Scritta nel 1922, la Messa di Requiem è la prima delle grandi composizioni corali di Pizzetti. Come ha osservato il Gatti «la sua commozione non s'esprime in grida e vociferazioni ma non si raggela nella retorica formale: è un canto di fede e, per la parte ch'è propria del rito funebre, una serena contemplazione della morte. Non v'è dramma, nel senso corrente, in queste musiche perchè non v'è contrapposizione di vita e di morte, ma lirica esaltazióne dei motivi cristiani di vita eterna e risurrezione; la città di Dio è immagine ideale della città terrena».
La scrittura delle varie parti della Messa di Requiem varia da quattro a dodici voci. Sono cinque nel Requiem, che comprende anche il Kyrie; inizia con quattro e termina con otto il vario, complesso e sviluppato Dies irae; il Sanctus è per tre cori, uno di sole voci femminili, gli altri due di sole voci maschili, che ora si alternano ora si sovrappongono; al brevissimo Agnus Dei segue il Libera me a cinque voci (due femminili e tre maschili), nel quale il canto del soprano si leva «con fervore profondo» sul salmodiare delle altre parti.
La prima esecuzione della Messa ebbe luogo nello stesso anno 1922 sotto la direzione del Maestro Alessandro Bustini, nella annuale commemorazione della morte del Re Umberto I ai Pantheon.
Carlo Marinelli
REQUIEM | |
Requiem aeternani clona éis,
Domine; et lux perpetua luceat eis. Te decet hymnus. Deus, in Sion, et tibi reddetur votum in Jerusalem; exaudi oratìonem meam: ad te omnis caro veniet. Requiem aeternam dona eis, Domine; et lux perpetua luceat eis. Kyrie eleison; Christe eleison; Kyrie eleison; Christe eleison; Kyrie eleison. |
Il riposo eterno dà loro, o
-Signore; e la luce eterna risplendà su di essi. A te, Signore, si conviene la lode in Sionne e a te si renderà il (nostro) voto in Gerusalemme; esaudisci la mia preghiera; a te si rivolgerà ogni creatura. Il riposo eterno dà loro, o Signore; e la luce eterna risplenda su di essi. Signore, pietà di noi; Cristo, pietà di noi; Signore, pietà di noi; Cristo, pietà di noi; Signore, pietà ii noi. |
DIES IRAE | |
Dies irae, dies illa, Solvet saeclum in favilla, Teste David cum Sibilla. Quantus tremor est futurus, Quando Judex est venturus, Cuncta stricte discussurus! Tuba mirum spargens sonum Per sepulchra regionum Coget omnes ante thronum. Mors stnpebit et natura Cum resurget creatura Judicanti responsura. Liber sciptus proferetur, In quo totum continetur, Unde mundus judicetur. Judex ergo cum sedebit, Quidquid latet apparebit. Nil inultum remanebit. Quid sum miser tunc dicturus? Quem patronum rogaturus, Cum vix justus sit securus? Rex tremeridae majestatis, Qui salvandos salvas gratis, Salva me, fons pietatìs. Ricordare, Jesu pie, Quod sum causa tuae viae, Ne me perdas illa die. Quaerens me sedisti lassus, Redemisti Crucem passus, Tantus labor non sit cassus. Juste Judex ultionis, Donum fac remissionis. Ante diem rationis. Ingemisco tanquam reus, Culpa rubet vultus meus: Supplicanti parce, Deus. Qui Mariam absolvisti, Et latronem exaudisti, Mihi quoque spem dedisti, Preces meae non sunt dignae, Sed tu, bonus, fac benigne Ne perenni cremer igne; Inter oves locum praesta Et ab haedis me sequestra, Statuens in parte dextra. Confutatis maledicts, Flammis acribus addictis, Voca me cum benedictis, Oro supplex et acclinis, Cor contritum quasi cinis, Gere curam mei finis. Lacrymosa dies illa, Qua resurget ex favilla, Judicandus homo reus. Huic ergo parce, Deus: Pie Jesu, Domine, Dona eis requien. Amen. |
Giorno d'ira sarà quello in cui il secolo si dissolverà nel fuoco, come attestano Davide e la Sibilla. Qual terrore vi sarà, quando verrà il Giudice a investigare, severamente ogni cosa! La tromba, spargendo mirifico suono per i sepolcri della terra, tutti (gli uomini) costringerà innanzi al trono (di Dio). Stupiranno la morte e la natura quando risorgerà la creatura per rispondere al Giudice. Verrà portato il libro scritto in cui si contiene tutto quello per cui il mondo dovrà essere giudicato. Quindi, non appena il Giudice sarà seduto, tutto quanto è occulto verrà svelato, e niente resterà inulto. Che cosa dirò allora io, misero, a qual patrono ricorrerò se appena il giusto si sentirà sicuro? Re di tremenda maestà, che salvi con la tua grazia gli eletti, salva anche me, o fonte di misericordia. Ricordati, o buon Gesù, che sono io la causa della tua passione; e non perdermi in quel giorno. Me cercando sedesti stanco, mi hai voluto redimere portando la Croce; tanto sacrificio non sia vano. Giusto Giudice punitore, fammi grazia del perdono prima che io debba renderti conto. Io gemo sentendomi reo, la colpa copre di rossore il mio volto; risparmia il supplichevole, o Dio. Tu, che assolvesti la Maddalena ed esaudisti il ladrone, anche a me hai dato speranza. Non sono degno di pregarti; ma tu, pietoso, concedi benignamente ch'io non venga distrutto dall'eterno fuoco. Ricevimi fra le tue pecore e separami dai capri, collocandomi a destra. Condannati, i maledetti e cacciatili nelle fiamme soffocanti, chiamami con i benedetti. lo ti prego proteso in atto supplichevole, col cuore spezzato dal dolore e fatto quasi cenere: prendi cura della mia fine. Giorno di lacrime sarà quello in cui dalle faville risorgerà l'uomo reo per essere giudicato. A questo dunque perdona, o Dio: o buon Gesù, Signore, dà ai morti la pace. Così sia. |
SANCTUS | |
Sanctus, sanctus, sanctus Dominns
Deus Sabaoth. Pleni sunt caeli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis. Benedictus Qui venit in nomine Domini. |
Santo, santo santo è il Signore Dio degli eserciti. Pieni sono i cieli e la terra della tua gloria. Osanna nel più alto dei cieli. Benedetto Colui che viene nel nome del Signore. |
AGNUS DEI | |
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona eis requiem. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona eis requiem. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona eis requiem sempiternam. |
Agnello di Dio, che cancelli i peccali del mondo, dà
loro il riposo. Agnello di Dio, che cancelli i peccati del mondo, dà loro il riposo. Agnello di Dio, che cancelli i peccali del mondo, dà loro il riposo per l'eternità. |
LIBERA ME | |
Libera
me, Domine, de morte aeterna in die illa tremenda: quando caeli movendi
sunt et terra, dum veneris judicare saeculum per ignem. Tremens factus sum ego et timeo, dum discussio venerit atquae ventura ira; quando caeli movendi sunt et terra. Dies illa, dies irae, calamitatis et miseriae: dies magna et amara valde, dum veneris judicare saeculum per ignem. Requiem aeternam dona eis. Domine, et lux perpetua luceat eis. Libera me, Domine, de morte aeterna, in die illa tremenda, quando caeli movendi sunt et terra, dum veneris judicare saeculum per ignem. |
Liberami,
o Signore, dalla morte eterna in quel giorno tremendo, quando i cieli e
la terra si sconvolgeranno e tu sarai venuto a giudicare il secolo nel
fuoco. Io mi faccio tutto tremante e pavento nel pensare a quando si farà quel giudizio e proromperà la tua collera e i cieli e la terra si sconvolgeranno. Giorno d'ira quel giorno, di sventura e di miseria; giorno grande e amarissimo, quando verrai a giudicare il secolo nel fuoco. Il riposo eterno dà loro, o Signore, e la luce risplenda su di essi in perpetuo. Liberami, o Signore, dalla morte eterna in quel giorno tremendo, quando i cieli e la terra si sconvolgeranno e tu sarai venuto a giudicare il secolo nel fuoco. |