Concerto in mi bemolle maggiore per arpa e orchestra classica

Musica: Ildebrando Pizzetti (1880 - 1968)
  1. Andante mosso, arioso
  2. Andante piuttosto largo
  3. Allegro moderato
Organico: arpa solista, 2 flauti, oboe, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, timpani, percussioni, archi
Composizione: 1960
Edizione: L'Istantanea, Roma, 1960
Dedica: Clelia Gatti Aldovrandi
Guida all'ascolto (nota 1)

Il Concerto in mi bemolle per arpa e orchestra classica è l'ultimo lavoro strumentale di Ildebrando Pizzetti: gli è posteriore infatti soltanto la comrredia musicale in tre atti su testo di Riccardo Bacohelli Il calzare d'argento, terminata nel settembre scorso.

Il Concerto in mi bemolle fu invece iniziato nel luglio-agosto del 1959 a Cortina d'Ampezzo, poi sospeso alla fine del primo movimento, indi ripreso e terminato nel gennaio-febbraio 1960, in una interruzione del lavoro dedicato al Calzare d'argento. Per il Concerto in mi bemolle è stato attribuito con voto unanime a Ildebrando Pizzetti il Premio Marzotto 1960 per la musica.

Dedicato a Clelia Gatti Aldrovandi, dalla stessa il Concerto è stato anche ispirato. Alle qualità di interprete e di esecutrice della dedicataria si è infatti direttamente riferito Ildebrando Pizzetti nell'elaborare i rapporti tra lo strumento solista e l'orchestra, orchestra che egli ha volutamente denominato «classica» per sottolinearne la composizione (2 flauti, oboe, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, archi, timpani e batteria, quest'ultima di dimensioni assai ridotte) atta a realizzare il miglior equilibrio fonico con le particolari caratteristiche sonore dell'arpa.

La struttura del Concerto in mi bemolle è quella tripartita tradizionale. Il primo movimento denuncia già nella denominazione andante mosso, arioso le tipiche caratteristiche del lirismo pizzettiano. L'Andante piuttosto largo si ripartisce in due episodi, il primo, basato sull'espansione solistica dell'arpa alla quale rispondono in assoli oboe e corno, di carattere recitativo e il secondo di carattere lirico, con punte arcaicizzanti. Nel terzo movimento, allegro moderato, ha maggior rilievo il virtuosismo strumentale dell'arpa, che culmina in una breve cadenza, sempre tuttavia mantenendosi strettamente nell'ambito logico delle necessità ispiratile della composizione.

Carlo Marinelli


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 11 dicembre 1960


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Ultimo aggiornamento 8 dicembre 2016