Romeo e Giulietta, suite n. 2, op. 64 ter


Musica: Sergej Prokofiev (1891 - 1953)
  1. Montecchi e Capuleti - Andante, allegro pesante, moderato tranquillo, allegro pesante
  2. La giovane Giulietta - Vivace, andante dolente
  3. Padre Lorenzo - Andante espressivo
  4. Danza - Vivo
  5. Romeo e Giulietta prima della separazione - Lento, andante, adagio, andante
  6. Danza delle ragazze delle Antille - Andante con eleganza
  7. Romeo presso la tomba di Giulietta - Adagio funebre
Organico: ottavino, 2 flauti, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, clarinetto basso, sassofono, 2 fagotti, controfagotto, 4 corni, 2 trombe, cornetta, 3 tromboni, basso tuba, timpani, tamburo, glockenspiel, tamburello, piatti, triangolo, grancassa, maracas, arpa, pianoforte, archi
Composizione: 1936
Prima esecuzione: Leningrado, Sala Grande del Conservatorio, 15 aprile 1937
Edizione: Muzgiz, Mosca, 1938
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Il balletto Romeo e Giulietta, in 4 atti e 10 quadri, fu scritto da Prokofiev tra il 1935 e il 1936 e venne rappresentato soltanto nel 1938 a Brno in Cecoslovacchia; la prima realizzazione coreografica in URSS ebbe luogo l'11 gennaio del 1940 a Leningrado con la compagnia di danza di Kirov in cui Galina Ulanova figurava nel ruolo di Giulietta. Più tardi lo stesso autore ridusse la musica del balletto in due suites orchestrali e in una serie di pezzi per pianoforte che diedero larga risonanza a questa partitura, che viene universalmente considerata tra le più personali e geniali del creatore dell'Angelo di fuoco. Forse meno raffinata strumentalmente della pudica e delicata fiaba di Cenerentola composta successivamente, la musica di Romeo e Giulietta ha una carica teatrale di immediata presa emotiva e incline ad un gusto tra il sentimentale, l'ironico e il melodrammatico.

E' un balletto che si impone all'ascolto per il tagliente e prorompente vitalismo e dinamismo orchestrale, in cui non mancano armonie politonali e ritmi quadrati e nemmeno pagine d'una cantabilità teneramente allusiva o di un descrittivismo perfettamente commisurato ai sentimenti dei personaggi della rinascimentale tragedia veronese. Rispettate le necessità spettacolari, che pur esistono in forma perentoria in questo grandioso balletto di stile narrativo, bisogna riconoscere che Prokofiev ha saputo realizzare un affresco sonoro di brillante sinfonismo che non dimentica la lezione sia di Ciajkovskij che di Stravinsky e giustifica pienamente la fortuna che ha sempre goduto in Europa e fuori questa versione coreografica del celebrato testo scespiriano.

Esempi eloquenti di tale felicità sinfonica si possono riscontrare nella musica del primo movimento (I Caputeti e i Montecchi), che è tolto dal primo atto e vuol descrivere l'atmosfera tesa e combattiva esistente tra le due famiglie rivali, in contrasto con la elegante danza dei cavalieri nella scena del ballo. Uno dei momenti più delicatamente poetici del balletto è il secondo quadro (Giulietta fanciulla), dove Prokofiev dispiega a piene mani il suo penetrante lirismo strumentale nel ritratto dell'eroina nell'intimità della sua casa in compagnia della nutrice.

L'incontro dei due amanti con padre Lorenzo ha una sobrietà di accenti di fresca inventiva melodica e prelude al quadro finale (Romeo sulla tomba di Giulietta), dove l'orchestra, solida e massiccia, esplode con una drammaticità di colore verdiano e raggiunge un taglio espressivo straordinariamente ricco di movimento e di slancio, nel solco del più autentico ardore creativo di Prokofiev.

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

La musica per il Balletto in 4 atti e 10 quadri «Romeo e Giulietta», fu composta da Prokofiev fra il 1935 e il 1936 in un periodo di prodigiosa fertilità creativa che nel musicista russo, del resto, non conobbe mai soste rilevanti malgrado i frequenti spostamenti per tournées concertistiche in patria e altrove. E cosi dal 1933 al 1938 — prima, cioè, di cominciare la felice collaborazione con Eisenstein — lo troviamo Impegnato in tre lunghi viaggi attraverso gli Stati Uniti e nei maggiori centri europei come solista o insieme con il violinista Soëtans. La sua fama di grande pianista era, infatti, a quel tempo, pari se non superiore a quella del compositore.

Nell'illustre solco della tradizione romantica, anche Prokofiev affronta, quindi, lo sfruttatissimo episodio scespirìano degli amanti Infelici piegandolo alle proprie esigenze espressive di asciutta e tagliente drammatizzazione interrotta, a tratti, da balzanti ritmi giocosi o da attimi di sospensione lirica perfettamente funzionali alla sede per la quale la partitura era destinata.

Rispetto all'«Angelo di fuoco» o alle memorabili «colonne sonore» per i film di Eisenstein quali «Ivan il terribile» o «Alexander Nevsky», il Balletto esprìme con minor vigore la tendenza al respiro epico del ductus sinfonico, contratto nel lavoro teatrale sopra menzionato in allucinanti bagliori espressionisti, dispiegato, invece, nei celebri commenti filmici, a raccontare con evidenza plastica moussorgskiana la sofferta storia della Russia zarista.

La materia sonora tende nel «Romeo e Giulietta» ad addolcirsi, l'orchestrazione si fa meno spigolosa e incisiva; sembra quasi che Prokofiev, essendo impossibile sottrarsi al tema vincolante dell'amore, preferisca rinunciare in parte al proprio inconfondibile linguaggio insinuando la «memoria» di Ciaikovsky, autore, nel 1869, di una famosa «Ouverture» sullo stesso soggetto.

Il lavoro conobbe ben tre elaborazioni in forma di Suite corrispondenti le prime due al numero d'opus 64 bis e 64 ter (1936) di sette brani ciascuna e, l'altra, all'op. 101 composta dieci anni dopo, musicalmente meno pregevole. Esiste anche una «riduzione» in dieci pezzi per pianoforte (op. 75) del 1937 segno della particolare affezione che li Balletto godeva presso il suo autore e anche della grande popolarità che acquistò subito presso i contemporanei.

I brani si susseguono nell'ordine: I. Montecchi e Capuletl - II. Giulietta giovane - III. Frate Lorenzo -IV. Danza - V. Romeo da Giulietta, prima della partenza - VI. Danza delle giovani delle Antille - VII. Romeo sulla tomba di Giulietta.

La prima esecuzione avvenne in Cecoslovacchia a Brno nel dicembre 1938, mentre in Russia arrivò due anni più tardi nel gennaio del 1940 a Leningrado.

Marcello De Angelis


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Basilica di Massenzio, 22 luglio 1976
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto del Maggio Musicale Fiorentino;
Firenze, Teatro Comunale, 21 febbraio 1976


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 24 aprile 2019