Poèmes pour Mi

Versione per soprano e orchestra

Musica: Olivier Messiaen (1908 - 1992)
  1. Action de grâces
  2. Paysage
  3. La Maison
  4. Epouvante
  5. L'épouse
  6. Ta voix
  7. Les deux guerriers
  8. Le collier
  9. Prière exaucée
Organico: soprano, 4 flauti, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, 3 fagotti, 4 corni, 3 trombe, 3 tromboni, basso tuba, percussioni, campane tubolari, archi
Composizione: Parigi, 1937
Prima esecuzione: Parigi, 20 gennaio 1949
Edizione: Durand & Cie, Parigi, 1939
Guida all'ascolto (nota 1)

La posizione di Messiaen nel panorama della musica contemporanea è assai singolare sia per il significato intrinseco della sua produzione sia per gli addentellati spirituali e trascendenti che essa rivela. Da un punto di vista strettamente musicale Messiaen inizialmente è stato influenzato dalle suggestioni timbriche di Claude Debussy e di Paul Dukas e dal misticismo fervido di Alexandr Scriabin. Le componenti impressionistiche da un lato e quelle religiose dall'altro determinarono dunque la nascita del linguaggio del compositore che seppe fondere in una visione abbastanza unitaria e personale questi elementi ed altri derivati dall'adozione non rigorosa della tecnica seriale, dalla musica: indù, dal canto gregoriano e da quello degli uccelli.

Due sono gli elementi sonori principali su cui si svolge l'indagine di Messiaen: i modi e il ritmo. Nel 1938, all'epoca cioè in cui venne composto il ciclo di canti «Poèmes pour Mi», Messiaen fece circolare-il seguente manifesto:

«Emozione e sincerità della compodizione musicale.

Che sarà a servizio dei dogmi della teologia cattolica.

Che sarà espressa con mezzi melodici e armonici: allargamento graduale degli intervalli, accordo di dominante, pedali, ampi abbellimenti e appoggiature. Inoltre con mezzi ritmici: ritmi immediatamente preceduti o seguiti dalla loro aumentazione e a volte accresciuti da un breve valore (l'aggiunta della metà di una nota). E soprattutto dai modi con un numero limitato di trasposizioni possibili: modi cromatici usati armonicamente, il cui particolare colore deriva da questa limitazione (due, tre, quattro o sei trasposizioni secondo il modo).

Il soggetto teologico? Il migliore poiché comprende tutti gli altri.

E l'abbondanza dei mezzi permette al cuore di espandersi liberamente».

In questo breve schizzo troviamo in nuce tutti i tratti fondamentali dell'arte di Messiaen che nei suoi due libri teorici — «Technique de mon langage musical» del 1944 e «Traité de rythme» del 1954 — vengono ampiamente sviluppati.

Messiaen ha sempre attribuito alla melodia una capitale importanza. Egli stesso rivela di aver spesso trovato nelle melodie di Grieg, Debussy, Bartók e Mussorgski lo stimolo per la propria invenzione melodica. Ma il maggiore contributo per l'evoluzione del linguaggio musicale contemporaneo Messiaen lo ha dato con le sue ricerche sul ritmo. A tale proposito, Pierre Boulez, in un saggio del 1952 contenuto nel volume «Note di apprendistato», così scrisse:

«Dobbiamo a Olivier Messiaen — a partire dallo studio approfondito da lui fatto del canto gregoriano, della ritmica indù e di Stravinski — l'aver creato una tecnica cosciente della durata. Questo fatto è senza dubbio importante, poiché — a parte l'inoperante mania che periodicamente ritorna di voler ricostituire la metrica greca — occorre risalire al secolo XIV per ritrovare una preoccupazione simile nella musica occidentale; mentre fu una delle costanti della musica in altre civiltà (Africa nera, India, isole di Bali e di Giaya).

Gli dobbiamo soprattutto — fra altre conquiste — l'idea prima di aver sciolto la scrittura ritmica dalla scrittura polifonica. (Idea da noi trovata allo stato embrionale nei numerosi «Monoritmica» o «Hauptrhythmus» che si trovano in quasi tutte le opere di Berg). Realizza così i suoi primi canoni ritmici sia per aumentazione sia per diminuzione o ancora per aggiunta del punto, inizio di tutta una tecnica poliritmica. Gli dobbiamo gli ingrandimenti simmetrici o asimmetrici fra ritmi retrogradabili e ritmi non retrogradabili.

Gli dobbiamo ancora la creazione di modi di durate dove la ritmica assume un valore funzionale; gli dobbiamo infine la preoccupazione di stabilire una dialettica della durata per mezzo delle sue ricerche di una gerarchia nei valori (opposizioni variabili di valori più o meno corti e di valori più o meno lunghi, pari o dispari), dialettica che, mentre agisce sulle strutture di neumi ritmici, fornisce da sola un mezzo di sviluppo musicale. Occorre anche considerare come importantissime le ricerche che egli persegue creando, parallelamente ai modi ritmici, modi di intensità e modi di attacco. Questa succinta enumerazione basta a provare quanto i princìpi seriali da noi esposti non si sarebbero potuti concepire senza l'inquietudine e la tecnica trasmesseci da Messiaen».

Oltre alle idee musicali professate da Messiaen, i «Poèmes pour Mi» riflettono chiaramente anche il suo credo teologico di cattolico fervente. Lo stesso Messiaen, nella sua «Technique de mon langage musical», annotò che i due cicli di canti «Poèmes pour Mi» e «Chants de Terre et de Ciel» sono particolarmente genuini nel sentimento e tipici del suo stile e perciò adatti a introdurre l'ascoltatore nel suo mondo espressivo e sprituale. Le nove poesie scritte da Messiaen per «Mi», Claire Delbos, sua prima moglie, esaltano il sacramento del matrimonio e l'amore per Dio.

Antonio Mazzoni


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto del Maggio Musicale Fiorentino,
Firenze, Teatro Comunale, 15 maggio 1973


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Ultimo aggiornamento 20 febbraio 2020