Franco Alfano è nato a Posillipo (Napoli) nel 1876: ha studiato nel Conservatorio della sua città, poi in quello di Lipsia. Si affermò ben presto musicista forte e vigoroso con molta musica sinfonica e da camera, e con tre opere: Risurrezione, sul romanzo di Tolstoi, Principe Zilah e L'ombra di Don Giovanni, quest'ultima rappresentata l'anno scorso (2 aprile 1914 n.d.r.) alla Scala.
La presente sinfonia è lavoro di vasta architettura e di ricca trama. Ne riportiamo, accennati, i principali temi. Fra di essi, fondamentale è quello contrassegnato col numero 2, il quale, dopo essere stato largamente sviluppato nel primo tempo, torna nell'ultimo chiudendo il lavoro in un'ampia cornice, e dandogli carattere di coesione e di unità.
Il primo tempo è basato su un primo motivo di natura prevalentemente ritmica, vigoroso e incisivo (1); ad esso succede l'altro motivo (2) di cui sopra facevam parola (Un poco meno), motivo cantabile, doloroso e tragico: proposto dal clarinetto e fagotto, vien subito ripreso dalle viole e dagli oboi. A questi due motivi se ne aggiunge poi nello sviluppo, con effetto di maggior ricchezza e varietà, un altro (3) che ha un movimento molle di terzine, ed è affidato di preferenza agli archi.
L'Adagio si inizia con una melodia cupa dei violoncelli e contrabassi e corni (4); dopo alcuni accordi dei tromboni succede un motivo cromatico, angosciatamente doloroso (5) proposto dalle viole e violoncelli, clarinetto e fagotto; i corni fanno eco con un appello triste e cadenzato (6), sul quale poi si eleva un canto ampio ed espressivo dei violini (7). Su questi quattro motivi principali il pezzo si svolge con linea nobile ed austera.
Il terzo tempo, che tiene il posto del classico vivacissimo scherzo, è un Andantino con mollezza, di carattere quasi orientale, di tinte strane e seducenti. Una melodia del flauto a guisa di arabesco (8), un ritmo saltellato di strumenti a fiato e campanelli (9), una melodia appassionata e carezzevole dei violini (10) e un altro canto dolce delle viole e dei clarinetti su uno sfondo soave di arpe (11) sono i quattro motivi principali su cui questo pezzo è intessuto e si svolge elegantemente.
L'ultimo tempo si apre con un solenne ritorno, in ripetuti squilli Adagio, del motivo 2. Succede il motivo ritmico 12, prima squillante Largo agli ottoni, e poi Allegro agli archi. Il secondo, motivo del pezzo (13) è cantato appassionatamente dai violini. Al motivo 12 si sovrappone in un episodio l'inciso 14; e finalmente una melodia ampia, con anima, (15) si svolge negli archi. Il pezzo corre veloce ed animato, fino a raggiungere il parossismo dell'intensità e della vivacità: sì chiude poi con un breve Largo nobile e solenne.