Quattro pezzi, op. 4


Musica: Sergej Prokofiev (1891 - 1953)
  1. Souvenir - Tranquillo
  2. Elan - Molto allegro
  3. Désespoir - Andante con agitazione e dolore
  4. Suggestion diabolique - Prestissimo fantastico
Organico: pianoforte
Composizione: 1908 (revisione 1910 - 1912)
Prima esecuzione: San Pietroburgo, Sala Grande del Conservatorio, 31 dicembre 1908
Edizione: Jurgenson, Mosca, 1913
Guida all'ascolto (nota 1)

Il 18 dicembre 1908 Prokofiev prese parte al 45° concerto delle «serate di musica moderna», una organizzazione formatasi a Pietroburgo agli inizi del secolo. Era il suo debutto pubblico, e l'autore pianista vi presentò i seguenti sette pezzi: «racconto», «reminiscenza», «slancio», «preghiera», «fiocchi di neve», «disperazione», «suggestioni diaboliche». Il pubblico si divise, specialmente all'ascolto delle «suggestioni diaboliche», eseguite da Prokofiev col suo celebre pianismo percussivo. Alcuni anni dopo Prokofiev a Mosca eseguì il pezzo per Vladimir Majakovskij nel caffè dei poeti. E durante l'ascolto Majakovskij schizzò un ritratto del musicista accompagnato dalla seguente didascalia: «Sergiej Sergjejevic picchia sui nervi più teneri di Vladimir Vladimirovic». I quattro pezzi, rielaborati e raccolti successivamente come op. 4, furono pubblicati nel 1913 da Jurgenson. Essi vanno considerati una antologia delle influenze in cui si formò il giovane Prokofiev. «Reminiscenza» presenta un lirismo avvolto nelle armonie alterate di Skrjabin. «Slancio», con il suo ritmo puntato, rimanda all'enfasi motoria di Schumann, il cui pianismo va considerato il modello fondamentale di gran parte di Prokofiev. «Disperazione» e le «Suggestioni daboliche» presentano il Prokofiev drammatico e vitalistico. Esordisce in questi pezzi l'uso dell'ostinato, che tanto spazio avrà nella musica del novecento. In «Disperazione» esso è costituito da una frase sempre ripetuta al basso. In «Suggestioni diaboliche» l'intero pezzo è costruito sopra una cellula ritmica, avvolta negli effetti d'orrido del pianismo percussivo: dissonanze ribattute, trilli, minacciosi bassi puntati.

Gioacchino Lanza Tomasi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 21 novembre 1973


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Ultimo aggiornamento 9 luglio 2015