gruppo con passo danzante.)
CORO
Er naht. Mit ihm das Wunderbare.
Wir werden staunen und erschauern. Ringsum verborgene Geister lauern, umranken trügerisch das Wahre. Das läßt uns ahnen, wie das Nächtliche zu Tage tritt, so daß wir stumm geworden sind und zittern.
Er sieht gebieterisch und schön! Das Ungewohnte ist an ihm natürlich. Säh er nicht stolz, wir hielten ihn für zierlich, er schüchtert uns, doch müssen wir ihn ansehn
Egli si avanza. E con lui il Meraviglioso.
Lo stupefacente. Il Brivido. Attorno a lui, si aggirano spiriti invisibili in agguato, ingannatori autori di realtà. Noi li sentiamo: così il giorno cede alla potenza della notte e ci lascia ammutoliti, tremanti. La sua bellezza e la sua sicurezza s’impongono a noi.
Egli è fuori del comune: con quale naturalezza! Se non avesse l’aria così fiera, lo si crederebbe delicato. Egli c’intimidisce, ma i nostri occhi non possono staccarsi da lui.
LA DUCHESSA
(a parte)
Er ist ein Fürst an Wesen und Gebärde, noch niemals hat ein Mann mich so bestrickt. Dallo spirito, dall’aspetto, è un principe. Nessun uomo prima di lui mi ha attirato tanto.
IL DUCA
(a parte)
Mich dunkt, die Hölle hat ihn hergeschickt! È l’inferno che ce lo manda, lo giurerei.
MEFISTOFELE
(a parte)
Der Wachthund bellt. Es blökt die Herde. Il cane da guardia abbaia. Il gregge bela.
CORO
Seltener Mann!
Seltsamer Gast!
Was wird sich zeigen?
Che uomo eccezionale!
Che invitato fenomenale!
A che avvenimento stiamo per assistere?
FAUST
(a parte)
Du stolzeste der Frauen, sollst mir der Preis sein! Donne fra tutte la più fiera, tu sarai la mia ricompensa.
IL DUCA
(brusco)
Herr Doktor, seid an unserem Hof begrüßt, und Dank, daß Eure Kunst Ihr uns erschließt.
Wir hoffen, daß Ihr die Fürstin nicht enttäuscht.
Mögt Ihr beginnen?
Dottore, siate il benvenuto alla nostra corte, e siate ringraziato per volerci rivelare la vostra arte.
Noi speriamo che non inganniate la principessa.
Volete cominciare?
LA DUCHESSA
(a voce bassa, appartata)
Was wird sich zeigen? A quale avvenimento sto per assistere?
FAUST
(a metà per se stesso)
Seid unbesorgt! Es sei! Non siate inquieti. Io sono pronto.
(Alza le mani. Un nembo di piccoli diavoli con l’aspetto di fauni invade il luogo e si nasconde prontamente nei vari boschetti.)
LE DONNE
(mandano un grido di spavento)
Ah! Ah!
GLI UOMINI
(sganasciandosi)
Ha ha ha ha ha Ah! Ah! Ah! Ah! Ah!
(con un breve gesto, Faust chiede il silenzio)
FAUST
Verzeiht, wenn ich zu eigen handle, Tag ist dem Wunder abgewandt.
Licht, sei verbannt,
in Nacht dich wandle,
Sterne herauf am Himmels Rand!
Scusatemi se dispongo le cose come più conviene, ma la luce del giorno non è propizia agli incantesimi.
Luce, io ti caccio.
Cambiati nella notte!
Stelle, apparite, illuminate il firmamento!
(Improvvisamente si fa notte con cielo stellato. Una sorda esclamazione proviene da tutti i petti.)
Was wünscht die schöne Herrin zu erschauen? Bella sovrana, in quali forme vorreste apparire?
LA DUCHESSA
Hab ich zu wählen? Posso scegliere?
(Riflette)
IL DUCA
(alla duchessa)
So wählet! Decidetevi, dunque.
(a bassa voce)
Fordert, verlangt Unmögliches! Domandate, esigete l’impossibile!
LA DUCHESSA
(nello spirito del consiglio ricevuto)
Ob jene Fürsten frühester Zeiten besseren Anstand trugen als jetzt?
Dieses zu schauen möchte mir frommen. Lasset den Kuonig Salomo kommen.
I principi dei tempi andati avevano un aspetto più fiero di quelli d’oggi?
Se volete, mostratemi come se fossi convocata davanti al re Salomone.
(Il re Salomone appare seduto sul trono)
IL DUCA
Ein würdiges Bild. Un quadro veramente degno.
IL MAESTRO DI CERIMONIA
Gewiß, ganz charmant. Affascinante, in verità. Proprio affascinante.
LA DUCHESSA
Doch gar zu streng. War er nicht auch galant? Ma troppo severo. Non era anche un uomo galante?
FAUST
So ihr es wünscht – zeigt er sich Euch als Pfleger schönen Umgangs. Poiché tale è il vostro desiderio, lo andrete a scoprire nella più incantevole compagnia.
(Un’arpa si materializza davanti a Salomone. Il re si mette a suonare. Appare un secondo trono. Si avanza la regina di Saba)
LA DUCHESSA
Wer ist die Schöne? Chi è quella Venere?
IL DUCA
(aggrottando le sopracciglia)
Sie gleicht Euch sehr! È il vostro ritratto.
IL MAESTRO DI CERIMONIA
Ist es Helene? È Elena?
LA DUCHESSA
(a parte)
Wohl gleicht sie mir, und Faust dem mit der Krone. Sì, mi rassomiglia. E Faust assomiglia a quel re.
(Salomone scende dal trono e mette un ginocchio a terra davanti a lei)
IL DUCA
Das ist recht dreist, es wird beinah zum Hohne! Ecco l’impertinenza, a due dita dall’affronto!
FAUST
Balkis war sie und Sabas Königin.
Den weisen Mann bezwang ihr weiserer Sinn.
Il suo nome è Balkis. Era la regina di Saba.
La sua saggezza ancora più grande seppe conquistare quella di Salomone.
(Salomone e la Regina si riportano sui loro troni.)
CORO
Seht hier und dort ein gleiches Paar. Was hier gemeint wird offenbar.
Das kecke Spiel beschwört Gefahr.
Guardate: la maga e la duchessa si assomigliano. L’allusione è limpida.
Il gioco è impudente, il pericolo imminente.
LA DUCHESSA
Ein andres jetzt. Könnt Ihr den Wunsch erraten? Ora mi piacerebbero altre cose. Sapete indovinare quali?
FAUST
Wendet den schönen Blick zu diesen Schatten. Ecco. Guardate solamente queste ombre, sotto i vostri occhi così belli.
IL DUCA
(con diffidenza)
Was ist’s, das Ihr Euch wünschet? Che cosa vi siete augurata?
LA DUCHESSA
Ihr werdet’s sehn. Lo vedrete.
(Apparizione di Sansone e Dalila.)
IL DUCA
Samson, Dalila, in Lieb umschlungen. Sansone, Dalila, in una stretta amorosa.
IL MAESTRO DI CERIMONIA
Von dieser Frau Verrat wird vieles erzählt und gesungen. Il tradimento di questa donna è stato molto cantato e raccontato.
LA DUCHESSA
Daß Liebe so mit Tücke sich verbände! Come può l’amore unirsi così alla perfidia?
FAUST
Was man erzählt, gehört in die Legende. Voi non sapete che quello che dicono le leggende.
(Dietro la coppia appare uno schiavo nero, che porge le forbici a Dalila)
CORO
Sie hebt die Schere –
das ist bekannt –
die listge Mähre –
Ha, wird er entmannt?
Sie hebt die Schere!
Ella brandisce le forbici …
L’episodio è noto …
La femmina viziosa …
Ah! lo vuole evirare?
Ella brandisce le forbici!
LA DUCHESSA
(nervosamente)
Genug davon! Ein neues Bild. Basta con questo! Un altro quadro.
(L’apparizione si dilegua)
Und gebet jetzt, wozu Ihr selbst gewillt. A vostro gradimento, questa volta.
(Giovanni Battista e Salome. Al loro fianco il boia con la spada levata. Ha i lineamenti del duca.)
CORO
Johannes und Salome! Salome e il Battista!
FAUST
Auf einen Wink Salomes fällt das Haupt! Ad un segno di Salome, la sua testa rotolerà.
LA DUCHESSA
(tradendosi)
Er darf nicht sterben! Non deve morire!
FAUST
Also liebt Ihr mich. Dunque, voi mi amate.
(Movimenti, mormorii)
LA DUCHESSA
Ich bin des Herzogs Gattin. Io sono la sposa del duca.
FAUST
Dennoch liebt Ihr mich … E nonostante questo voi m’amate …
LA DUCHESSA
Schweigt! Tacete!
(oppressa)
Ich bin nicht ehrlos, bin nicht frei! Io rispetto il mio onore e non sono libera.
FAUST
(sottomettendola al suo potere)
Komm, o komm! Folge mir nach. – Ich führe dich in die Unermeßlichkeit der Welten. Die Erde sei dein Reich, du ihre Königin, die Pracht des Orients. Komm! Die Kunst des Westens, was späte Zeiten einst zu Tage fördern: jetzt sind sie dein! Du kommst! Vieni, ah, vieni, seguimi; io ti condurrò nell’immensità dei mondi; la terra sia il tuo regno, tu sua regina, lo splendore dell’Oriente. Vieni! L’arte dell’Occidente e i tesori che l’avvenire scoprirà un giorno sono già tuoi! Vieni! Vieni!
LA DUCHESSA
(fra sé, soffocando)
Ach, er berückt mich, betört mich, ergreift mich! Laßt mich, o laßt mich! Bin ich Euch feil? ! O still, o schweiget! Ahimè!, egli mi rapisce, il suo fascino è magnetico, mi sequestra. Lasciatemi, oh, lasciatemi! Credete di corrompermi? Oh, tacete, non dite nulla!
IL DUCA
Endet das Spiel! Basta con questo gioco!
MEFISTOFELE
(è improvvisamente fra loro e proclama)
Das Spiel – es ist so gut als wie beendet.... Il gioco … è praticamente terminato....
(apre un cammino davanti al duca)
IL DUCA
(a Faust, pieno di rabbia)
Ergötzlich war die Schau. habt insern Dank. Ihr seid mein Gast am herzoglichen Tische. Magnifica spettacolo. Vi ringrazio. V’invito alla nostra tavola.
(Breve silenzio imbarazzato. Poi i gruppi lasciano la scena, rapidamente e in disordine. Il duca gira i talloni e offre il braccio alla duchessa)
CORO
(praticamente bisbigliando)
Fort, zieht Euch zurück. Unheil schwebt.
Fort! Fort! Fort!
Partiamo, ritiriamoci. Una disgrazia è per l’aria!
Partiamo! partiamo! partiamo!
MEFISTOFELE
Folgt ihnen nicht! Non seguiteli.
FAUST
Du sagst? Che dici?
MEFISTOFELE
Entflieht. Verlaßt den Hof! Den Herzog habt Ihr aufgereizt. Die Speisen sind vergiftet. Ich wag mich nicht hinein. Der hohe Klerus sitzt im Ornat beim Mahle. Nützet den Augenblick. Fuggite. Lasciate questa corte. Avete fatto arrabbiare il duca. Le vivande saranno avvelenate. Io non mi arrischierei. I dignitari del clero sono tutti seduti alla tavola del duca, con i vestimenti d’apparato. Approfittate di questi istanti.
FAUST
Ich ziehe nicht allein. Non mi sembra d’essere solo.
MEFISTOFELE
Ich weiß, das macht sich ganz wie von selbst. Es liegt in meinem Plan: also geschieht’s. Num kommt. Lo so bene, essa è vittima dei sensi. L’ho previsto nel mio piano, e dunque, andrà così. Intanto venite.
(Si ritirano rapidamente al seguito degli ultimi invitati. La scena si vuota. Una pallida luce crepuscolare rischiara il piano.)
LA DUCHESSA
(fuori scena)
Er ruft mich … zieht mich … Egli mi chiama … mi attira verso di lui …
(Entra in scena, come una sonnambula, le braccia tese innanzi a lei)
Er ruft mich wie mit tausend Stimmen,
zieht mich wie mit tausend Armen;
ich fühl in einem tausend Augenblicke
und jeder einzelne verkündet ihn, ihn allein.
Wer ich gewesen, und was ich vostellte,
ist mir entschwunden – seh nur den einen Weg,
den Weg zum teuren Manne.
Ja, ja, ich komme,
schreite mir dir durch unbegrenzte Räume;
die Erde wird mein Reich, ich ihre Königin!
Was späte Zeiten einst zu Tage fördern,
bald ist dies alles mein – mein! !
Ich schreite dann an seiner Hand
in unbegrenzte Bezirke.
Bei dir, bei dir die Unermeßlichkeit.
Faust, du mein Faust, ich komme …
Faust, du mein Faust, ich folge dir!
Egli mi chiama come con mille voci,
con mille braccia mi attira a sé,
un solo istante sembra contenerne mille,
e ogni istante mi parla di lui, solo di lui.
Ciò che sono stata e quello che ho rappresentato
per me è svanito - vedo solo una via che mi
conduce a lui, all’uomo che amo.
Sì, sì, io vengo,
con te cammino negli spazi infiniti;
la terra è il regno mio, io sua regina!
E i tesori che l’avvenire scoprirà un giorno
presto saranno miei, miei!
Poi io camminerò al tuo fianco
tra le sfere infinite.
In te, in te è l’immensità!
Faust, o mio Faust, io vengo a te!
Faust, o mio Faust, io ti seguo!
(lentamente, esce)
(improvvisamente si fa giorno. Il duca e Mefistofele travestito da cappellano di corte)
IL DUCA
(misteriosamente, molto nervoso)
Was Wichtges sagt Ihr? Was ist’s, mein Vater? Che cosa aveva di così grave? Ditemelo, padre mio!
MEFISTOFELE
Ergebt Euch, Fürst, die Herzogin entkam! Rassegnatevi, principe. La duchessa è fuggita!
IL DUCA
Mit ihm? Con lui?
(Mefistofele annuisce)
Man setze ihnen nach! Che ci si lanci al loro inseguimento!
MEFISTOFELE
Wonach? Ins Blaue? Mit diesen beiden Augen sah ich sie auf Flügelrossen durch die Lüfte treiben. Am besten wär’s, man hielte reinen Mund. E dove? Nei cieli? Con i miei stessi occhi, li ho visti inforcare delle cavalcature alate, e volare verso le nuvole. sarebbe più saggio non lasciare sospettare nulla.
(dolcemente)
Die macht des … Bösen ist nicht unterschätzbar La potenza del … Maligno non è da sottovalutare.
(annuendo nuovamente)
Ich rate, Sohn, schaut Euch nach Neuem um. Figlio mio, seguite il mio consiglio: pensate a risposarvi.
IL DUCA
Was sagt Ihr? Ma che dite?
MEFISTOFELE
Hört nur, Ferraras Herzog droht Euch mit Krieg. Um dessen Schwester werbet, so läuft’s in Güte ab. Ascoltate solamente. Il duca di Ferrara vi minaccia di guerra; Sposate sua sorella e tutto andrà per il meglio.
IL DUCA
(piamente)
Der Himmel spricht aus Euch. È il cielo che parla per le vostre labbra.
MEFISTOFELE
(fra sé)
Der Staat Venedig schluckt sie bald selbander, beim Rat der Drei weiß ich mich wohl gelitten, und hoffe diese Kleinigkeit schicklich zu fördern. Lo stato veneto li inghiottirà entrambi: al consiglio dei Tre ho le mie entrature, e saprò bene ottenere queste piccolezze con le forme.
(a voce alta, ipocritamente)
Mein Sohn, fasse Vertrauen! Figlio mio, abbiate fiducia.
(Leva la mano destra come per dare la sua benedizione. Il suo pugno si apre come un artiglio. Il Duca bacia la mano di Mefistofele. Il sipario cala rapidamente.)
SECONDO QUADRO
Una taverna a Wittemberg
CORO
So lang man Jugend hat,
lebt man als Nimmersatt.
Bah!
Juvenes dum sumus!
Gaudeamus igitur!
Prosit, prosit, prosit!
Per tutto il tempo della giovinezza
non si è mai sazi.
Bah!
Juvenes dum sumus!
Gaudeamus igitur!
Prosit! Prosit! Prosit!
(il sipario si alza. Studenti si distribuiscono a gruppi fra i tavoli. Quelli che discutono sono raggruppati attorno a Faust. Gli altri occupano posti laterali)
PRIMO STUDENTE
Daß ihr mir die Platonische Lehre recht begreifet … Affinché voi comprendiate bene la dottrina di Platone …
UNO STUDENTE
(brillo – appartiene a un altro gruppo)
So lang du trinken kannst,
füll dir den schlappen Wanst.
Bevi più che puoi
e riempi il tuo molle pancione!
CORO
Sill! Denn es wird hier diskutiert. Silenzio! A questo tavolo si discute!
PRIMO STUDENTE
…daß ihr mir Platos Lehre ja recht begreifet: den Teller hier, den runden, ganzen Teller mach’ ich zu Scherben. … affinché voi comprendiate bene la dottrina di Platone, farò un esempio: guardate questo piatto rotondo e intero. Lo faccio a pezzi.
(rompe il piatto)
CORO
Klatsch! Crac!
PRIMO STUDENTE
Doch der Begriff des Tellers bleibt bestehen! E nonostante questo il concetto di piatto rimane!
CORO
(parodiandolo)
Doch der Begriff des Tellers bleibt bestehen! E nonostante questo il concetto di piatto rimane!
UN SECONDO
(querelando ironicamente)
Doch der ist hin, dein Witz kann ihn nicht kitten. Ma il piatto è rotto, e il tuo spirito non lo può rincollare
IL PRIMO
(concede)
Dank Gott, wenn deiner noch zusammenhält. Ringrazia Dio che il tuo è ancora intatto.
UN TEOLOGO
Dagegen eifern die Kirchenväter: was Gott geschaffen, gilt als unzerstörbar, doch jedes Menschen Bau zerfällt in Nichts. I Padri della Chiesa si sono scaldati molto su questo: quello che Dio ha creato è indistruttibile, ma tutto ciò che ha costruito l’uomo è destinato all’annientamento.
QUALCUNO
(parodiando)
Zerfällt in Nichts, Nichts. All’annientamento, all’annientamento!
UN QUARTO
Beim nächsten Gang prügl ich dich windelweich, schonungslos, um festzustellen, ob Gott dich geschaffen … Al primo incrocio io ti picchierò a morte, senza misericordia: vedremo se ti ha creato Dio…
CORO
Hahaha! Um festzustellen, ob Gott ihn erschaffen. Ah! ah! ah! vedremo se ti ha creato Dio …
IL QUARTO
…und ob du unzerstörbar bist. …e se tu sei indistruttibile.
CORO
So lang man Jugend hat,
lebt man als Nimmersatt.
Juvenes dum sumus!
Gaudeamus igitur!
Per tutto il tempo della giovinezza
non si è mai sazi.
Juvenes dum sumus!
Gaudeamus igitur!
UN GIURISTA
(pontificando)
Nach dem Gesetz ist Eigentum geschützt, vor Raub und vor Zerstörung. Mit dem zerbrochenen Teller machst du dich strafbar. La legge difende la proprietà contro il furto e la distruzione. Rompendo questo piatto, cadi sotto i colpi della legge.
IL PRIMO
War es doch eine reine platonische Handlung. Ma la mia azione è stata puramente platonica.
UN NATURALISTA
Alles zerfällt, doch bildet es sich neu, verwandelt sich unendlich, geht über in verschiedne Formen und Gattungen. Tutto muore, ma tutto torna a vivere sotto altre forme, tutto di trasforma senza fine, creato sotto altre specie e sotto altre apparenze.
UN QUINTO
Als wie dein lustiger abendlicher Affe zum melancolischen Kater des Morgens wird. Per nulla! Per esempio: chi si sazia la sera, si risveglia al mattino con la gola di legno.
IL PRIMO
Doch die platonische Lehre - Tuttavia la dottrina di Platone …
IL TEOLOGO
(interrompendolo)
Was Gott geschaffen, das gilt. La creazione divina: null’altro conta …
IL GIURISTA
(interrompendo anche lui)
Nach dem Gesetz bleibt Eigentum geschützt. La legge protegge la proprietà …
IL NATURALISTA
(interrompendo anche lui)
Alles zerfällt, verwandelt sich ewig. Tutto muore, tutto si trasforma eternamente …
CORO
Prosit, prosit!
So werden wir nicht fertig bis zum Morgen,
mit Kater nicht, noch ohne Kater!
Gaudeamus,
Juvenes sumus!
Prosit! prosit!
Noi ne avremo fino al mattino,
con o senza la gola di legno!
Gaudeamus,
Juvenes sumus!
IL PRIMO
Der Meister spreche. Che il Maestro si pronunci!
ALCUNI
Ja, der Meister spreche. Sì, che il Maestro si pronunci!
FAUST
Nichts ist bewiesen und nichts ist beweisbar. Bei jeder Lehre hab ich neu geirrt. Gewiß ist nur, daß wir kommen um zu gehen, was zwischen liegt, ist das, was uns betrifft. Drum weis’ich auf des großen Protestanten lebendigen Spruch - Nulla è provato, e nulla ne conoscerà l’essenza. Ogni nuovo sapere ha suscitato in me nuove domande. Io sono certo di questo: «Noi arriviamo solo per ripartire. Quello che si trova fra le due azioni, questo ci interessa». Io mi ricordo le parole di questo insigne pensatore protestante – esse sono ancora vive …
IL PRIMO
Den Spruch eines Abtrünnigen - Le parole di un apostata!
(Gli studenti si separano in due gruppi: cattolici e protestanti)
IL SECONDO
Eines Helden und Heiligen - Un eroe, un santo!
IL TERZO
Eines Prahlers - Smargiassate!
IL QUARTO
Eines Ketzers. Eresie!
UNO STUDENTE
Ich seh’ihn ganz als einen neuen Heiland, einen aufrechten deutschen Mann! Io lo ritengo soprattutto un nuovo Messia, un autentico uomo tedesco!
IL PRIMO
Bah! Der echte Heiland war doch gar kein Deutscher! Bah! Il vero Messia è stato tutto tranne che tedesco!
CORO DEI PROTESTANTI
Ihr Päpstlichen bleibt doch die ärgsten Ketzer. Voialtri, papisti, siete i peggiori eretici!
CORO DEI CATTOLICI
Säßt ihr im Span’schen, wärt ihr längst verbrannt. Se fossimo in Spagna, voi finireste sul rogo!
I PROTESTANTI
Und ihr seid ausgebrannt, ein Häufchen Asche! E voi vi siete carbonizzati! Un piccolo mucchio di cenere!
I CATTOLICI
Zum Teufel ihr! Ist ein Ketzer und Prahler! Il diavolo vi porti! È un eretico e uno smargiasso!
I PROTESTANTI
Und ihr zur tiefsten Hölle -, zum Teufel selber! Ist ein Held und ein Heil’ger, ist ein aufrechter deutscher Mann, der neugeborne Heiland! Al diavolo voi, nel più nero degli abissi! È un eroe, un santo, un autentico uomo tedesco, il nuovo Messia!
FAUST
(divertito, bonariamente riporta la calma)
Ihr Freunde, seid mir doch über Teufel und Hölle einer Meinung. Der Spruch auf den ich weis, wird euch versöhnen. Er sagt, «daß Wein, daß Frauen, Kunst und Liebe zu den Vernünftigen, tröstlichen Dingen des Lebens zu rechnen sind », und schliesset mir mit ein die zarten, heiteren, jubelnden Weisen der heilige Tonkunst. Amici miei, mettetevi almeno d’accordo sul diavolo e sull’inferno. le parole a cui penso vi riconcilieranno. Egli disse che «il vino, le femmine, le arti e l’amore sono le cose della vita che sono di consolazione ai migliori, e fra le più ragionevoli». Aggiungiamo i canti della santa Musica, così dolci, così vivi, così pieni di giubilo.
I PROTESTANTI
Hoch die Frauen! Viva le femmine!
I CATTOLICI
Heil dem Gesange! Viva i canti!
I PROTESTANTI
Doktor Martin, er lebe! Vivat! Viva Martin Lutero! Hurrà!
I CATTOLICI
Samt teufel und Hölle!
Te Deum laudamus,
qui fecisti vinum.
Te Dominum glorificamus,
qui foeminam creavisti.
Dum puellas adoramus,
te eiscum exultamus.
Circulate pocula
in saeculorum saecula!
Che viva: all’inferno, assieme ai diavoli!
Te Deum laudamus,
qui fecisti vinum.
Te Dominum glorificamus
qui foeminam creavisti.
Dum puellas adoramus,
te eiscum exultamus.
Circulate pocula
in saeculorum saecula!
I PROTESTANTI
(alzandosi, in preda alla fede)
Ein’feste Burg ist unser Gott,
ein’starke Wehr und Waffen!
Ein’feste Burg ist unser Gott,
ein’starke Wehr und Waffen!
(Tumulto. Si salta sui banchi, sui tavoli, si sturano bottiglie, ci si abbraccia. I protestanti, indignati, escono sfilando al passo dell’oca, le braccia tese. Gli studenti vuotano tutti i bicchieri pieni di vino e li ripongono battendo sui tavoli.)
UN TIMIDO
Ihr, Doktor, weitgereist, erfahren, müsset den Frauen viel begegnet sein. Dottore, voi che avete viaggiato a lungo, che avete visto tante cose, ne saprete sicuramente molto sulle femmine.
(esitando)
Möchtet Ihr nicht ein Weniges verraten? Non volete rivelarci qualcuno dei vostri segreti?
(Faust diventa pensieroso)
CORO
Wie die Erinn’rung ihn sichtbar ergreif. Er sieht nicht glücklich aus. Visibilmente, i ricordi lo hanno sconvolto. Sul suo viso non c’è felicità.
FAUST
(calmo)
Nur der blickt heiter, der nach vorwärts schaut. Solo colui che guarda in avanti ha lo sguardo sereno.
(si immerge nei suoi ricordi)
(decide alfine di liberarsene)
Von allen Frauen, die mich geliebt, die Schönste, war eine Herzogin aus welschem Lande. Di tutte le femmine che mi amarono, la più bella è stata una duchessa, della terra del Welchi.
QUALCUNO
Hört, eine Fürstin - Ascoltate, una duchessa!
ALTRI
Gar eine Fränzin. Sicuramente una francese.
FAUST
An ihrem Hochzeitstag gab sie sich mir zu eigen. Ella si è data a me il giorno delle sue nozze.
CORO
Ihr habt sie wohl verzaubert und behext? Voi gli avete fatto un sortilegio, un malefizio, non è vero?
FAUST
Wenn Wohlgestalt und Geist und Mannheit zaubern, so hab ich sie behext in aller Form. Se considerate la bella presenza, lo spirito e la virilità dei sortilegi, allora sì. Completamente.
IL TIMIDO
Ist‘s lange seither? È stato molto tempo fa?
FAUST
Wohl kaum ein Jahr ist‘s her, doch ferne leigt‘s hinter mir. Die Spur hab ich verloren. Ob sie noch meiner denkt? Appena un anno, ma tutto mi sembra che sia accaduto in un lontano passato. Ho perso le sue tracce. Penserà ancora a me?
(Mefistofele, vestito come un messaggero e coperto di polvere, si mostra all‘entrata. Un fremito di malessere percorre l‘assemblea degli studenti.)
MEFISTOFELE
Laßt euch nicht stören. Zu melden hab‘ ich: Die Herzogin von Parma ward begraben; dies schickt sie Euch als ein letztes Gedenken! Non disturbatevi per me. Sono portatore di un messaggio: la duchessa di Parma è stata sotterrata. Ella vuole che io qui vi porti il suo ultimo pensiero per voi!
(Getta ai piedi di Faust il cadavere di un neonato)
TUTTI
Wer ist der Mann? Entsetzlich!
Verdächtiger Geselle! -
Sicher ein gedungner Helfer,
ein Mörder, ein Verbrecher,
ein verdächtger Schurke! Bekennet!
Chi è quest‘uomo! orrore!
Diffidiamo di lui!
Sicuramente il complice di un assassino a pagamento,
un assassino, un criminale,
una canaglia sospetta. Smascherati!
MEFISTOFELE
Gemach, Ihr Herren, den Boten trifft keine Schuld. Ich selber leide, daß ich mit nichts Gefällgerm kann aufwarten; denn so verhält sich die Begebenheit: sie spielt in Parma.
Dort war ein dummer Herzog, der freit eine geile Frau, der Bräutigam ihr schwer wog, denn er war so fromm und so flau.
Da kam daher ein Doktor,
trat auf mit großer Pracht,
der nahm sie ohne weit ‘res
an ihrer Hochzeitsnacht.
Ehilà, signori! Il messaggero non è colpevole. Credete, mi dispiace di non aver da portarvi un messaggio più felice. Quanto alla storia, eccola. Ella giocava a Parma.
Là viveva un duca piuttosto stupido, che scelse come sposa una donna lubrica. Ahimè!, come marito, egli le pesava, tanto era pio e molle.
Passò di lì un certo dottore,
circondato da grande fasto,
che senza entrare nei dettagli,
se la porta via la sera delle nozze.
CORO
Gut gemacht! Bravo!
MEFISTOFELE
Auf Höllenflügelrossen
entführt er sie durch Luft,
sie schwoll mit einem Sprossen,
und er sich erwies ein Schuft.
Die Frau mit ihrem Kinde
er ließ sie, wo sie stand,
daß ich ihn hier wiederfinde,
erscheint mir ungalant.
Cavalcando un infernale cavallo alato,
egli se la porta sulle nuvole,
ben presto rimase incinta,
e lui si rivelò uno scellerato.
Questa femmina, questo bambino
egli abbandonò seduta stante:
Il fatto che io li abbia ritrovati in quel luogo
mi è sembrata una cosa ben poco cortese.
CORO
(in preda alla confusione)
Sollt’er es sein? ! Sarebbe lui?
MEFISTOFELE
Auf ihrem Sterbette hat sie ihm den Balg vermacht, es fehlt nicht viel, ich hätte lebendig ihn hergebracht. Doch unterwegs krepiert er, ich hielt ein Aas im Arm. Ich hoffe, diese Geschichte noch eben brühewarm. Sul suo letto di morte ella ha lasciato a lui il marmocchio. C’è mancato poco che io lo portassi qui ancora in vita. Ma lungo il cammino ha smesso di respirare, Ed è una carogna quella che ho trasportato. Spero di avervi raccontata la storia senza troppa commozione. È una storia ancora molto recente.
CORO
Hört, o hört, o schändlich, o grausig!
Was meint der Mann? Erklärt Euch!
Genug, genug!
Avete capito? Che onta! Che orrore!
Che cosa dice quest’uomo? Spiegatevi!
Basta! Basta!
(si spingono)
Wehe dem Bösen! Guai ai malvagi!
MEFISTOFELE
Nehmt’s nicht zu tragisch. Seht genauer hin. Ein Püppchen ist’s aus Stroh. Non prendete tutto questo troppo sul tragico. Considerate meglio. Non è che un fantoccio impagliato.
(Là, dove prima giaceva il neonato, ora c’è solo un mucchio di paglia)
Schaut! Und nicht einmal recht täuschend nachgeahmt. Guardate! È anche ben legato per dare l’illusione.
(Mostra la paglia agli studenti attorno)
CORO
Ein Strohwisch! Un mucchio di paglia!
MEFISTOFELE
Und zur Ergötzung wollen wir es verbrennen, auf daß der böse Schreck sei ausgetilgt. Allora, per divertirci, diamogli fuoco, così liquidiamo questa stupida paura.
(Mefistofele accende il fuoco e lo attizza come se procedesse ad un incantesimo.)
Also verbrenn’ich das, was gewesen ist, zu Asche wandl’ich, was nicht mehr lebt, ein Schöneres soll dir zum Trost erstehn. Così fra le mie mani il passato si consuma, di quello non vive più nulla, non resta che cenere: per consolarti ti prometto una cosa più bella.
FAUST
Was gaukelst du mir vor? Che cosa hai in mente di fare?
MEFISTOFELE
Hab erst Geduld! Un po’ di pazienza!
(con aria di mistero)
Sie schreitet aus entlegenen Zeiten und schleppet nach sich das Schicksal zweier Völker, maßlos an Schönheit, unerschöpft an Liebe, an Jugend unvergänglich: Helena! Ella viene da te dai tempi più lontani, portando sui suoi passi il destino di due popoli. Beltà senza pari, che l’Amore non ha ancora colmato, eternamente giovane: Elena di Troia!
(Le fiamme improvvisamente si levano più alte)
FAUST
(incredula, ma eccitato)
Helena, sie sollt’ich schauen? Elena! La vedrò?
MEFISTOFELE
Und sie fassen. E la sentirai.
FAUST
Ein Trugbild! Un fantasma?
MEFISTOFELE
Nein, sie selbst. No! Ella in persona.
FAUST
Er spricht nicht wahr. Mente.
MEFISTOFELE
(si gira di nuovo verso la fiamma)
Duke dich, Flamme.
Rauchsäule steige,
nimm an Gestalt!
Fiamma, spegniti,
fumo, levati in colonna,
diventa corpo!
FAUST
Mich durchschauert Vollkommenheitsgewalt! Werd’ich’s ertragen? La potenza della perfezione mi trafigge. La sopporterò?
CORO
Ist’s Scherz, ist es Betrug? Sakrileg? È uno scherzo, una presa in giro? Un sacrilegio?
(Gli studenti se la filano via)
MEFISTOFELE
Sieh wie die Laffen sich seitwärts schlagen, he he he he he! Der Akt vollzieht sich, die Luft ist rein. Ein Dritter müßte stören, ich laß Euch drum allein, hoffe noch davon zu hören. Guarda: il fumo si dirada. Eh! eh! eh! eh! eh! Ecco: tutto è fatto, l’aria è pura. Un terzo vi disturberebbe. Vi lascio a una testa a testa, ma spero di avere ben presto delle novità.
(Intanto che Mefistofele si ritira, la colonna di fumo progressivamente prende forma umana, la scenografia si è impercettibilmente trasformata per lasciar posto alla visione di un paesaggio classico: un tempio bianco, su una collina lontana, ai piedi della quale vi sono dei boschetti ombrosi. Notte mediterranea, oscurità trasparente. Questa scena serve da sfondo all’apparizione di Elena e sparirà con lei, per ritornare alla realtà della sala della taverna.)
FAUST
(solo)
Traum der Jugend, Ziel des Weisen!
Reinster Schönheit Bildvollendung, dich zu üben, dich zu preisen, dich zu lehren war mir Sendung.
Sogno di gioventù, meta del saggio!
perfetta immagine della più pura bellezza! conoscerti, adorarti, istruirti era la mia missione.
(Attraverso le fiamme e il fumo, i contorni della silhouette diventano sempre più netti.)
Unerkannte, Unerreichte, Unerfüllte, tritt hervor! Tu incompresa, tu incomparabile, tu inesausta, vieni a me!
CORO
Traum der Jugend, Ziel des Weisen!
Reinster Schönheit!
Unerkannte, Unerreichte, Unerfüllte, tritt hervor!
Sogno di gioventù, meta del saggio!
Pura bellezza!
Tu incompresa, tu incomparabile, tu inesausta, vieni a me!
FAUST
Was ich sehnte, was ich wähnte:
höchsten Wunsches Rätselformen!
Ciò a cui io ho anelato, ciò che ho sognato:
forma misteriosa del più alto desiderio.
(Una giovane fanciulla, incredibilmente bella, nuda sotto dei veli trasparenti, appare improvvisamente là, immobile. A questo punto il cambiamento di scena si è completato)
Ich schaue dich … und nun werd’ich halten!
Nur Faust berührte je das Ideal!
Ti vedo già e ora potrò afferrarti.
Ora Faust potrà toccare l’ideale!
(Si avvicina alla silhouette. Ella si toglie la veste e, facendo questo gesto, disegna una coreografia a passi misurati. Faust accompagna ogni suo movimento)
Du weichst, entfliehst: kannst du dich vielgestalten?
Ich greife dich, und wieder nicht.
O Qual!
Helena, endlich zu mir!
Ma tu ti allontani, ma tu mi sfuggi: puoi assumere forme così diverse?
Io ti afferro, ma non tengo nulla fra le mani.
Oh, tortura!
Elena, sei mia, finalmente!
(Quando crede di averla presa, la silhouette svanisce nel nulla.)
Ach, abermals betrogen! Entschwunden nun für immer! Der Mensch ist dem Volkommenen nicht gewachsen. Ah, di nuovo ingannato! Ora è sparita per sempre! All’uomo non è concesso di raggiungere la perfezione.
(rassegnato)
Er strebe denn nach seinem eigenen Maße und streue Gutes aus, wie es ihm gegeben. Ich weiser Narr, ich Säumer, ich Verschwender!
Nichts ist getan, alles zu beginnen; der Kindheit fühl’ich wieder mich genähert.
Tenda verso una meta secondo le proprie forze e sparga intorno il bene, come a lui è dato. Io folle saggio, indolente e prodigo!
Nulla è compiuto, devo ricominciare tutto da capo. Mi sento di nuovo vicino alla fanciullezza.
(in modo visionario)
Weithin schaut auf mein Blick: Junges Gelände, dort unbebaute Hügel, schwellendes Erdreich, führen zu neuem Aufstieg. Wie verheißend lächelt das Leben im erwachenden sonnelichten Tag! Volano i miei occhi alle lontananze. Lande novelle, inabitati colli, turgide terre guidano a nuove mete. Come serena ride la vita nel ridestarsi di un radioso giorno!
(Come si guarda attorno, vede tre silhouette incerte)
Naht das Verhängnis? È la mia ora fatale?
(a voce alta)
Nennt euch mit Namen! Presentatevi!
I TRE
Studenten aus Krakau. Siamo gli studenti di Cracovia.
FAUST
Ihr seid’s. Und welcher Art sind heute eure Wünsche? Sprecht! Eccovi! E che cosa volete oggi? Rispondete!
IL PRIMO
Das Buch abzufordern. Veniamo per riprenderci il libro.
IL SECONDO
Den Schlüssel. La chiave.
IL TERZO
Mir die Briefschaft. I documenti
FAUST
Zu spät! Sie hab’ ich vernichtet. Troppo tardi! Li ho distrutti.
I TRE
Faust, deine Frist ist um. Zu dieser Mitternacht bist du vergangen. Faust, il tuo tempo è trascorso. A minuti tu morirai.
FAUST
Was wollt ihr wissen? Ihr seid entlassen, entfernt euch. Che risposta vi aspettate? Io vi congedo, andatevene.
(con un gesto di uomo di mondo, prega i tre di ritirarsi. Essi spariscono nel fumo.)
I TRE
Fahr hin! Diventerai polvere.
FAUST
(liberato)
Vorbei, endlich vorbei! Frei liegt der Weg, willkommen du meines Abends letzter Gang, willkommen bist du! Partiti, partiti finalmente. Sgombro è il cammino. Benvenuto sentiero del mio tramonto, che tu sia il benvenuto.
(Si prepara a partire)
(Sipario)
ULTIMO QUADRO
Una strada coperta di neve. A sinistra uno degli ingressi della Cattedrale. All’angolo, un crocefisso a grandezza naturale, davanti a quale è disposta una pietra di genuflessione. Sta annottando.
LA VOCE DEL VIGILANTE DELLA NOTTE
(da lontano)
Ihr Männer und Frauen, laßt euch sagen, die Glocke hat Zehn geschlagen. Bewahrt das Feuer, bewahrt das Licht, daß kein Schaden der Stadt geschieht, Zehn ist die Glock’! Uomini e donne, ascoltate, la campana ha suonato le dieci. Sorvegliate il vostro fuoco, le vostre luci, affinché la città non ne abbia danno, sono le dieci suonate.
(Entrano, gli uni dietro gli altri, gruppi di studenti. Si fermano davanti al portico della casa raffigurata a destra della scena e si riuniscono. In ultimo compare Wagner, quello che un tempo era assistente, e oggi è rettore magnifica, circondato dai suoi familiari.)
PRIMO STUDENTE
Die Antrittsrede Eurer Magnifizenz war unvergleichlich. Il discorso inaugurale di Vostra Magnificenza è stato ineguagliabile.
QUALCUNO
Musterhaft. Esemplare.
ALTRI
Meisterlich. Magistrale.
ALTRI
Cum perfectione. Cum perfectione.
TUTTI
(esclamando)
Meinen Glückwunsch! Gratulor, Doctor Christophorus Wagnerus, Rector magnificus! Complimenti! Gratulor, Doctor Christophorus Wagner, Rector Magnificus.
WAGNER
Qualis orator, tali oratio: Ich war, wahrlich, darauf nicht gefaßt. Qualis orator, talis oratio: in verità, non immaginavo affatto l’accoglienza che ho ricevuto.
ALCUNI
Sie hätten nicht glänzender Ihr hohes Amt antreten können! Voi non potevate prendere le vostre funzioni in modo più brillante.
UNO DEI DUE
Endlich der eines Fausten würdige Erbfolger! Finalmente un degno successore di Faust.
TUTTI
Gratulor, gratulor, gratulor! Gratulor, gratulor, gratulor!
WAGNER
Je nun, der Faust war mehr von einem Phantasten; als Gelehrter nicht eigentlich vollwichtig, und, gnad’uns Gott, sein Wandel war anstößig. Genug: ich bin das Feiern nicht gewohnt, dis späte Stunde, die gewaltige Arbeit -kurzum, ihr Herren, gute Nacht. In fede mia, questo Faust ha il vantaggio di uno spirito chimerico. Come sapiente, egli non possiede in verità il livello richiesto e, Dio ci aiuti nel guardarci da lui, la sua condotta è stata indecente. Infine, non sono portato ai festeggiamenti, si è fatto tardi, la mia carica è impegnativa … signori, buona notte.
(si ritira in casa sua)
STUDENTI
Eurer Magnifizenz wohl zu ruhen. Vostra Magnificenza riposi bene.
(Qualcuno prende degli strumenti musicali)
Stimmen an! Lalala, Silentium! Tutti assieme! Lalala, silenzio!
(Percuotono le corde tre volte con le mani)
Wenn das Wissen mit der Tugend Würde sich dem Manne paart, dann erfgreifet unsre Jugend Ehrfurcht vor dem langen Bart. Hut ab vor dem alten haus, ihm gebühret summa laus. Eurer Magnifizenz alleruntertänigste Reverenz! Quando Sapere e Virtù si sono sposati in maestà nel cuore d’un uomo, allora la nostra giovinezza è presa dal rispetto davanti a un barba così lunga. Ci si toglie il cappello davanti a questa antica dimora: a lui tutti gli elogi! Vostra magnificenza noi vi salutiamo con la più profonda deferenza.
LA VOCE DEL VIGILANTE DELLA NOTTE
Ihr Männer und Frauen, laßt euch sagen, die Glocke, hat Elf geschlagen. Uomini e donne, ascoltate, la campana ha suonato le undici.
STUDENTI
Silentium! Silenzio!
(Turbati, gli studenti interrompono la loro canzone)
LA VOCE DEL VIGILANTE DELLA NOTTE
Bewahrt das Haus, bewahrt die Ehr’, daß der Nachbar nicht sich beschwer’. Elf ist die Glock’! Guardate bene le vostre case, vivete onorevolmente, al fine di non creare disagio ai vostri vicini. Sono le undici suonate!
STUDENTI
(riprendendo la loro canzone)
Wenn die Schöne mit Tugend Anmut sich den Mädchen eint, dann ergreifet unsre Jugend ... Quando Bellezza e Virtù si sono sposati con grazia in una fanciulla allora la nostra giovinezza prende …
(Il vigilante della notte attraversa la scena in lontananza. Come dei monelli, gli studenti corrono a rifugiarsi dalla parte opposta)
-die Flucht, fugam, die Flucht, o weh, die Flucht! …la fuga, fugam, la fuga, oh disgrazia, la fuga!
(Gli ultimi corrono a rifugiarsi. Il vigilante della notte getta su di loro uno sguardo bieco e continua nel suo cammino. La scena rimane vuota.)
STUDENTI
(in lontananza)
Dann ergreifet unsre Jugend etwas, das am hellsten scheint. Würde schreitet hölzern-alt, Weisheit fühlt sich an so kalt, vor des Weibs Magnifizenz allertiefste Reverenz. Quando la nostra giovinezza prende coscienza d’una verità luminosa, la Dignità cammina su due vecchie gambe di legno, la Saggezza ha le guance ghiacciate; femmine, alla vostra magnificenza rendiamo i più vibranti omaggi.
(La scena è vuota. Entra Faust)
FAUST
Das Haus ist mir bekannt, es war das meine. Weiß auch, wessen das Licht einst, das glimmt dahinter. Da sitzest du, Pedant, auf meinem Stuhl, und wähnst dich sitzend höher, als ich saß. O Nacht der Nächte, Stunde du der Stunden. Wie fass’ich euch, daß ihr mein krankes Herz mit mir versöhnet! Conosco questa casa. È stata la mia casa. E so anche che è illuminata da luce brillante dietro questa porta. Eccoti dunque, pedante, seduto sulla mia sedia, convinto che tu la occupi più degnamente di quanto io l’abbia occupata in passato. O notte suprema, o tu, ora mia suprema. Sian grazie a voi, che al mio malato cuore donate pace.
CORO
(dall’interno della chiesa)
Der Tag des Gerichts ruft uns herauf, alle Seelen folgen dem tönenden Licht.
Auferstehet!
Verhüllten Auges harren sie bang des erlösenden Richterwortes, doch die Böses vollbrachten, sind auf ewig verbannt.
Rispondendo all’appello del giudizio di Dio, tutte le anime seguono l’armonia della luce.
Risuscitate!
Gli occhi abbassati, esse attendono, timorose, la parola del Giudice di tutte le Grazie. Ma quelli che hanno commesso peccati saranno banditi per sempre.
FAUST
Qualendes Herz! Du kennst keine Vernunft! Die Mutter lehrte mich, ein gutes Werk bringt Heilung dem, der’s tut -Welches Werk denn? Cuore addolorato! Nulla ti ha condotto alla ragione. Mia madre una volta mi insegnò che una buona azione è di giovamento alla Salvezza di colui che l’ha compiuta. Ma quale buona azione?
(Vede, sul suolo davanti alla casa una mendicante che tiene il suo bambino fra le braccia)
Du ärmstes Weib, nichtelender als ich, mein letztes Gut sei dein … ah! ! Povera donna, tu sei da compiangere meno di quanto lo sia io. Io ti darei tutto quello che mi rimane della mie ricchezze. Ah! …
(Riconosce la duchessa)
-etwa-die Toten leben fort! -I morti vivono ancora!
DUCHESSA
(tendendo il bambino a Faust)
Nimm, nimm das Kind, zum dritten Male schenk’ ich es dir. Noch ist es Zeit, vollende du vor Mitternacht das Werk. Prendi il bambino, prendilo! Per la terza volta io te lo do. Sei ancora in tempo, completa l’opera prima della mezzanotte.
(Faust prende il bambino; la mendicante sparisce. )
FAUST
Meine bösen Geister, sie treiben ihr Spiel. Ein Höherer soll euch bannen. Spiriti malvagi che avete preso possesso di me, ecco un altro dei vostri tiri. Vorrei che l’Altissimo vi scacciasse.
(Si gira verso la chiesa)
Nun stehe, Gott, mir bei! Ora, Signore, assistetemi!
(Vuole entrare nella chiesa, che sembra illuminarsi improvvisamente all’interno, quando il fratello della fanciulla, vestito della propria armatura, esce improvvisamente dalla porta e gli sbarra energicamente l’accesso.)
CORO
Gott, der nicht immerdar der Herr der Milde und der Gnade ist, zu Zeiten auch der Rache, der Vergeltung und der Strafe, als den du sollst ihn erkennen, er hört nicht dein Gebet, nein, nein! Dio non è sempre il signore della Grazia e della Bontà, ma anche, quando è necessario, il signore della vendetta, del taglione e della punizione, e questo suo aspetto andrai a conoscere, di Lui che rifiuta, rifiuta, rifiuta di intendere la tua preghiera!
FAUST
Auch du! Laß mich, laß mich! Eccoti, anche te! Lasciami, lasciami!
(Il soldato punta la sua spada contro di lui)
Hinweh, ich hab’zu beten! Zergehe, du Höllenspuk, noch bin ich Herr! Indietro, devo andare a pregare! Sparisci, fantasma infernale, io sono ancora il signore.
(L’apparizione si dilegua. Faust, con il bambino fra le braccia, si trascina fino alla pietra collocata davanti al Crocefisso.)
O, beten, beten! Wo die Worte finden? Sie tanzen durchs Gehirn wie Zauberformeln. O beten, lass mich beten! Ich will wie ehmals aufschauen zu dir. Oh, pregare, pregare! Dove trovare le parole? Esse danzano nel mio cervello come formule cabalistiche. Oh, pregare, lasciatemi pregare! Voglio riprovare il rispetto che altre volte ho sentito per te.
(Alza la testa. Il vigilante della notte, venuto surrettiziamente dal di dietro, alza la sua lanterna. Alla luce di quella, si vede che sulla croce Elena ha preso il posto di Cristo.)
Verdammnis! Gibt es keine Gnade? Bist du unversöhnbar? Maledizione! Non c’è alcuna grazia? Sei irriconciliabile?
(Il vigilante della notte si allontana. Riprendendo coraggio Faust si alza)
So sei das Werk vollendet! [Euch zum Trotze, euch allen, die ihr euch gut preiset, die wir nennen böse, die ihr, um eurer alten Zwistigkeiten Willen, Menschen nehmet zum Vorwand und auf sie ladet die Folgen eures Zankes. An dieser hohen Einsicht meiner Reife bricht sich nun eure Bosheit. Und in der mir errung’nen Freiheit erlischt Gott und Teufel zugleich.] Ora dunque, che l’opera giunge al suo completamento. [A vostro dispetto, a dispetto di voi tutti, così facilmente soddisfatti di voi stessi, voi che chiamiamo il Male, voi che in nome dei vostri antichi dissensi prendete in ostaggio gli umani come conseguenza dei vostri bisticci. Il vostro meccanismo si è rotto qui sull’alta roccia della mia nuova chiaroveggenza: e nella libertà che io ho così conquistato nell’età matura, si confondono insieme Dio e Satana.]
(Depone il bambino morto a terra, lo copre col suo mantello, si toglie la cintura e entra nel cerchio.)
Hilf, Sehnsucht, Urzeugerin, zwingende, erfüllende Kraft, dich ruf’ich an zu höchstem Tun. Blut meines Blutes, Glied meines Gliedes, Vieni in mio aiuto, ardente languore, sorgente di tutta la vita, forza tirannica e prodiga, io ti convoco qui per completare l’Atto Maggiore.
(Al culmine dell’esaltazione, procede a fare l’incantesimo)
Ungeweckter, Geistig-reiner, noch außerhalb aller Kreise und mir in diesem innigst verwand, dir vermach’ich mein Leben. Es schreite von der erdeingebißnen Wurzel meiner scheidenden Zeit in die luftig knospende Blüte deines werdenden Seins.
So wirk ich weiter in dir, und du zeuge fort und grabe tiefer und tiefer die Spur meines Wesens bis an das Ende des Triebes. Was ich verbaute, richte du grade, was ich versäumte, schöpfe du nach. So stell’ich mich über die Regel, umfasse in Einem die Epochen und vermenge mich den letzten Geschlechtern, Ich, Faust, ein ewiger Wille!
Sangue del mio sangue, carne della mia carne, non ancora ridestato, puro spirito, fuori da ogni cerchio e per questo tanto vicino a me, lego a te la mia vita: che passi dalla più profonda radice della mia esistenza nel nuovo fiore della tua che sboccia.
Che io mi perpetui in te e tu continua a essere testimone, fa più profondo il solco della mia vita sino alla fine della sua corsa. Raddrizza ciò che ho deformato, crea ciò che io ho trascurato; ecco, mi innalzo al di sopra delle regole, abbraccio tutte le epoche e infine mi unisco alle ultime generazioni: io Faust, volontà eterna.
(Muore)
LA VOCE DEL VIGILANTE DELLA NOTTE
Ihr Männer und Frauen, laßt euch sagen, das Wetter hat umgeschlagen, der Frost kündigt sich an, die Glocke schlägt die Mitternacht. Uomini e donne, ascoltate, vengono tempi di improvvisi cambiamenti, arriva il gelo la campana suona mezzanotte.
(Mentre canta, un adolescente nudo si è alzato dal posto dove giaceva il bambino morto. Nella mano destra tiene un ramo fiorito. Col braccio alzato, avanza nella notte calpestando la neve, ed entra nella città. Appare il vigilante della notte - Mefistofele - che illumina con la sua lanterna il corpo disteso di Faust.)
IL VIGILANTE DELLA NOTTE (MEFISTOFELE)
Sollte dieser Mann verunglückt sein? Quest’uomo è forse rimasto vittima di una disgrazia?
(Si carica Faust sulle spalle e si allontana lentamente.)
CORO
(dietro la scena)
Blut meines Blutes, Glied meine Gliedes, dir vermach’ich mein Leben, Ich Faust, ein ewiger Wille. Sangue del mio sangue, carne della mia carne, ti faccio dono della mia vita. Io, Faust, in eterna volontà.
FINE DELL’OPERA


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Ultimo aggiornamento 27 giugno 2020