Sinfonia n. 9 in mi bemolle maggiore, op. 70


Musica: Dmitri Shostakovich (1906 - 1975)
  1. Allegro
  2. Moderato
  3. Presto
  4. Largo
  5. Allegretto
Organico: 2 flauti, ottavino, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, triangolo, tamburello, tamburo militare, grancassa, piatti, archi
Composizione: Ivanovo, 26 luglio - 30 agosto 1945
Prima esecuzione: Leningrado, Sala grande della Filarmonica, 3 Novembre 1945
Guida all'ascolto (nota 1)

Questa è la più concisa delle sinfonie di Sciostakovic. Scritta nel 1945 ed eseguita per la prima volta nel novembre di quell'anno dall'Orchestra Sinfonica di Leningrado diretta da Eugenio Mravinski, nacque come terza parte dì una trilogia intesa a celebrare le sofferenze, lo sforzo e la vittoria del popolo sovietico nella guerra contro la Germania nazista. Qui doveva manifestarsi la gioia per la vittoria; ed in realtà essa si manifesta, ma in maniera così gaia e spensierata, che l'esecuzione della Sinfonia suscitò l'ostilità della critica ufficiale sovietica, la quale lamentò la mancanza di un contenuto sostanziale. D'altra parte, lo stesso Sciostakovic, nel presentare il suo nuovo lavoro alla stampa, lo aveva definito un «pezzetto allegro» ed aveva predetto che «i musicisti avrebbero provato piacere a suonarlo ed i critici si sarebbero deliziati a stroncarlo». Dopo la prima esecuzione, Israel Nestiev condannava sulla rivista Cultura e vita il «cinismo» e la «fredda ironia» della musica, osservando che tali caratteri erano il risultato dell'influenza strawinskiana. Alle accuse del Nestiev rispondeva da Boston Sergei Kussevitzki, il quale esprimeva invece l'opinione che la Nona Sinfonia fosse «una delle più belle fra le nostre opere contemporanee».

La Sinfonia è divisa in cinque brevi movimenti: mentre i due movimenti lenti hanno un carattere di concentrazione lirica, l'Allegro iniziale, lo Scherzo e l'Allegretto finale sono tutti concepiti nello spirito di un gaio e moderno neoclassicismo, non molto lontano da quello di Strawinsky e di Prokofiev, inclinante ora all'umorismo, ora alla vera e propria buffoneria, non alieno da citazioni e da gustosi ammiccamenti agli stili di diversi autori. L'Allegro, costruito sul modello haydniano, introduce sin dalle prime battute l'ascoltatore in un clima di gioioso abbandono e si sviluppa poi agilmente attraverso spigliati temi dal ritmo danzante. Nel Moderato interviene un diverso stato d'animo, dolcemente lirico e meditativo. Lo Scherzo riprende il tono gioioso dell'Allegro con lo sviluppo a variazione di temi di danza. Il Largo costituisce, come osserva il critico sovietico Gregory Schneerson, una specie di legame emotivo con le altre due Sinfonie (la Settima e l'Ottava) della trilogia ispirata alla guerra contro la Germania. Infine, l'Allegretto si svolge attraverso l'elaborazione di uno scintillante tema, concludendosi con una vorticosa coda. Assai ricca e varia è sempre la strumentazione, nella quale hanno un ruolo di primo piano, i legni.

Alberto Pironti


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 15 novembre 1961


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 15 dicembre 2011