Rosmira, RV 731

Dramma per musica in tre atti


Testo del libretto


ATTO PRIMO

Scena prima

Piazza vicina al Porto nobilmente apparata con Trono. Simulacro d'Apollo con Ara, e fuoco acceso. Navi in lontano, e numeroso Popolo, e corteggio.
Partenone in Trono, Arsace, Armindo.
Coro
Viva viva Partenope viva
Chiara al pari del Sole che adora.
Partenope
Tu dell'eccelse Mura
Di questa, che inalza Cittade altera,
O Luminoso Dio prendi la cura.
A lei regal mia Figlia,
Che desta a meraviglia e terra, e mare,
Oh come lieta, oh come
Or Partenope dona anco il suo nome.
Coro
Le lue spiaggie fecondi l'Autora,
E ogni Musa ne canti, e ne scriva
Viva viva, Partenope viva.
Le Donzelle, ed i Giovani serventi ad Apollo danzano intorno alla statua.

Scena seconda

Rosmira in abito da Armeno, che sbarca con seguito, e detti.
Armindo
Arsace.
Arsace
Armindo.
Armindo
Osserva.
Arsace
(E qual volto è presente agl'occhi miei!)
Armindo
Mira, Signora, mira.
Partenope
(a Rosmira.)
Olà, che vuoi? Chi sei?
Rosmira
(Finger degg'io, voi m'assistete o Dei.)
Generosa Regina,
Delle Campagne Armene
Il Principe Eurimene a te s'inchina.
Partenope
Sorgi, e di la tua brama.
Rosmira
(Arsace è qui, non m'ingannò la Fama.)
Con cento vele, e cento
Dell'infido Elemento
L'onde vaste io scorrea, quando si desta
Orgogliosa tempesta,
Che di ricchezze gravi,
Fuor che la mia, tutte assorbì le navi.
Al fin l'empia procella
Mi tragge in questo lido;
Odo l'alto tuo grido,
E vengo a te, che sei si degna, e bella.
Partenope
Eurimene, che chiedi?
Rosmira
Alle miserie mie soccorso, e aita,
Ch'io per scampar la vita,
Donai le merci preziose, e rare
Tutte all'ingorda avidità del Mare.
Partenope
Principe; che ben tale
L'alta idea ti palesa:
O' pietà del tuo male,
Il tuo danno mi pesa,
E al merto tuo m'impegno
Dar nella Reggia mia posto condegno.

Scena terza

Ormonte con un Messaggiero, e detti.
Ormonte
Regina, in folte schiere
Il Popolo Cumano
Ingombra tutto il vicin monte, e'l piano.
Partenope
Nulla intendesti?
Ormonte
Solo,
Ch'Emilio il primo lor Principe, e Duca
Teco parlar desia,
E questo messaggier dal Campo invia.
Armindo
(a Partenope che sta pensosa.)
Che pensi?
Arsace
Non temere.
Rosmira
E ti sovvenga,
Che qui giunse Eurimene.
Partenope
(al Messaggiero che subito parte.)
Emilio venga.
(scende dal Trono.)
Mi troverà nemica
Chi vuol del Soglio mio turbar la pace
Seguimi Ormonte, e tu mi segui Arsace.
(Parte seguita da Ormonte e da Arsace il quale si va rivolgendo a mirar Rosmira.)

Scena quarta
Rosmira ed Armindo.
Rosmira
Cavalier, se gli Dei
Rendan pago il tuo cor, dimmi chi sei.
Armindo
Armindo, e trassi in Rodi
Natali illustri, e con temuto Impero
Sotto quel Ciel sono il Signor primiero.
Rosmira
Sembrami il tuo sembiante
Sparso di duol: giovar ti può Eurimene?
Armindo
Non si trova rimedio alle mìe pene.
Rosmira
Dimmi il ver. Del tuo core
Il tormento crudele è Amore?
Armindo
E' Amore.
Rosmira
Genio, che a te mi lega
Fa provarmi il tuo male.
Armindo
E perchè genio eguale
Mi stringe a te, quanto nel petto io celo,
Tutto in liberi sensi ora ti svelo:
Partenope è 'l mio Nume.
Rosmira
Ed ella sente
Dell'amor tuo pietà?
Armindo
O finge non saperlo, o non io sà.
Rosmira
Non ti scopristi?
Armindo
Ed a che prò?
Rosmira
Perche?
Armindo
Ad Arsace giurò costanza e fè.
Rosmira
E Arsace?
Armindo
E pena, e more
Di Partenope amante.
Rosmira
(Ah traditore!)
Armindo, se palesi i dolor tuoi.
Forse goder tu puoi;
Ma se ascondi i sospiri,
Se con lagrime occulte il ciglio bagni,
Perche d'Amore, e del Destin ti lagni?
Armindo
Chiederò pace agl'aspri miei tonmenti,
Può giovarmi il tentar, dunque si tenti.

Fra l'orror del grave affanno,
Che la pace al core invola,
La tua voce mi consola,
Già comincio a respirar.

Forse un dì per tuo consiglio
Sarà placida quest'Alma,
E godrà, tornata in calma,
Le sue pene a rammentar.

Fra l'orror ecc.

Scena quinta
Arsace, e Rosmira.
Arsace
O che Arsace delira,
O che desser tu nieghi, e sei Rosmira.
Veggo, che il tuo sembiante
L'imago di Rosmira in se ritiene,
E quale amai Rosmira, amo Eurimene.
Rosmira
Ma da te non vorrei
Al pari di Rosmira esser tradito.
Arsace
Come!
Rosmira
Arsace, ti sei
Così presto smarrito?
Senti: per seguir te tutto abbandono,
E pur ti giungo al fin. Rosmira io sono.
Arsace
Bella . . . .
Rosmira
Bella mi chiami
Tu, che fede non ai, tu, che non m'ami?
Arsace
T'amo . . . .
Rosmira
Non può, chi aspira
Di Partenope al Soglio, amar Rosmira.
Di questa Reggia al Trono.
Aspira, ingrato Arsace io ti perdono.
Vedi quanto in amor fida son io,
Che vaga del tuo ben trascuro il mio.
Arsace
Conosco il fallo . . . .
Rosmira
Ascolta:
Ora dalla tua fede
Chiedo live mercè.
Arsace
Dimmi, che vuoi?
Rosmira
Non voglio già sdegnata
Rimproverarti della fede a questa
Delusa Principessa un dì giurata,
Perchè a te non desio d'esser molesta;
E non bramo, che noia
Rechino co' miei teneri lamenti
Gl'andati amori agl'amor tuoi presenti.
Bramo, se mel concedi
Favor non grande; ma . . . . . .
Arsace
Dimmi, che chiedi.
Rosmira
Sai che chiedo? Ma prima,
Per esser ben sicura
D'ottener quant'io vuò, prometti, e giura.
Arsace
Di far ciò, che vorrai
Giuro ad Amore, al Cielo, ai Numi . . . .
Rosmira
Ah frena
La sagrilega lingua: e a chi giurasti?
E non sai, che mancasti
Con perfidi costumi
Altre volte ad Amor, al Cielo, ai Numi?
Se ad eseguir t'impegni
Ciò, che Rosmira chiede,
Giura, non fu la tua, fu la mia fede.
Arsace
Io su la fede . . . .
Rosmira
Su la fede mia.
Arsace
Giuro far pago il tuo desio.
Rosmira
Non devi
Dir ch'io sia donna, e che Rosmira io sia.
A scoprirmi non ai
Da qual sia mai barbaro caso astretto:
Mi prometti così?
Arsace
Così prometto.
Rosmira
Osserva il giuramento.
(L'affliggo, e l'amo, e peno al suo tormento.)

Pensa, che dei tacer;
Rammenta il tuo dover.
Rispondi: parlerai?
Perdono non avrai,
Se parli, ingrato.

Più non ti crede il cor;
Di fè mancasti ancor
Crudo, spietato.

Pensa ecc.

Scena sesta

Arsace, poi Partenope.
Arsace
Rosmira, oh Dio! Rosmira
Sotto mentite spoglie
Di me sen viene in traccia,
Rinova le mie doglie e vuol ch'io taccia.
Tacerò, come chiede;
Ma già vacilla, e cede
Al primo ardor la mia feconda face,
E appena gl'occhi miei
Riveggono Rosmira,
Che quest'alma sospira, e torna a lei.
Parnope
(da sè.)
Anche d'Armindo il core
Arde per me d'amore?
Ah, se non posso amarlo, il soffra in pace,
Che colpa mia non è, colpa è d'Arsace.
Arsace
E di che reo son io?
Partenope
D'aver fatto del tuo servo il cor mio.
Per me languisce Armindo.
Arsace
Armindo!
Partenope
E sai
Quanto ad Armindo io devo: egli sen venne
Con mille armate antenne,
E delle vele mie si fe seguace;
Ma se amar nol poss'io, colpa e d'Arsace.
Arsace
Ah, che l'Anima mia
Fissando il guardo in te . . . (Rosminda oblia.)
Partenope
L'anima tua, che fà
Fissando il guardo in me?
Arsace
Viver non sà.
Taci, giunge Eurimene.
Partenope
E se giunge Eurimene?
Arsace
E vuoi, che sappia
Straniero Cavalier i nostri amori?

Scena settima
Rosmira, e detti
Partenope
Non soggiace a rossori
Acceso cor di puro foco onesto.
Senti Eurimene: il mio bel Nume è questo.
Rosmira
E tu sei riamata?
Partenope
Son riamata.
Arsace
(Ahime!)
Partenope
E ci giurammo fè
Rosmira
(in atto di partire.)
Sorte spietata!
Partenope
Dove, Eurimene, dove?
Rosmira
A lagrimar la mia sventura altrove.
Partenope
Quale sventura?
Rosmira
Ascolta.
Arsace
(Ora mi scopre.)
Rosmira
Vidi la tua sembianza, e chiaro in quella
Vidi l'anima tua quanto sia bella;
Onde in un tratto, Amore
Della parte migliore,
Che la fragile adorna il cor m'accese.
Ma perchè, m'è palese,
Che già d'altri tu sei,
Sperar più non poss'io conforto, e pace.
Nascesti sol per tormentarmi, Arsace.
Arsace
(Respira il core amante,
E confuso or s'aggira
A Partenone intorno, ora a Rosmira.)
Partenope
Con affetto si degno,
Principe, se tu m'ami, io non ti sdegno.
Rosmira
Lieve ristoro.
Partenope
Altro sperar non puoi,
Ch'esser non voglio infida agl'amor suoi.
Rosmira
Partenope, se fede
Giurassi a me, come glurasti a lui,
Non farei mai, che il core
Avvampasse all'ardor di nuova face
Credo però, che lo farebbe Arsace.
Arsace
T'inganani: anch'io ben so quanto disdica
Lasciar per nuovo ardor la fiamma antica.
Rosmira
Scusa; ti veggo in volto
Un non sò chè, che poca fede addita,
E se donna foss'io, so ben, che molto
Temerei dal tuo genio esser tradita.
Regina, io già non sono
Di si deboli tempre;
In amor fido sempre
Eurimene vedrassi,
E se tù lungi andassi,
Del tuo piede il mio pie farei seguace.
Non credo già, che lo farebbe Arsace.
Partenope
Compatisco gi'accenti,
Che in onta del mio ben dal labbro sciogii.
Farti caro a me tenti,
E di sì dolce amor vuoi ch'io mi spogi;
Ciò far non posso, ma perche tu veda
Quanto il mio spirto a tuo favore inclina,
Sarai mio Cavalier, io tua Regina.

Sei caro all'or, che serbi
Un dolce amor nel core,
Ma s'è tiranno amore
Odiarti ancor saprò.

Farmi infedel se tenti
Vana sarà la spene!
Questo è l'amato bene,
Altro bramar non so.

Sei ecc.

Scena ottava

Rosmira, ed Arsace.
Rosmira
I novelli amor tuoi
Io stessa udii; niega, infedel, se puoi.
Arsace
Rosmira, e tanto sei
Vaga delle mie pene.
Rosmira
Rosmira non son io, sono Eurimene.
Arsace
Cara, non più . . . . . .
Rosmira
L'accheta;
Mossa da gelosia,
Sarai dell'ira mia bersaglio, e meta.
Arsace
Ecco pentito io riedo
Ad offrirti il mio cor.
Rosmira
Più non ti credo.
(Parte.)

Scena nona

Arsace.
Arsace
O Rosmira gradita,
Bella cagion della mia prima piaga.
O Partenope mia, cagion pur vaga
Della seconda dolce mia ferita!
Soffrir tu dei: se non venia Rosmira
A presentar quel volto agl'occhi miei,
Io fedele a te sola ancor sarei.

La Rondinella,
Che a noi sen riede,
Trascorre il lido,
E appena il vede,
Che torna al nido,
Che abbandonò.

E' ver, che fece
Del Mar traggitto,
Ma dell'Egitto,
Benché lasciato
In lontananza,
Della sua stanza
Non si scordò.

La Rondinella ecc.

Scena decima

Ersilla, poi Emilio.
Ersilla
Segno dell'Idol mio l'orme gradite
Tacita ignota amante. Emilio . . . (oh Dio!
Eccolo.)
Emilio
(da sè.)
A bel desio
Fauste splendete, o stelle.
Ersilla
Tu invochi alle tue brame
Fausto il Destino, e poi crudel . . . .
Emilio
Che parli?
Chi sei? Qual crudeltà . . . .
Ersilla
Tacita amante
Arde per te nobil donzella; io vengo
Ad isveiarti . . . .
Emilio
Ah taci;
Le risparmia il rossor d'un mio rifiuto.
Ersilla
E a chi pietà ti chiede,
A chi langue per te questa mercede?
Mirami ingrato core . . . .
Emilio
Te non ravviso, e non conosco amore.
(Parte.)
Ersilla
Misera Ersilla! Dispietata sorte,
Tu vuoi ch'incontri un'alma,
Che non conosce amor. Destin tiranno,
Toglimi, o questa vita, o quest'affanno.

Aver un'Anima,
Ch'è tutta affetto,
E trovar barbaro
L'amato oggetto
E' un duol, che supera
Ogni dolor.

Pur trà le pene
Sarò felice,
Se 'l caro bene
Un dì mi dice
Troppo ad Ersilla
Fu ingrato Amor.

Aver ecc.

Scena undicesima

Camera Reale con Trono.

Partenope, ed Ormonte, poi Emilio, Arsace, Rosmira, Armindo, e Guardie.
Partenope
Emilio venga,
(Và in Trono servita da Ormonte.)
Ormonte
Ei qui non lunge attende.
(va incontro ad Emilio.)
Emilio
Regina, alle tue piante
Par ch'io venga nemico, e vengo amante.
Partenope
Amante già non parmi
Chi viene a me cinto di squadre, e d'armi.
Emilio
Partenope, se vuoi,
Sudditi i miei guerrieri aver tu puoi.
Partenope
Come?
Emilio
Il letto, ed il Trono a me destina,
E de sudditi miei sarai Regina.
Armindo
(Ahi, che richiesta!)
Rosmira
(piano ad Arsace.)
Udisti?
Arsace
(piano a Rosmira.)
A me non spiace,
Ch'ella d'Emilio sia.
Rosmira
(come sopra.)
Povero Arsace!
Partenope
Principe, e quando amore
Per me t'accese il core?
Emilio
Dal dì, che in queste rive
Posasti il piè, ti vidi ignoto, ed arsi,
E da quei di mille sospiri ò sparsi.
Armindo
(S'ella cede, io perisco.)
Rosmira
(piano ad Arsace.)
E tu sospiri!
Arsace
(piano a Rosmira.)
Io nò
Rosmira
(piano ad Arsace.)
Ti compatisco.
Partenope
Ed or del fuoco antico
Per chiedermi pietà giungi nemico?
Armindo
Oh dolce sdegno!
Rosmira
(piano ad Arsace.)
Arsace ti ristora
Arsace
(piano a Rosmira.)
Deh non m'affligger più.
Rosmira
(piano ad Arsace.)
Non basta ancora.
Emilio
Se di sposa la man darmi ti piace,
Guerra non già, porto amicizia, e pace.
Partenope
Armato nozze chiedi!
Vuoi amor, mentre vieni a provocarmi?
Dal mio sdegno t'invola,
Tutti
All'armi, all'armi,
Emilio
Già risvegliar a sdegno
In seno l'alma io sento
Da cento voci, e cento,
Che invitano a pugnar.

Che fò; Si vada; e renda
Debole meno il core
L'invitto mio valore
Avezzo a trionfar.

Già ecc.

Scena dodicesima

Partenope, Arsace, Rosmira, Armindo, ed Ormonte.
Partenope
Arsace, tu sarai
Dell'esercito mio Duce primiero.
Armindo
Forse valor guerriero
Non è in me pari al suo?
Ormondo
Non ò fors'io
Core eguale al suo cor nel petto mio?
Rosmira
Forfe di me, perchè t'è ignoto il merto,
Poco forte mi stimi in campo aperto?
Arsace
Giuro qual si richiede
In tanta impresa invitta fè.
Rosmira
Che fede!
Sai pur, ch'io ti ravviso
Segni di poca fè scolpiti in viso.
Partenope
Troppo ardisci Eurimene.
Armindo
(E il soffre Arsace!)
Ormonte
(Così l'offende, e tace?)
Partenope
A Partenope innanzi . . . .
Arsace
Ah frena l'ire,
Di giovanetta età scusa l'ardire.
Rosmira
Tu dell'ardir mi scusi,
E me d'incauto, e di leggiero accusi?
Partenope
Non più; voglio, che questo
Principe di Corinto
Abbia dell'armi il general comando.
Armindo
Andrà dunque indistinto
Il mio nome?
Ormonte
Il mio brando?
Rosmira
E confuso frà gl'altri
Anch'io stringer dovrò la spada, e l'asta?
Armindo
Non è ragion.
Rosmira
Non è giustizia.
Partenope
Basta.
(Scende dal Trono.)
Con generosa lite
Cessate ormai di gareggiare, e udite.
Amazone guerriera
D'ogn'armata mia schiera,
Perchè uniti a pugnar l'onor vi sproni,
Io la scorta farò, voi miei campioni.
(Parte.)
Ormonte
Da un'esempio si raro
A far più fido il mio valore imparo.

Sempre la fiamma è bella,
Che accende in sen l'onor;
E onore questo cor
Può solo innamorar.

Sorte guidar tu puoi
Per l'orme degl'Eroi
Il piede a trionfar.

Sempre ecc.

Scena tredicesima

Rosmira, Arsace, ed Armindo.
Arsace
Eurimene, al cimento
Venir tù vuoi? (Nol permettete, o stelle.)
Rosmira
Forse in petto racchiuso,
Quasi femina imbelle,
Cor non avrò, dell'armi avezzo all'uso.
Arsace
Ciò dir non posso: io chieggio,
Se combatter tu brami. ( E tacer deggio!)
Rosmira
M'avvalorano il core
Al conflitto vicin gloria, ed amore.
Quella per farmi degno,
Questo, perchè son io
Di Partenope amante, e tu ben sai,
Ch'il mio duol te presente io le spiegai.
Armindo
E già per lei cupido ti feri?
Rosmira
Mi saettò nol niego.
Armindo
(piano a Rosmira.)
Amico infido.
Arsace
In si tenera età
Aver core si può, forza non già;
Onde tu con gran rischio
Brami degl'anni in sul fiorito Aprile
Farti in guerra immortal.
Rosmira
Tema chi è vile.
(gli volge le spalle.)
Arsace
Tu sdegni d'ascoltarmi;
Ma sarò tua diffesa in mezzo all'armi.
(Parte.)

Scena quattordicesima

Rosmira, ed Armindo.
Armindo
Deggio di te lagnarmi,
Ti fido le mie pene, e poi sleale,
Tu degl'amori miei ti fai rivale?
Rosmira
Non ti dolere: a tuo favor mi fingo
Di Partenope amante,
Per deviar dalla sua mente Arsace.
Armindo
Se il tuo gentil sembiante
A Partenope piace?
Rosmira
A te la cedo.
Armindo
E s'ella
Te per sposo desia?
Rosmira
Non potrà, benchè voglia esser già mia.
Armindo
Forse con altra bella
Ne lacci d'Imeneo stretto sei tu?
Rosmira
Di me ti fida, e non cercar di più.
(Armindo parte.)

Scena quindicesima

Rosmira
Rosmira
Vò meditando sempre
Contro l'infido Arsace ingiurie nuove,
E tenerezza, e crudeltà mi muove
Piena d'affetto, e d'ira,
Or minaccia, or sospira
Quest'alma innamorata,
Che per lui pena, e di schernirlo à core.
Sono gli sdegni miei figli d'amore.

E' follia, se nascondete
Fidi amanti il vostro foco;
A scoprir quel che tacete
Un pallor basta improviso,
Un rossor, che accende il viso,

Uno sguardo, ed un sospir.
E se basta così poco
A scoprir quel che ascondete,
Perchè perdere la pace,
Con ascondere il martir!

E' follia ecc.

Scena sedicesima

Bosco vicino all'accampamento de Cumani.
Al suono di militari stromenti s'incontrano le schiere Partenopea, e Cumana, e doppo breve zuffa perdono ii Campo li Partenopei incalzati dalli Cumani.
Esce doppo ciò Partenope incalzata da alcuni guerrieri nemici, e viene Armindo in di lei soccorso.
Partenope
Soccorso.
Armindo
Armindo è teco
(s'attacca con gli assalitori di Partenope e li pone in fuga.)
Partenope
Armindo aita.
A te degg'io la libertà, la vita.
Armindo
S'uccida.
Partenope
Si disarmi
Armindo
L'inimico, che fugge.
Partenope e Armindo
(insieme.)
All'armi, all'armi.

(Partono uniti dietro allì fuggitivi. Riaquistano intanto li Partenopei il campo, e risospinti li Cumani al primo luogo segue disperato combattimento, nel quale restano li Cumani vinti, e disfatti. Esce, doppo ciò, Rosmira quasi abbattuta da Emilio, ed accorre Arsace in di lei soccorso, esce poi Partenope, poi Ormonte con seguito d'insegne conquistate.)
Emilio
Renditi, o pure estinto
Ora al piè mi cadrai.
(Esce subito Arsace, che combatte con Emilio, e lo vince.)
Arsace
Cedi sei vinto.
Emilio
Getto il brando, tradito, e disperato;
Non cedo al tuo valor, cedo al mio Fato.
Rosmira
Arsace, i meno arditi
A soccorrer tèn vola;
D'uopo non ò, ch'a trionfar m'aiti,
Perchè la spada mia sà vincer sola.
Emilio
Guerrier, non tanto orgoglio,
De miei casi infelici
Vada altero il Destin.
Partenope
Vincemmo, Amici.
Ma de Trionfi, miei
Tu gloriosa pompa Emilio sei?
Preda cotanto illustre
Vuò saper di chi sia.
Arsace
(Additando Rosmira.)
La preda è d'ambo noi
Rosmira
La preda è mia.
Emilio
Io de tuoi crini d'oro
Son prigioniero, e non d'alcun di loro.
Ecco, Regina invitta
Schiave al tuo pie le trionfate schiere,
Ecco l'armi, le spoglie, e le bandiere.
Partenope
Cadesti Emilio, e mi donaste voi
Palme si degne, o Generosi Eroi.
Coro
Ti circondi la Gloria d'allori,
La tua Fama trascorra ogni riva.
Empia i lidi
Degl'alti tuoi gridi,
E t'onori
Con Tromba festiva.
Viva viva, Partenope viva.

Fine dell'Atto Primo.

ATTO SECONDO

Scena prima

Strada diversamente addobbata di Trofei, con Arco trionfale nel mezzo, sotto il quale passa il Carro, che conduce Partonepe in Trionfo. Numerosa Turba, che variamente travestita danza avanti al Carro.
Doppo il ballo, al suono di Militari stromenti s'avanza il Carro con tutto il seguito, indi Partenope scende cogl'altri che l'accompagnano.

Partenope, Arsace, Rosmira, Armindo, Ormonte, ed Emilio incatenato, poi Ersilla, seguito di schiavi, bandiere, e Trofei.
Partenope
Olà, de ferri il peso
Più non aggravi Emilio;
Bastami aver già reso
Più degno co' suoi lacci il mio Trionfo.
(Vengono levate le catene ad Emilio.)
Emilio
Con gentile rigore
Al piè li togli, e li radoppi al, core.
Partenope
Emilio, esprimi in van sensi d'amore.
Ersilla
(Godi mia dolce speme.)
Rosmira
Partenope, ti piaccia,
Ch'i miei sensi io palesi. Colà nel campo intesi,
Ch'il forte Armindo con valor guerriero
Sì fè tuo scampo in gran periglio.
Partenope
E vero.
Rosmira
Vidi, che trasse Ormonte
Prigionieri, armi, e insegne a te dinanzi;
Io già vinto poc'anzi
Emilio avea. Regina, con tua pace,
E che di grande in guerra à fatto Arsace?
Arsace
(piano a Rosmira.)
Questo è troppo rigore,
Lasciami in pace al fin.
Rosmira
(piano ad Arsace.)
Nò traditore.
Emilio
(piano a Rosmira.)
Cavalier, cinto andrebbe
Il brando mio di bella palma altera,
Se da Arsace soccorso il tuo non era.
Partenope
(a Rosmira.)
Dunque?
Arsace
(a Partenope.)
Lascia, che sia
Anche gloria di lui la gloria mia.
Rosmira
Emilio, co tuoi detti
Nulla offendi Eurimene,
Scusar la tua caduta a te conviene.
(ad Arsace.)
Ma superbo tu sei,
Mentre donar mi vuoi
Vanti, che non son tuoi, che son già miei.
Ersilla
(Tanto Euirimene Ardisce?)
Armindo
(Ed Arsace ammutisce?)
Partenope
(a Rosmira.)
Sì temerario ancora?
Rosmira
Non t'adirar, Signora;
Per far, che tu ravvisi,
Che inutilmente in mio soccorso ei venne.
E che il mio braccio ottenne
Solo il Trionfo, e che di lui mi rido.
A singolar battaglia ora lo sfido.
Arsace
Ma che vuoi Eurimene,
(Al fn parlar conviene)
Se da ingiusto furore ora sei mosso,
Dirò . . . .
Rosmira
Giurasti . . . . .
Arsace
(Ah favellar non posso!)
Rosmira
(a Partenope.)
S'ei ricusa il cimento
E segno di timore il suo rifiuto.
Partenope
(alle guardie che s'avanzano a guardar Rosmira.)
Olà s'arresti.
Armindo
(E non risponde Arsace?)
Ormondo
(E Arsace è muto?)
Rosmira
Io prigionier? Qual dritto . . . .
Partenope
Frena gl'accenti audaci.
Vanne in disparte, e taci.
(Rosmira si ritira un poco.)
Armindo
Regina, a far ch'io cada
Erra chi stima, che bastante sia
Sola una spada.
Rosmira
(avanzandosi.)
E pur bastò la mia.
Partenope
(a Rosmira che torna a ritirarsi.)
Taci diss'io.
Emilio
(a Rosmira.)
Vinto da te non fui.
Partenope
(ad Arsace.)
L'arroganza di lui
Contraria tanto ai dolci modi tuoi,
Di non chiari natali
Par, che il dimostri.
Rosmira
(avanzandosi.)
Io son d'eguali ai suoi.
Partenope
(a Rosmira.)
E tacer tu non vuoi?
Ersilla
Che orgoglio insano!
Rosmira
(piano ad Armindo.)
Parlo solo a tuo prò.
Armindo
(piano a Rosmira e parte.)
Ma parli in vano.
Partenope
Arsace, per qual brama
Eurimene cosi t'offende ogn'ora?
Rosmira
Sol perche t'ama.
Partenope
(a Rosmira.)
E tu non taci ancora?
Amerò sempre Arsace,
Perchè Arsace m'alletta,
Per trionfo di lui; per sua vendetta.

Il mio caro, e dolce amore,
Se fu il primo nel mio core,
Anco l'ultimo sarà.

E' un error di chi si crede,
Che da pura, e vera fede
Nascer possa infedeltà.

Il mio ecc.

Scena seconda

Arsace, Rosmira, Ersilla, Emilio, ed Ormonte.
Arsace
Ti bramo amico, e teco
Non vuol guerra il mio core.
Emilio
(Che viltà!)
Ersilla
(Che timore!)
Rosmira
Tu vuoi placarmi, ed io
Solo guerra desio;
Se vendetta non fò, non son contento.
Ormondo
Che valor!
Ersilla
Che ardimento!
Arsace
Tanto rigore oblia.
Rosmira
Non lo farò, se pria
Non giungo a vendicarmi.
Arsace
Senti . . . . .
Rosmira
Di pace mai più non parlarmi,
Arsace
Vuoi contro me, di fiero sdegno armato
Così schermirmi sempre?
Rosmira
(piano.)
Infido, ingrato!
Arsace
(piano.)
E cotant'ira à nel tuo petto il nido?
Rosmira, oh Dio! Rosmira . . . . . .
Rosmira
(piano sempre.)
Ah taci infido.
Arsace
Vuoi vedermi morir, core spietato?
Di Rosmira, mio ben . . .
Rosmira
Ah parti ingrato.
Ersilla
Vorrei dirti il mio dolore,
Ma dal labbro i mesti accenti
Mi ritornano sul core
Più dolenti
A risuonar.

Ed appena al seno oppresso
E' permesso
L' interotto respirar.

Vorrei ecc.

Scena terza

Rosmira, Ersilla, Emilio, ed Ormonte.
Ormonte
Non può darsi in un petto
Maggior viltà.
Emilio
In un core
Io mai non vidi codardia maggiore.
Rosmira
Soffrite voi, s'io dico,
Che Arsace à spirto in seno
Eguale al vostro, e forse il vostro è meno.
Dunque a parlar di lui meglio imparate,
Che se voi l'oltraggiate, io lo diffendo.
Ormonte
Vile il chiamasti, ed ora . . . .
Ersilla
Io non l'intendo.
Emilio
Ma s'egli à si grand'alma,
Perchè all'offese tue muto diventa?
Ormonte
Perchè, quando lo sfidi, egli paventa?
Rosmira
Forte Leon, tra cento belve, e cento,
Nell'affricane Selve,
Grave, e superbo stassi;
Muove, ruggendo, i passi,
E maestoso in faccia,
Tutte con ciglio altier sfida, e minaccia.
E pur se il lampo vede
D'un accesa facella,
L'audacia del Leon non è più quella.
Tale a fronte d'ogn'altro Arsace è prode,
E se vacilla poi
Solo alla vista mia, questa è mia lode;
Che ben chiara egli vede
Una a gli sguardi vostri ignota face,
Che in me scintilla, e che sgomenta Arsace.
(parte.)
Ormonte
Non conosco altro lampo,
Che quel dell'armi in campo.
(parte.)

Scena quarta

Ersilla, ed Emilio.
Ersilla
Sola al fin teco resto.
Emilio
Deh, qualunque tu sia, lasciami . . . .
Ersilla
Ingrato!
Ecco l'anima schiva, il puro core,
Che non conosce amore.
Emilio
E vuoi . . . .
Ersilla
Real Donzella
Chiude per te nel netto
Tenero, e dolce affetto; io vengo, oh Dio!
A svelarti il suo amore, e tu nol curi?
Emilio
Ma tu, chi sei?
Ersilla
All'or, che del tuo core
All'amante fedel tu farai dono,
All'or saprai chi sono.
Emilio
E infedeli tu brami ì miei amori?
Ersilla
Ma in vano, il sò, tu la Regina adori.
Emilio
Non tormentarmi. Ah parti.
Ersilla
Eh nò, non ostinarti
Chi t'aborre ad amar: di te è più degna
La Principessa mia: nel cor di lei
Troverà l'amor tuo . . . . .
Emilio
Ma chi è costei?
Ersilla
Non sprezzarla prometti, ed io la svelo.
Emilio
(Curioso desio m'agita il petto.)
Compiacerti prometto.
Ersilla
Io già ti credo, Emilio;
Ma chi 'l core di lei può far sicuro,
Che la promessa osserverai?
Emilio
Tel giuro.
Ersilla
(Dammi coraggio Amor.)
Emilio
(Ah, che giurasti
Infedele mio labbro!)
Ersilla
Emilio, ascolta . . . .
Emilio
Ah taci: udirò il nome un'altra volta.

Pngionier, che fà ritorno
Dagl'orrori al dì sereno,
Chiude gl'occhi ai rai del giorno,
E pur tanto lo bramò.

Io così di nuovo affetto
Sofferir non sò l'ardore,
Se non parte dal mio core
Lo splendor, che l'acciecò.

Prigionier ecc.

Scena quinta

Ersilla.
Ersilla
Deh, perche mai volesti
Tua Schiava Ersilla, o Amore,
Se provar io dovea tanto rigore?
E pur la mia costanza
Non è senza lusinga, e dubbia ondeggia
Ma crudele, severo,
Quando veggo il mio bene, io più non spero.

Amor mi disse un dì
Felice il cor sarà,
Or come, oh Dio!, potrà
Così mancar di fede?

Tutto per lui perdei,
Ed infelice è il cor;
Poveri affetti miei!
Questa mi rendi amor,
Questa mercede?

Amor ecc.

Scena sesta

Deliziosa

Partenope, ed Arsace.
Partenope
A prò di chi t'offese,
Perchè tante preghiere,
Perchè tante diffese?
Arsace
Pugnò per te.
Partenope
Ma con parole altere,
E con incaute risse
Ardì troppo Eurimene, e troppo disse.
Arsace
Partenone, deh rendi
Di belle grazie adorno
Questo delle tue glorie inclito giorno.
Partenope
E che ti muove Arsace
A favor d'Eurimene?
Arsace
Un non inteso impulso, un certo che,
Che sento in me, ma non sò dir che sia,
Sò, che muove a pietà l'anima mia.
Partenope
Voglio appagarti. Olà
(ad una guardia.)
Volgi ad Ormonte i passi,
Dì, ch'Eurimene in libertà si lassi
Dille, che gli palesi,
Che della grazia intercessor fu Arsace.
Gli vieti, ch'a me inanzi
Di venir più non osi.
Parti, e sappi eseguir quanto t'imposi.
(Parte la guardia.)
Arsace
Molto ti devo.
Partenope
Or ti consola, e lieto
Rasserena i tuoi lumi.
Arsace
Far nol poss'io.
Partenope
Perchè?
Arsace
Par che vogliano i Numi
Fulminar contro me strana sventura.
Partenope
Questo è vano timore.
Arsace
Non è così, me lo predice il core.
Tutto dolente, e mesto
Palpita in sen; qualche infortunio è questo.
Partenope
Son pronta a darti aita:
Cerca saper dal core
Il previsto dolore, me l'addita.
(parte.)
Arsace
Afflitto è questo core,
Langue quest'alma, e la cagione è amore.

Quel Ruscelletto,
Che l'onde chiare
Or or col mare
Confonderà:
Nel mormorio
Del fuoco mio
Colle sue sponde
parlando và.

E pur l'ardore
Che il cor m'affanna
La mia crudele
Vaga Tiranna
Veder non sà.

Quel ecc.

Scena settima

Ormonte, e Rosmira.
Ormonte
(restituendo la spada a Rosmira.)
Principe ti narrai
Con qual divieto libertà concede.
Partenope al tuo piede.
Rosmira
Non disse, che alla Reggia
Io non volga le piante,
Disse, che a lei più non mi porti avante.
Ormonte
Ti piaccia il mio consiglio:
Lascia in riposo Arsace,
E non scherzar così col tuo periglio.
Rosmira
Io lascierò la vita
Pria di lasciare il mio nemico in pace.
Ormonte
Tempra la brama ardita,
Che d'ira tal, mentre te stesso accendi,
Oltraggi Arsace, e la Regina offendi

Se fra turbini d'atra procella
Cielo irato suoi fulmini scocca
Salda Rocca
Non sà vacillar

Tu così dell'ingiusta tua stella
Soffri invitto l'assalto e 'l rigore
E 'l tuo cuore
Non sà paventar.

Se fra ecc.

Scena ottava

Armindo, e Rosmira.
Armindo
Quanto godo, Eurimene
Vederti in libertà.
Rosmira
Godi, perchè non sa
Scorger la vista tua le mie catene.
Armindo
È qual nodo ti stringe?
Qual beltà t'innamora?
Rosmira
Tempo verrà, che lo saprai tu ancora.
Dimmi: scopristi mai
A Partenope tua l'ascoso ardore?
Armindo
Si: ma timido il core
E svelò le sue fiamme, e non svelò.
Rosmira
Mercè chiedesti?
Armindo
Nò.
Rosmira
E che vil tema è questa.
Armindo
Ahi, che vana conosco ogni richiesta.
Rosmira
Armindo, io vuò, che lieto
Goda di tue faville.
Sentimi: vanne alla Regina, e dille,
Ch'io le debbo scoprire alto segreto.
Fa, che parlar le possa, ed io m' impegno
Ch'a te si volga, e prenda Arsace a sdegno.
Armindo
Un'ìmpossibil tenti.
Rosmira
A miei voti acconsenti.
Armindo
Farò quanto tu chiedi.
Rosminda
Principe va, spera conforto, e credi.
Armindo
Leone sdegnoso
Per tepida stragge
Spaventa orgoglioso
Ogn'un, che lo mira,
E torbido d'ira
Placarsi non sà.

A quel (con tua pace)
Tu simile sei:
Mi parli d'Arsace,
E 'l guardo minaccia,
Di foco la faccia
Più sempre si fà.

Leone ecc.

Scena nona

Rosmira, ed Arsace.
Rosmira
Giva guardando intorno,
Se vedea, se veniva,
E al fin giungo a scoprir, che Arsace arriva.
Arsace
Rosmira mia, mio bene.
Rosmira
Rosmira non son io, sono Eurimene.
Sono Eurimene, e in libertà già sono,
E sò, che la Regina
Per opra tua me ne concesse il dono.
E perch'è dono suo
La libertà mi piace,
Non perch'è stato intercessor Arsace.
Arsace
E ancor la tua vendetta
Vaga d'offese all'alma mia sovrasta?
Basti la pena al fallo mio.
Rosmira
Non basta

Che gran contento,
Che bel piacere
Vedersi al piede
Languir l'Ogetto
Che v'à ferito
Il cor nel petto!
Anime amanti,
Voi, che provate
Lo stral d'amore,
Dite spiegate,
S'ell'è così.

Si grande è 'l giubilo,
Che in petto io sento,
Che le mie pene
Più non rammento,
Baccio lo strale,
Che mi ferì.

Che gran ecc.

Scena decima

Arsace, poi Partenope, ed Armindo.
Arsace
Rosmira, a me deh riedi ,
Dammi pace, ecco il cor, fidati, e credi.
Ma, sorda a voti miei,
Sdegno altrove la guida,
Non torna, non mi crede, e non si fida.
Armindo
Regina, ti compiaci,
Ch'a te venga Eurimene,
L'arcano, ch'ei nasconde udir conviene.
Partenope
(ad una guardia, che parte.)
Eurimene si chiami.
Non m'induce ad udirlo
Curioso desio;
Ma dal tuo merto sol mossa son io.
Arsace
(Ecco per me nuovi disastri.)
Partenope
Arsace
Cosi turbato ancor?
Arsace
Parmi o Regina,
Scorger la mia sventura esser vicina.
Partenope
Vuò, che mi siano espressi
I tuoi timori.
Arsace
(Ah favellar potessi!)

Scena undicesima

Rosmira, e detti.
Rosmira
Partenope, Eurimene
Mercè de tuoi favori a te sen viene.
Partenope
Narra gl'arcani tuoi.
Rosmira
Regina ascolta,
E senza sdegno il tuo favor m'arrida.
Devi sforzare Arsace
Ad acettar la sfida.
Partenope
E ancor sei tanto audace,
Quando ragion non ai?
Rosmira
Altra ragion cercai,
Per non turbare agl'amor tuoi la pace;
Ma della pugna mia la giusta brama,
Or ti svelo il segreto, è di gran Dama.
Partenope
E chi sdegnata aspira
Ad oltraggiar l'Idolo mio?
Rosmira
Rosmira.
Partenope
Rosmira!
Rosmira
Si di Cipro
La Principessa offesa
Di là mandommi al singolar cimento.
Arsace
(Oh se potessi favellar!)
Partenope
Che sento!
Qual ingiuria l'à resa
Contro si nobil vita
Tanto crudel?
Rosmira
L'esser da lui tradita.
Partenope
L'amò?
Rosmira
(verso Arsace.)
Quanto se stesso;
Lo dica l'infedel.
Prtenope
Dillo.
Arsace
Il confesso.
Rosmira
Di più giurolle fede il menzognero.
Partenope
E questo ancor?
Rosmira
Parla spietato.
Arsace
E' vero.
Rosmira
Crescono ancor gl'eccessi;
Senti.
Partenope
T'ascolto.
Arsace
(Ah favellar potessi!)
Rosmira
Suo sposo esser promise.
Partenope
E poi . . . .
Arsace
Per seguir tè . . . .
Rosmira
Quella derise.
Figlio di sue lusinghe
Naque nel cor dell'infelice amore,
E all'or l'abbandonò, quando i più dolci
Sentir facea prieghi, sospiri, e pianti.
Credete pur, credete
A lagrime, a sospir, povere amanti.
Partenope
Chi m'apre i lumi, e chi mi scioglie il core
Da quell'amore, onde legata io fui?
Principe, Arsace oblio,
(a Rosmira.)
Che rapir non degg'io gl'amanti altrui;
Ne più da me si prezza
Un'alma ingrata ai tradimenti avezza.
Armindo
(Or si, che spero; Anima mia respira.)
(parte.)
Partenope
Resti paga Rosmira,
E spettatrice alla mortal tenzone
Esser vogl'io nel provocato agone.
Arsace
Se a Rosmira mi rendi,
E se a Rosmira io torno,
Al pentimento mio
La pace, che desiro
Chi sà, che non permetta?
Rosmira
Rosmira è tua nemica, e vuol vendetta.
Anch'ella il core à già sottratto, e scosso
Dalle catene.
Arsace
(E favellar non posso.)
Partenope
Un core infedele
Si deve punir
Arsace
Che pena crudele!
Mi sento morir
Rosmira
Un'anima ingrata
Si deve sprezzar.
Arsace
(piano a Rosmira.)
Sei troppo spietata
(Potessi parlar.)
Partenope e Rosmira
Amante
Incostante,
Nel Regno d'Amore
Che pensi di far?
Arsace
Che fiero dolore
Tacere, e penar!

Un core ecc.

Fine dell'Atto Secondo.

ATTO TERZO

Scena prima

Sala

Rosmira, ed Arsace.
Arsace
Rosmira, ove ti guida
Sdegno tiranno, e cieco?
Dove ten vai?
Rosmira
(rivolgendosi.)
Son teco.
Arsace
E pur de miei tormenti
Non ben sazia sei tu?
Rosmira
Vi resta ancora un non sò che di più.
Arsace
Dovresti al fin placarti,
Perdonando a chi t'ama.
Rosmira
Arsace parti.
Arsace
Ch'io parta? E a gl'occhi tuoi
Son d'orrore così?
Rosmira
(sdegnosamente.)
Partir non vuoi?
Arsace
(s'incammina lentamente.)
Non t'adirare. Addio.
Rosmira
(Quanto strana son io!
Da me lo scaccio, e in seno
Idolo del mio core egli soggiorna.)
Arsace
(Mi richiamasse almeno!)
Rosmira
Arsace, torna
Arsace
Eccomi. Deh pietosa
Al grave affanno mio
Porgi qualche ristoro.
Rosmira
Arsace, addio.
(in atto di partire.)
Arsace
Nò cara, il passo arresta.
Rosmira
Taci; partire io voglio, e tu qui resta.
(S'incammina lentamente, poi si volge verso Arsace.)
Arsace
(Oh come avversa sorte
E' ostinata a miei danni in questo giorno!
Parlar potessi almeno.)
Rosmira
Arsace io torno.
Arsace
Pietà delle mie pene.
Rosmira
Per te non v'e più spene, altro è'l pensiero.
Arsace
Forse cangiasti amor?
Rosmira
Si. (Non è vero.)
Arsace
Come? Ahi nuova dolente!
Rosmira
Farfalletta innocente,
Quando intorno a una face il volo aggira,
Se delusa rimira estinto il lume
Và in altro foco a incenerir le piume.
Arsace
Ecco l'estinta face in me risorta.
Rosmira
Ma in altro ardor già la farfalla è morta.
Arsace
S'ella è morta così
Visse fedele, ed infedel morì.
(allontanandosi.)
Rosmira
Credi, che infida io sia?
Nò, no, bell'Idol mio, ti son fedele;
T'amo qual pria t'amai, di bella pace . . . .
Arsace
Oh dolci, oh cari accenti!
(se le accosta con gioia.)
Rosmira
Indietro Arsace.
Pria vendicarmi io voglio.
Arsace
Ed il mio pentimento, e questo affanno
Non ti vendica ancor?
Rosmira
Taci, sei traditor:
La mia pena or rammento, ed il tuo inganno.

Vuoi ch'io t'oda?
Non t'ascolto.
Dimmi, o stolto d'esser degno
Del mio scherno, e del mio sdegno
Forse all'or t'ascolterò

Come mai se fosti ingrato
Vuoi placato
Un giusto orgoglio,
Già lo sai che non ti voglio
Ch'il tuo amore in odio avrò.

Vuoi ecc.

Scena seconda

Arsace.
Arsace
Che pensi Arsace? Ella dubbiosa ondeggia:
Or gelosia la sdegna,
Ora la placa Amore,
Mi scaccia il labro, e mi sospira il core.
Che risolvo? Scoprir . . . . Ah no: si taccia
Sino a quel segno, che Rosmira chiede,
E gran prova darò della mia fede.

La Bella mia nemica
Vede, ch'io taccio e peno.
Sa qual dolore ò in seno,
E pur pietà non à.

Ma da quel cor crudele
Io spero al fin mercede,
All' or che la mia fede
Nel mio tacer vedrà.

La bella ecc.

Scena terza

Cortile remoto corrispondente all'Antiteatro.

Partenope, Ersilla, ed Emilio.
Emilio
Regina, ecco il momento . . . . .
Partenope
Emilio in van tu speri.
Ersilla
(O mio contento!)
Partenope
Ti da vanto maggior co suoi affetti
La Principessa Ersilla.
Emilio
Principessa!
Ersilla
Scoperto
Ecco a metà l'arcano.
Emilio
(Intendo il resto.)
Partenope
Degna è ben del tuo amore. Or sappi Emilio,
Che nell'ardua tenzone
Diffensor d'Eurimene Armindo scelsi,
Te per Arsace eleggo.
Emiòlio
Ubbidirò.
Ersilla
Ma non potresti il sangue,
Ed il core d'Arsace
Risserbar . . . .
Partenope
Nò: vendetta
Con fiero sì, ma troppo giusto orgoglio
Vuol Rosmira tradita, e anch'io la voglio.

In mezzo all'onde irate
Non spera il buon nocchiero
Al lido suo primiero
Giammai di ritornar.

Così fra i sdegni miei
Amor favella in petto,
Ne vuol, che il primo affetto
Io sappia rammentar.

In mezzo ecc.

Scena quarta

Ersilla, ed Emilio.
Ersilla
Che pensi?
Emilio
Ah Principessa, e perchè tanto
Il tuo nome, il tuo grado a me ascondesti?
Col tuo tacer facesti
Reo di poco rispetto il mio dovere.
Ersilla
E pur fors'anche troppo presto, oh Dio!
Partenope parlò: poco spavento,
Se ignota fossi ancora
Mi farebbe un rifiuto. Ah non sia vile,
Perchè l'offersi pria, non sia negletto
Il tenero mio affetto . . . .
Emilio
I sensi tuoi . . . .
Ersilla
Attendi Emilio, e mi rispndi poi.
Pende da te mia sorte:
Son tua, se non mi sdegni,
E se tu mi disprezzi, io son di morte.
Pensa, l'arbitro sei
Tu della gloria mia, de giorni miei.
Emilio
Bella . . . .
(S'ode suonar una Tromba.)
Ma questo è 'l segno,
Che d'Arsace in diffesa or mi richiama.
Ivi m'affretta onor: tu colà vieni,
t'attendo: della pugna
Spettatrice sarai,
Ed il grato mio cor colà vedrai.
(parte.)

Scena quinta

Ersilla.
Ersilla
Del mìo Destino incerta
Deggio vivere ancor. Grato quel core
Come sperar potrei,
Che lascia in dubbio tal gl'affetti miei?
E dovrò . . . . Ma si sciegua,
E la, dov'ei m'invita
O mi tolga di dubio, o pur di vita.

Chi mai d'iniqua stella
Provò terror più rio,
Chi vide mai del mio
Più sfortunato amor?

Passo di pena in pena,
Questa succede a quella
Ma una crudel dubiezza
Dell'altre è la maggior.

Scena ultima

Magnifico anfiteatro destinato per il Duello, con Trono.

Partnope, ed Oronte, poi Rosmira, ed Armindo da una parte, Arsace, ed Emilio dall'altra, poi Ersilla, Guardie, e Popolo.
Partenope
Leggi Ormonte.
Ormonte
Regina, in queste arene,
(Legge il foglio della sfida.)
Il Principe Eurimene,
Cavalier di Rosmira
A pugnar con Arsace il campo chiede,
Perchè a Rosmira egli mancò di fede.
Partenope
Qui vengano a cimento
Eurimene, ed Arsace, io mi contento.
(Suonano le Trombe, Partenope va in Trono servita da Ormondo ed intanto si avanzano Rosmira ed Arsace co loro Padrini.
Emilio
(piano ad Arsace che stà pensoso.)
Principe ardir: che pensi?
Io contro d'Eurimene
Andrei con cor più audace.
Arsace
(piano ad Emilio.)
Non diresti così, se fossi Arsace.
Armindo
(piano a Rosmira.)
Veggo, che il tuo nemico
Già timido, e ritroso . . . .
Rosmira
Non avvilire Arsace, è valoroso.
Ersilla
(Eccomi spettatrice,
Ove al fin l'amor mio sarà felice.)
Emilio
(come sopra.)
Arsace t'avvalora.
Perchè tanto smarrito?
Rosmira
(baldanzosamente come sopra.)
Già del conflitto è l'ora
Armindo
Io meno ardito
Ti bramo negl'assalti.
Arsace
Oh Dio!
Già parmi,
Che il trionfo sia mio
Partenope
Si venga all'armi
Armindo
Prendi, Arsace
(gli da la spada.)
Arsace
(Ahi destin!)
Emilio
Prendi Eurimene
(gli da la spada.)
Rosmira
Pronto già stringo il brando.
Vieni a pugnar.
(ad Arsace ponendosi in guardia.)
Emilio
(piano ad Arsace.)
Corraggio.
Rosmira
Arsace, e quando?
Ersilla
Come confuso ei resta!
Emilio
(comesopra.)
E di che temi;
Rosmira
Che tardanza è questa?
Armindo
(come sopra.)
Tanto non ti fidar del tuo valore
Rosmira
O già vinto
Emilio
A battaglia
Arsace
E con qual core?
(Aita Amor!)
Partenope
Arsace
Al cimento sia mosso
Dal mio comando.
Arsace
E favellar non posso.
Ersilla
(Che viltà, che timor!)
Rosmira
Impaziente
Già son, non più dimore.
Arsace
(Oh bel pensier mi suggerisce Amore)
Eccomi, a te, Eurimene:
(facendosi avanti baldanzoso.)
Or vedrai qual coraggio in petto chiudo,
Ma combatter io voglio a petto ignudo.
Rosmira
Arsace, tu m'offendi:
Temi forse ch'io asconda, o maglia, o squama?
Ormondo
Tu devi far quello, che Arsace brama.
Rosmira
(ad Ormondo.)
Ch'io denudi il mio petto?
Ormondo
E sei così dalla ragione astretto.
Rosmira
(Così strano ripiego
Chi mai lo suggerì?)
(a Partenope poi resta in disparte pensosa.)
Così far deggio?
Partenope
Devi far così.
Arsace
Pronto già stringo il brando,
Vieni a pugnar, ma scopri il petto, e quando?
Armindo
(piano a Rosmira.)
E t'avvilisci? Or dubbio già si desta
D'occulta frode.
Arsace
Che tardanza è questa?
Emilio
Dove sono, Eurimene
Que' vanti, onde poc'anzi eri fastoso?
Arsace
(ad Emilio.)
Non l'insultar.
Armindo
(piano a Rosmira.)
Ma qual novel timore
Ti turba?
Arsace
Impaziente
Già son, non più dimore.
Partenope
(a Rosmira.)
Togli l'altrui sospetto.
Rosmira
Ch'io denudi il mio petto,
Dove un popolo intier m'osserva, e mira?
Ah Regina, non posso: io son Rosmira.
Partenope
(si leva, e scende.)
Tu Rosmira?
Rosmira
A tuoi piedi,
Ecco Rosmira giace.
Lo sà amor s'io son essa, e sallo Arsace.
Partenope
Sorgi: t'abbraccio.
(ad Arsace.)
E tu perchè tacesti?
Arsace
Ella impose così.
Rosmira
Fu mio volere,
Per far la mia vendetta
Per provar la sua fè nel suo tacere.
Armindo
Ora Arsace io comprendo
Perchè senza parlar soffristi tanto.
Ormondo
(a Rosmira.)
Or so qual'è la face
Che in te scintilla, e che sgomenta Arsace.
Partenope
Armindo sia mio sposo.
Armindo
Sospirato riposo.
Partenope
(ad Arsace.)
Sia tua Rosmira.
Arsace
Al fin ti placherai?
Rosmira
Idolo mio, non mi tradir più mai.
Partenope
(ad Emilio.)
Prence libero sei.
Ersilla
Emilio, il tempo
Di svelarmi il tuo core è ancor lontano?
Emilio
No, bella Principessa,
Ecco il grato mio cor nella mia mano.
Arsace
Cara, dai nostri casi
Si comprende abbastanza
Rosmira
Che tutto vince al fin salda costanza.
Coro
Viva viva Partenope viva
Chiara al pari del Sole, che adora,
Le sue spiaggie fecondi l'Aurora,
E ogni Musa ne canti, e ne scriva
Viva viva Partenope viva.

Il fine.


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Ultimo aggiornamento 3 novembre 2022