Epitalamio sinfonico in re maggiore
Musica: Giovanni Sgambati (1841 - 1914)
- Parte I. - In Chiesa. Preludio e Cantico
- Parte II. - In giardino
- Festa popolare e
notturno
- Ripresa e ridda di fanciulli
- Parte III. - A Corte
- Minuetto
- Corteo
Organico: ottavino, 2 flauti, 2 oboi, corno inglese, clarinetto
piccolo, 2 clarinetti, clarinetto basso, 2 fagotti, 4 corni, 2
cornette, 2 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, triangolo, 2 arpe,
archi
Composizione: 1886 - 1888
Prima esecuzione: Torino, 12 settembre 1888 per le nozze di S.A.R. il
Principe Amedeo di Savoja Duca d'Aosta con S.A.I. la Principessa Laetizia Bonaparte
Edizione: inedito
L'ultima composizione sinfonica di Sgambati è la sinfonia Epitalamio perché
eseguita a Torino il 12 settembre 1888 in occasione delle nozze del
Duca Amedeo d'Aosta con la principessa Letizia Bonaparte. Nota come Epitalamio sinfonico
(1887) e anch'essa non pubblicata, ebbe un notevole successo a Milano
in un'esecuzione alla Società del Quartetto il 13 dicembre 1888. Nel
manoscritto originale essa è divisa in tre parti:
- Prima parte: In
Chiesa (Preludio e Cantico) che si apre con un Adagio
cantabile in 12/8 nel tono di re maggiore, su un ritmo cullante e quasi
naif di siciliana. La semplicità dell'inizio si complica e intensifica
con l'ingresso dell'arpa, quindi del timpano e degli ottoni con tratti
di scrittura corale.
- Seconda parte: In
Giardino. Questa seconda parte comprende una Festa popolare
(Allegro vivace, 2/2) e un Notturno (Moderato, 3/4), quindi la Ripresa
e Ridda di fanciulli,
che è la parte più originale dell'intero lavoro e che suscitò
l'entusiasmo del pubblico milanese del 'Quartetto'.
- Terza parte: In
Corte. Si apre con un Minuetto che propone uno stile
neo-barocco ma con interessanti deviazioni cromatiche. Quest'ultima
parte termina con il Corteo
che vorrebbe essere la parte celebrativa degli illustri sponsali e che
conclude pomposamente la composizione.
Per l'Epitalamio
sinfonico non si pensi comunque a un omaggio cortigiano ad
un Savoia: la composizione fu iniziata molti anni prima a Bagni di
Lucca, come si evince dagli abbozzi manoscritti, e successivamente
adattata all'occasione con l'aggiunta del Corteo finale.
Alcuni critici del tempo hanno visto una deviazione verso la musica a
programma, addirittura anticipatrice della Sinfonia domestica
di Strauss: niente di tutto ciò; è un pezzo concepito come una suite
sinfonica e non vi è nulla di narrativo o descrittivo; anche la scelta
di rimanere pressoché nella medesima tonalità nei vari pezzi e la
presenza del minuetto conferma la struttura di suite.
Il critico del Tempo
illustrato di Milano la recensisce in modo elogiativo,
affermando che Sgambati «svestì la sua composizione delle forme
convenzionali della Sinfonia propriamente detta [...], mantenendo in
pari tempo nella struttura, la classica cornice» e «dimostra di aver
raggiunto un livello di assimilazione perfetta degli intendimenti
moderni coi classici principi». Sgambati «mostra una fase nuova che
dobbiamo augurarci feconda, e fa onore alla giovane scuola italiana».
In definitiva si loda la maggiore "chiarezza" e italianità rispetto
alla fase precedente del compositore. Anche questo lavoro pur nella sua
cornice "domestica" merita per l'originalità e ricercatezza
d'orchestrazione una riscoperta: non vi è mai nulla di banale o
scontato
per il compositore romano.
Francesco Attardi
(1)
La musica di Giovanni Sgambati
a cura di Paola Canfora e Francescantonio Pollice, Edizioni Curci,
Milano, 2014, pagina 77
I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti
e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente
agli aventi diritto.
Ultimo aggiornamento 29 marzo 2016