Tipico frutto dell'ultimo periodo lisztiano, la Csàrdàs macabre risale al 1881-82. Essa si rifà a una forma di danza fra le più sfrenate del folklore ungherese, ma la trasfigurazione che il modello subisce in questa composizione è veramente sconvolgente: dello scatto percussivo del ritmo della Csàrdàs non resta qui che il ricordo stilizzato e rarefatto fino a farsi veicolo di visioni lugubri e allucinate. Il linguaggio armonico si fa scabro e aspro fino a configurare una modernità imprevedibile (basterebbe pensare alla successione «proibita» delle quinte parallele che ne segna l'inizio), proponendo un clima gravido di turbamenti e di angosciate premonizioni.
Daniele Spini