In un suo scritto Niecks osserva che «il Krakowiak, grande rondò da concerto è una composizione del maestro dove l'elemento nazionale appare nella sua freschezza primitiva come in nessun'altra opera. In seguito Chopin non riprodurrà più così fedelmente le danze popolari».
Il Krakowiak fu scritto nel 1828. Chopin ne parla in una lettera a Woyciechowski del 27 dicembre scritta con tono scherzoso e qua e là in lingua italiana burlesca.
L'autore stesso si definisce soddisfatto della composizione e soprattutto dell'introduzione che definisce «molto originale». Motivi di originalità si trovano infatti sia per quanto riguarda il ritmo - misura a tre tempi anticipante il ritmo pari del Krakowiak - sia per l'unisono delle mani alla distanza di due ottave che produce un effetto di stupenda coloritura sullo sfondo delle armonie discrete dell' orchestra. Sempre nell'introduzione, dal fortissimo si giunge, attraverso una figurazione sempre più attenuata, al delicato mormorio del pianissimo; esempio, questo, che denota una perfetta consapevolezza degli effetti dinamici.
Il tema fugato del Krakowiak è un'idea originale di Chopin che pur senza studiare attentamente il folclore di quei luoghi, ha saputo riprodurre il carattere vivo della più ardente delle danze polacche. Sembra che per i temi popolari del suo Rondò il musicista si sia ispirato a un brano molto conosciuto - Albosmy to jacy tacy - ornandolo di motivi strumentali a viva andatura. Mentre la prima parte della composizione è dominata da questo tema popolare, nelle altre parti predominano elementi musicali a carattere universale non senza, però alcuni interventi del tema fondamentale. Nella composizione si distinguono in modo particolare il sentimento profondo che la anima e la purezza dello stile.