Corale in mi maggiore per organo


Musica: César Franck (1822 - 1890)
Organico: organo
Composizione: 1890
Edizione: Durand, Parigi, 1892
Dedica: Eugène Gigout
Guida all'ascolto (nota 1)

Compositore di musica religiosa e profana, di oratori, poemi sinfonici, sinfonie, sonate, trii e opere teatrali, Franck ha lasciato ovunque il segno di una presenza artistica di alto valore in cui, oltre al personalissimo idioma espressivo, si dispiega la sua natura tra mistica e sensuale, tra cristiana e pagana che riflette in un certo senso quel dualismo estetico e morale che resta il carattere fondamentale della sua arte. Considerato come il caposcuola della musica moderna francese (i suoi poemi sinfonici segnano il distacco dal Romanticismo e un'apertura verso le nuove tendenze dell'Impressionismo), Franck ha esercitato attraverso la scuola d'organo del Conservatorio di Parigi, da lui diretta per 18 anni, una grande influenza educativa e formativa su un numero qualificato di allievi che avrebbero contato molto nel processo di rinnovamento del gusto e della cultura musicale del proprio paese; tra essi vanno ricordati Chausson, Duparc, d'Indy, Vierne, Tournemire, Benoit e Marty. Egli stesso organista di straordinaria bravura (le sue improvvisazioni nella chiesa di Santa Clottide a Parigi, dove nel 1859 inaugurò il nuovo poderoso strumento costruito da Cavaillé-Coll che suonerà fino alla morte, erano attentamente seguite e ascoltate da una folla enorme e suscitarono l'entusiasmo anche di Liszt, che andava spesso a trovarlo nella cantoria), si preoccupò di far conoscere in Francia il patrimonio migliore della tradizione bachiana, di cui scoprì la grandezza durante gli ultimi venti anni della sua vita, e si dedicò con fervore e passione alla composizione della musica per organo, in cui raggiunse spesso una compiutezza di dottrina e di pensiero che gli stessi avversari gli hanno sempre riconosciuto.

Le Six Pièces pour grand orgue (1860-1862), le Trois Pièces pour grand orgue (1878) e soprattutto i Trois Chorals pour grand orgue (1890) rappresentano i momenti più riusciti e persuasivi dell'arte organistica franckiana, illuminata da una maestria contrappuntistica e da una abilità nell'arte della fuga che non si risolvono mai in aridi tecnicismi, bensì sono intese a sviluppare un discorso musicale il più vario e articolato possibile, secondo il ben noto criterio della forma ciclica, dotata cioè di alcuni elementi tematici ricorrenti che si incontrano e si fondono fra di loro. I Tre Corali per grande organo sono l'ultima composizione del musicista belga e furono scritti tra l'inizio di agosto e la fine di settembre del 1890 a Nemours, nei pressi di Parigi, dove il creatore delle Béatitudes era ospite del suo medico e amico, dott. Féréol, Franck non potè eseguirli sul suo organo di Santa Clottide e così furono pubblicati postumi dall'editore Durand a Parigi. I tre pezzi racchiudono il testamento spirituale dell'artista, il quale cercò di assorbire sotto il profilo costruttivo e tematico la lezione della musica bachiana e beethoveniana, specie quella degli ultimi Quartetti.

Il primo Corale in mi maggiore è costituito da una introduzione piuttosto ampia ed elaborata che si dispiega e si sviluppa in una serrata successione di cellule tematiche che si rincorrono e si richiamano fra di loro in una serie di variazioni. Dopo un interludio maestoso si afferma il tema del corale vero e proprio che si snoda possente e vigoroso alla fine dell'opera. Il crescendo conclusivo, sempre in mi maggiore, con quel suono organistico grandioso e trionfale sul ritmo di terzine impetuose acquista un respiro vasto e di notevole effetto, tanto da far pensare a certi squarci prospettici delle chiese gotiche (gli altri due Corali della stessa raccolta, il secondo in si minore e il terzo in la minore, sono contrassegnati da una identica robusta e sostanziosa animazione ritmica, tra accordi ascendenti e discendenti carichi di un penetrante cromatismo).


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 4 giugno 1982


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Ultimo aggiornamento 6 febbraio 2014